Home FixingFixing San Marino, formazione: svilupparsi e cambiare per poter sopravvivere

San Marino, formazione: svilupparsi e cambiare per poter sopravvivere

da Redazione

Le aziende e le sfide attuali: l’importanza degli strumenti di pianificazione. Le decisioni dell’imprenditore, la difficoltà di progettare il futuro.

 

di Simone Selva

 

L’imprenditore, specialmente nell’attuale situazione di crisi economica e finanziaria, è sovente costretto a prendere decisioni difficili e fondamentali per la sopravvivenza dell’azienda.

Nel mercato globale diventa difficile mantenere le proprie quote di mercato di fronte all’avvento di competitor sempre più aggressivi in particolare dal punto di vista commerciale. In molti settori si sta assistendo inoltre ad un continuo incremento di nuovi entranti, provenienti per la maggior parte dall’estero ed in particolare dai paesi dell’est, e alla continua nascita di prodotti e processi sostitutivi. Si pensi, ad esempio, allo spaventoso progresso delle nuove tecnologie che rendono sempre più rapidamente obsoleti gli asset aziendali esistenti. Contestualmente si assiste ormai da cinque anni ad un calo della domanda interna, punto cardine di un’economia sana, per la ancora latente capacità del tessuto imprenditoriale italiano e sammarinese, di agganciare il treno della crescita che porta, oggi più che mai, verso i mercati emergenti.

 

È INDISPENSABILE RIUSCIRE A CRESCERE

 

Di fronte all’attuale contesto competitivo, quanto mai complesso e rapido nei suoi cambiamenti strutturali, la crescita, ossia la necessità di sviluppare il proprio business in nuovi mercati, con nuovi processi di trasformazione, con nuove risorse, con nuovi strumenti, ha assunto un ruolo di principale importanza per la sopravvivenza stessa dell’azienda. La crescita in molti settori è, più che un’opportunità, una vera e propria necessità. Sorge spontanea un domanda, la crescita si può realizzare? E soprattutto come?

Se è vero che nessuno si potrà mai sostituire all’imprenditore e al suo istinto, in un contesto privo di punti di riferimento è senza dubbio necessario un approccio strutturato al processo di crescita per permettere uno sviluppo sano e bilanciato. In un contesto difficile la sana prudenza imprenditoriale deve saper ponderare con cura le proprie decisioni al fine di disegnare un assetto aziendale coerente con il proprio modello di business e cosciente dei profili di rischio connessi e necessari al naturale ed auspicabile sviluppo.

La necessità di prendere scelte stringenti richiede sempre più la capacità di saper combinare all’istinto evidenze quantitative ed informazioni economiche, finanziarie e gestionali che siano affidabili, approfondite e tempestive.

Da qui il crescente sviluppo dei sistemi di programmazione e controllo in azienda, sviluppo che sta pervadendo sempre, più non solo il tradizionale ambito amministrativo e produttivo, ma anche altre aree come quella dello sviluppo commerciale o della gestione delle risorse umane. Come questi strumenti possono fornire un impulso alla crescita?

 

IL CONTRIBUTO DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE

 

In condizioni competitive relativamente tranquille e controllabili, non c’è urgenza di guardare al futuro e riprogettare il proprio modello di business. D’altro canto se gli strumenti di pianificazione hanno il compito di prevedere con esattezza le dinamiche future, al crescere della complessità del mercato e delle condizioni esterne, qualsiasi previsione diventa facilmente obsoleta. Come si può uscire da questo circolo vizioso?

Gli strumenti di pianificazione e budgeting non saranno mai, né vogliono essere, delle sfere di cristallo. Il contributo che essi possono dare allo sviluppo aziendale è quello di fornire un supporto strutturato alla definizione delle strategie aziendali oltre a fornire una declinazione pratica dell’impatto che dette scelte avranno intermini di redditività e solidità aziendale.

In tal senso per pianificazione non si può intendere un esercizio ad esclusivo appannaggio della famiglia professionale degli amministrativi. È infatti necessario che sia definito un vero e proprio processo che preveda l’istituzione di momenti in cui l’imprenditore, il top management e tutto il corpo aziendale riflettono sul modello di business attuale e sulle prospettive di sviluppo.

Tali momenti devono essere il più possibile istituzionalizzati poiché, oggi come non mai, il tempo è risorsa scarsa e l’operatività incalzante rischia di soffocare ogni tentativo di riflettere sul futuro.

La riflessione sul futuro deve avvalersi di analisi ed evidenze quantitative provenienti dal mercato e dalla storia dell’azienda. Per capire come riprogettarsi è infatti necessario intuire come si muove il mondo circostante e individuare quelle risorse aziendali che fanno sì che l’impresa possa distinguersi dai concorrenti oggi e domani.

Le idee che nascono da questi essenziali momenti di analisi e condivisione delle prospettive future devono essere valutate e testate. Ecco dunque il ruolo degli strumenti di pianificazione: comprendere come le scelte intraprese possano impattare in termini economico-finanziari sulla struttura aziendale di oggi e di domani.

Gli strumenti di pianificazione, più che prevedere con esattezza quello che accadrà, hanno il compito di favorire una focalizzazione verso il futuro invitando il management a valutare come le scelte di oggi impatteranno sull’azienda domani e dunque sulla permanenza stessa dell’impresa sul mercato.

Da ultimo, troppo spesso si assiste alla redazione di documenti previsionali che si soffermano sulla costruzione del solo conto economico previsionale, tralasciando l’analisi degli impatti delle scelte intraprese sulla dinamica finanziaria e patrimoniale. Il rischio connesso a tale prassi è quello di perdere di vista l’impatto che le scelte strategiche possono avere in terimini di sostenibilità finanziaria oltre che sul patrimonio aziendale. Si pensi ad un piano di azione che non tenga conto degli effetti sul livello di indebitamento o sul valore degli asset aziendali. Pertanto è compito di chi redige tali documenti quello di prestare grande attenzione nel considerare tutti e tre gli equilibri: economico, finanziario e patrimoniale.

Due sono i principali effetti del processo di pianificazione così costituito:

 

1. una maggiore propensione al futuro e al cambiamento;

 

2. una più profonda comprensione del contesto e delle leve di un auspicabile sviluppo.

 

DUNQUE, NON SI PUÒ NON PROGETTARE IL FUTURO

 

Crescere, anche in tempo di crisi, è sicuramente possibile. Innumerevoli esempi passati ma anche attuali dimostrano che si può fare. Certamente è necessario, ora più che mai, avere la capacità, la forza e il tempo di guardare al futuro, per riprogettarsi e ricominciare a costruire quel rafforzamento del tessuto imprenditoriale che non può che innescare un rafforzamento del tessuto sociale del nostro territorio.

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