Home NotizieSan Marino San Marino, riforma fiscale. UNAS: “La SMaC non può sostituire la fattura”

San Marino, riforma fiscale. UNAS: “La SMaC non può sostituire la fattura”

da Redazione

“Tanto vale cambiare orientamento, abbandonare la Smac e introdurre il registratore di cassa”. Almeno all’operatore non si produrrebbero le perdite di tempo.

 

SAN MARINO – No all’onere di una doppia contabilità, fase transitoria più elastica e variabile tempo ben presente. Il Consiglio Direttivo dell’Unione Nazionale degli Artigiani Sammarinesi, prosegue il suo pressing per rendere meno pesanti, soprattutto per le piccole imprese, i dettami della riforma tributaria. Con un occhio di riguardo alla Smac card, che non può costituire “una barriera al rapporto tra esercente e cliente”.

UNAS parte dal presupposto che “lo strumento della certificazione tramite Smac può aver logica quale alternativa e controllo dei corrispettivi, ma non delle vendite certificate con fattura fiscale”.

Insomma non può andare a sostituire sic et simpliciter il documento fiscale universalmente riconosciuto. E tanto meno inficiare il suo ruolo certificatorio.

Spesso infatti, prestazioni e pagamento si manifestano in momenti anche molto distanti tra loro. Da qui la richiesta di “non creare l’onere di una doppia contabilità”, in particolar modo per quelle piccole imprese poco strutturate a livello amministrativo.

Meglio valutare tutti gli effetti di quanto previsto dalla riforma prima di “assumere una decisione che potrebbe essere onerosa per le imprese e inefficace per l’ottenimento di informazione che di fatto l’amministrazione già possiede grazie alle fatture”.

In secondo luogo il Consiglio Direttivo UNAS sostiene la necessità di ripensare la fase transitoria, prevedendo per il 2014 una rimodulazione di quanto è possibile dedurre senza documentazione. E per non penalizzare i consumatori/contribuenti che devono giustificare le spese ai fini della deducibilità aumentare la quota benzina deducibile per raggiungere più facilmente l’attestazione dei consumi in territorio.

Un altro ambito su cui è importante intervenire riguarda invece la variabile tempo. UNAS prende atto della volontà del legislatore di usare la Smac anche a fini fiscali per certificare tanto i ricavi quanto le spese deducibili, ma sottolinea che “occorre rispettare l’operatività delle imprese”.

Per la certificazione occorre un tempo a volte sproporzionato rispetto il volume del ricavo: richiedere la Smac al cliente, inserirla nel Pos, digitare l’importo, aspettare la linea, la risposta e stampare lo scontrino- deve riguardare operazioni d’acquisto che giustifichino i minuti che si sono impiegati, diversamente si introducono lungaggini nell’attività quotidiana degli operatori, a scapito del servizio offerto. UNAS avanza quindi la proposta che le spese fino a 10 euro siano escluse dalle passibilità deducibili previste dall’articolo 14 della riforma tributaria.

Infine gli Artigiani sammarinesi ribadiscono la loro contrarietà all’equiparare la ricevuta Smac ad uno scontrino fiscale, con verificabilità anche fuori dei locali commerciali.

Il principio ispiratore del sistema Smac ai fini fiscali dovrebbe basarsi sul rapporto di fiducia tra Stato ed esercente, supportato dall’interesse del cliente a chiedere la certificazione per potere dedurre le spese, fermo restando la trasmissione on line mensile all’amministrazione dei ricavi, in modo che si accertino scostamenti e distorsioni. Ma se si rende obbligatoria la conservazione dello scontrino, conclude UNAS, “tanto vale cambiare orientamento, abbandonare la Smac e introdurre il registratore di cassa”. Almeno all’operatore non si produrrebbero le perdite di tempo!

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