Home FixingFixing Leon Engineering: l’acqua piovana, una risorsa davvero alla portata di tutti

Leon Engineering: l’acqua piovana, una risorsa davvero alla portata di tutti

da Redazione

I sistemi di recupero delle acque piovane sono accessibili sia economicamente che tecnicamente dal momento che non richiedono particolari infrastrutture o lavori preliminari di preparazione.


di Giorgia Benedicta Marzi


L’acqua è il simbolo della vita, della purezza. Senza di essa è impensabile ogni ipotesi di nascita, crescita e sviluppo. Anche quando sono disponibili manodopera, capitale, terra, minerali, risorse naturali, la scarsità di acqua impedisce qualsiasi genere di attività oltre che uno stile di vita decente e moderno. Per questo oggi non possiamo più permetterci di sprecarla: si tratta quasi di un obbligo morale, con il quale dobbiamo fare i conti quotidianamente. E ciascuno di noi deve dare il proprio contributo, a partire dai piccoli accorgimenti casalinghi, fino all’adozione di sistemi più articolati sviluppati negli ultimi anni.

Tra i sistemi in grado di offrire un immediato contributo alla soluzione dei problemi inerenti allo spreco, alla penuria e ai crescenti costi dell’approvvigionamento idrico vi sono sicuramente quelli basati su raccolta, recupero e riutilizzo delle acque meteoriche.

La pioggia raccolta può infatti essere impiegata sia per usi esterni, quali ad esempio irrigazioni di orti e giardini, autolavaggi e lavaggi di aree pavimentate, sia per uso domestico come sciacquoni per wc, lavatrici e sistemi di climatizzazione.

In entrambi i casi l’impianto è costituito principalmente dagli stessi elementi. Occorre innanzitutto disporre di una superficie di raccolta, che generalmente è costituita da un tetto ma talvolta può anche essere una piazza o un parcheggio. L’acqua piovana captata viene quindi trasportata mediante un sistema di convoglio (generalmente una grondaia) dentro a un filtro, nel quale la maggior parte dell’acqua viene pulita da detriti e/o foglie mentre l’altra parte viene utilizzata per far defluire lo sporco catturato dal filtro, trascinandolo verso la rete di scarico.

L’acqua piovana filtrata fluisce infine verso una cisterna, che può essere a vista, interrata o a vista integrata architettonicamente. Il sistema può anche essere eventualmente implementato con macchine in grado di depurare l’acqua a tal punto da renderla potabile e quindi sfruttabile anche nelle attività domestiche. Al momento del bisogno, l’acqua viene aspirata mediante una pompa. In alcuni sistemi un’apposita centralina rileva, con un sensore dedicato, il livello minimo della cisterna e attiva un’elettrovalvola che fa entrare acqua di reintegro, proveniente da una falda freatica o dalla rete idrica pubblica, in quantità necessaria al funzionamento della pompa. Viceversa, se piove troppo e la cisterna si riempie, l’acqua in eccesso entra in un sifone per poi essere convogliata nella rete pubblica insieme a quella usata per il lavaggio del filtro.

Altre componenti possono integrare l’impianto per migliorarlo o per adattarlo a seconda delle esigenze. Nel suo complesso un sistema di raccolta dell’acqua meteorica può godere di un’alta efficienza, con un unico limite, quello imposto dalla capacità del serbatoio di stoccaggio, dalle dimensioni della superficie di raccolta e dalla quantità di precipitazione (che dovrebbe essere compresa fra i 100 e i 500 mm per anno).

In definitiva i sistemi di recupero delle acque piovane sono accessibili sia economicamente che tecnicamente dal momento che non richiedono particolari infrastrutture o lavori preliminari di preparazione.

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