Tante sono infatti quelle retribuite che i due Paesi mettono in campo ogni anno in favore dei propri lavoratori.
San Marino batte Italia 17 a 12. Tante sono infatti le festività retribuite che i due Paesi mettono in campo ogni anno in favore dei propri lavoratori. Si consideri che nella classifica qui a fianco, calibrata dal Center for economic and politic research, l’Italia ne vede solo 11, perché il CEPR conta a parte il santo patrono, diverso da città a città.
Come l’Italia il Titano ha il 1 gennaio, l’Epifania e il Lunedì di Pasqua. Celebra la Caduta del fascismo il 28 luglio mentre l’equivalente italiano è il 25 aprile che si celebra proprio questa settimana. Altre festività che in questa nostra semplificazione possono essere assimilate sono quella dell’Arengo a San Marino (25 marzo) e la Festa della Repubblica in Italia (2 giugno). Poi c’è il 1° maggio, festa del lavoro e dei lavoratori, e le diverse irrinunciabili feste religiose: il 15 agosto (l’Assunzione), il 1° novembre (Ognissanti), l’8 dicembre (Immacolata Concezione), quindi Natale e Santo Stefano. Ma a questo punto, come Pantani in salita, San Marino stacca l’Italia all’improvviso. Nel resto della Penisola infatti l’ultima festa è quella cittadina del Patrono, ma San Marino di patroni ne ha due: Sant’Agata il 5 febbraio e il Santo Marino il 3 settembre, che è a tutti gli effetti la Festa, o il “compleanno”, della Repubblica. I lavoratori sammarinesi stanno a casa anche il 1° aprile e il 1° ottobre in occasione dell’Insediamento degli Eccellentissimi Capitani Reggenti. Poi ci sono altre due festività religiose che in Italia sono già passate in cavalleria ma che sul Titano resistono fieramente: il Corpus Domini (23 giugno) e il 2 novembre, giorno dei Defunti.