Puntare sulla raccolta dei rifiuti porta a porta in tempi di crisi può sembrare un’idea poco praticabile e conveniente. Eppure, dati alla mano, è una scelta che ripaga sia in termini economici che ecologici.
di Silvia Pazzini
Puntare sulla raccolta dei rifiuti porta a porta in tempi di crisi può sembrare un’idea poco praticabile e conveniente. Eppure, dati alla mano, è una scelta che ripaga sia in termini economici che ecologici.
Oggi il 92% dei rifiuti raccolti viene infatti recuperato o utilizzato in altri impianti, come l’umido nel compostaggio. Questo permette di abbattere enormemente i costi dello smaltimento in discarica a cui confluisce dunque solo il rimanente 8%. Il rifiuto già differenziato è un prodotto richiesto dal mercato, pertanto ha un suo valore e lo si può vendere, come accade con i metalli. Perché buttarlo se ci si può guadagnare? Perché pagare le discariche quando si può vendere ciò che si produce quotidianamente? Verosimilmente ogni abitante della Penisola produce mediamente 1,5 kg di rifiuti indifferenziati al giorno, che in un anno, per 10.000 abitanti, diventano 5.475 tonnellate di rifiuto destinato allo smaltimento in discarica al costo medio di 120 €/t, quindi 657.000 € all’anno. Con la raccolta differenziata, per i 10.000 abitanti sopra citati, si ha un costo di smaltimento in discarica pari a 52.560 €, decisamente si spende meno!
La raccolta porta a porta è un sistema che va incontro al cittadino, evitandoci così l’accumulo di quantità “industriali” di rifiuto differenziato nel garage o peggio in qualche angolo della casa. Inoltre, in base a come viene gestita, permette alle amministrazioni pubbliche di creare posti di lavoro.
Non dimentichiamo infatti che alla base della raccolta vi sono sia gli utenti sia gli addetti. Questi ultimi avranno il compito di valutare se la raccolta è compiuta come da direttive, supportando l’utente “sbadato” e invitandolo a differenziare meglio il suo rifiuto. Inoltre provvederanno con puntualità al ritiro del bidone presso le varie abitazioni, evitandoci la ricerca di quest’ultimo e conferiranno al centro di raccolta i rifiuti che verranno così imballati e da lì partiranno poi verso nuovi destini.
Presso molti comuni italiani si sta diffondendo l’uso di eseguire la raccolta porta a porta con mezzi elettrici, particolarmente idonei per i centri abitati data la loro silenziosità, permettendo inoltre di ridurre le spese per il carburante e mantenimento.
Alla fine, a ben guardare, la differenziata è una raccolta estremamente comoda. Quante volte infatti ci capita di trovarci sommersi dopo aver buttato i resti dei pasti insieme a quelle bottiglie di vetro a quel vecchio giornale, tutto nello stesso bidone? Il rifiuto non ci sta più sotto il lavello, così ci tocca uscire e cercare il primo cassonetto dell’indifferenziata, anche se non si ha tempo. La soluzione sembra quella di portare con noi mentre andiamo al lavoro il sacchetto pieno, anche se i resti del pesce della sera prima puzzano. E a questo punto se ci si pensa i sei cestini del porta a porta non sono un’idea così malvagia… e vengono anche a prenderseli.
Certo, c’è la seccatura di doversi mettere a dividere i rifiuti. È palese però che la bottiglia di birra vada nel vetro, quella dell’acqua nella plastica e il giornale va nella carta. Non serve la laurea per dividere i vari materiali. Al massimo serve un bidone in più. E visto che danno anche quello, allora non ci sono più scuse!