Home FixingFixing Accordo di Associazione: è così che si va verso l’Unione europea

Accordo di Associazione: è così che si va verso l’Unione europea

da Redazione

Fixing vi spiega quale percorso San Marino seguirà nei prossimi mesi. Bocciato l’ingresso nel SEE, a breve (ma in ritardo) partirà il negoziato.

 

di Loris Pironi

 

A piccoli passi, ma il percorso di San Marino verso una maggiore integrazione con l’Unione Europea prosegue, non si arresta. Non si tratta di un processo che porterà all’adesione del Titano all’UE: per come è oggi strutturata, l’Unione è una via impraticabile per i piccoli Stati. L’obiettivo per San Marino, che negli ultimi mesi ha unito i propri sforzi con Andorra e con il Principato di Monaco, è invece quello di giungere alla stipula di un Accordo di Associazione.

Proprio in questi giorni la Commissione Europea deve dare il via libera per far partire il negoziato. Il termine indicato all’interno della Relazione presentata nel novembre del 2013 dalla Commissione Europea al Parlamento Europeo era appunto la fine di aprile, ma dalla Segreteria di Stato agli Esteri fanno sapere che probabilmente i tempi si allungheranno un po’ – uno o due mesi – per via delle elezioni europee, anche se non sono giunte per ora indicazioni in proposito.

Proviamo a spiegare cosa rappresenta l’Accordo di Associazione, e a che punto siamo arrivati.

 

Le due opzioni. Ma una è già scartata

 

Al vaglio, fino a qualche mese fa, c’erano due ipotesi. La prima, scartata dalla stessa Commissione Europea, avrebbe reso possibile l’ingresso dei Piccoli Stati che hanno dichiarato il proprio interesse nello Spazio Economico Europeo (SEE).

La seconda opzione, che è quella su cui si sta lavorando, consiste nella negoziazione di uno o più accordi di associazione tra l’UE e i paesi di piccole dimensioni, Titano compreso. Nel caso si giungesse davvero al traguardo, sarebbe prevista non solo la partecipazione al mercato interno dell’UE, ma anche una cooperazione in funzione delle esigenze in altri settori, quali la giustizia e gli affari interni, l’agricoltura, la pesca, la politica regionale ed estera. La flessibilità è considerata un altro vantaggio di questa opzione, dato che gli accordi di associazione potrebbero essere adattati alle specifiche esigenze dell’UE e dei paesi di piccole dimensioni. Infine, sarebbe del tutto possibile istituire un quadro istituzionale adeguato che serva da base per tali accordi.

Così siamo giunti al punto attuale. Andorra e San Marino sono disponibili a vagliare un accordo di associazione multilaterale che coinvolga i tre paesi. Monaco non ha scartato questa ipotesi, benché preferisca un accordo bilaterale con l’UE adattato alla sua specifica situazione di strette relazioni con la Francia (che sono più stringenti rispetto a quelle che San Marino ha con l’Italia).

La Commissione Europea, nella sua Relazione al Parlamento Europeo, presentata nel novembre 2013, ha espressamente indicato come sia preferibile un unico accordo di associazione multilaterale a tre accordi separati. E a breve si entrerà nel concreto.

 

San Marino verso l’UE: questioni da risolvere

 

Un Accordo di Associazione come quello che San Marino andrà a trattare nei prossimi mesi potrebbe basarsi sul modello dello Spazio Economico Europeo, adattandolo alle esigenze dei piccoli Stati. A livello generale, l’Accordo di Associazione consentirebbe infatti ai paesi di piccole dimensioni di adeguarsi all’acquis comunitario soltanto per quanto concerne gli specifici e circoscritti settori che rientrano nell’ambito di applicazione dell’accordo. “Tale obbligo – specifica il rapporto della Commissione Europea – sarebbe subordinato a garanzie di sovranità, tenendo conto delle procedure costituzionali dei singoli paesi”. Il nodo sta nelle peculiarità dei piccoli Stati, e nell’impossibilità oggettiva ad adeguarsi ai parametri stringenti dell’acquis comunitario, prima di tutto quelli legati alle quattro libertà (libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali).

 

Valentini: Pronti per il negoziato


San Marino ha messo insieme una task force composta da una ventina di persone incaricate espressamente di seguire l’evoluzione del percorso di avvicinamento all’Unione Europea. “Il nostro Paese si sta preparando per sedersi al tavolo del negoziato per stendere l’Accordo di Associazione – spiega a Fixing il Segretario di Stato agli Affari Esteri Pasquale Valentini – E stiamo anche formando e preparando le risorse umane che dovranno gestire questa importante svolta per il nostro Paese. Al negoziato la trattativa verterà su un fronte molto ampio e sarà estremamente delicata: dobbiamo avere chiaro in mente quali sono i punti strategici su cui riteniamo di non poter transigere e quelle condizioni su cui possiamo avere un certo margine di tolleranza. Dobbiamo decidere anche quali sono i settori per i quali vogliamo entrare in associazione con l’Unione Europea, ed essere pronti ad affrontare quanto l’Ue ci chiede, perché in quei settori l’acquis comunitario lo dobbiamo assumere in tutte le sue parti e anche con una certa celerità. Per intendersi, rispetto alle quattro libertà dovremo indicare la linea rossa che non intendiamo superare, ma dobbiamo decidere con intelligenza e chiara cognizione di quel che vogliamo e di ciò che questo comporta. Questa fase di studio preliminare ci deve fornire tutti gli elementi di valutazione punto per punto”.

E quali sono le tempistiche? “Se come crediamo il via libera alla trattativa arriverà tra maggio e giugno, già da settembre potrebbe partire il negoziato vero e proprio. Andorra e il Principato di Monaco? Il fatto di aver compiuto questa prima parte del percorso insieme ha velocizzato e non di poco l’evolversi della questione. Con loro siamo in costante contatto e in tutti e tre i Paesi stanno maturando ragionamenti. È possibile anche che il negoziato proceda a due velocità: una parte più rapida legata ai termini istituzionali, una seconda più ponderata sulle specifiche richieste ed esigenze dei tre Stati presi singolarmente”.

 

 

COS’È L’ACQUIS COMUNITARIO


L’acquis comunitario è la piattaforma di diritti e doveri, obblighi giuridici e impegni politici che uno Stato membro dell’Unione Europea deve condividere e rispettare. Il punto-chiave dell’Acquis comunitario è costituito dal rispetto delle quattro libertà: la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali.

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