Il salotto culturale del Monte Titano. Primo appuntamento il 24 aprile con il Conte Marcucci Pinoli di Valfesina.
Un luogo di incontro, di trasmissione. Di conoscenza, che si apre a ventaglio tra storia, disegno, filosofia, arte e libri. Villa Manzoni – gli ultimi giovedì del mese – danza nel passato: il suo, quello del suo palazzo ottocentesco riportato agli antichi splendori a fine 2013 dopo un importante lavoro di ristrutturazione, e quello di una meravigliosa “Atene del Titano”, la città greca che seppe crescere nella cultura e che dedicò molte energie al verbo e alla creatività dell’intelletto, donando all’umanità un’infinità di Maestri.
“Ente Cassa di Faetano – spiega il Presidente Maurizio Zanotti – dedica tante delle sue energie alla promozione della cultura, investendo sulla sua capacità di ‘muovere’: muovere in primo luogo sul piano personale – esprimendo ed intercettando quel bisogno di bellezza e profondità che vibra in ogni uomo – e di riflesso anche sul piano economico, contribuendo a diffondere una immagine di San Marino vitale e attraente. Il nostro intento è quello di contribuire alla vita del Paese, mantenendo i suoi legami con il territorio e con i cittadini attraverso proposte differenziate, ma sempre interessanti e di alto profilo”.
Grandi autori ed esponenti prestigiosi del panorama culturale sammarinese e italiano si alterneranno, condotti dalla giornalista Angela Venturini, nel “salotto culturale” del Monte, un elegante biglietto da visita della Repubblica di San Marino sulla porta di accesso più importante, il confine di Dogana.
Il primo appuntamento, in programma il 24 aprile, chiarisce meglio il cuore e l’importanza dell’iniziativa promossa da Ente Cassa di Faetano: alle 21 Villa Manzoni ospiterà le parole del Conte Alessandro Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina, per tutti Nani, grandissimo mecenate pesarese, che intorno a sé ha riunito centinaia di artisti, studiosi, letterati. Basti citare l’Alexander Museum, di sua proprietà, l’unico albergo al mondo realizzato da 118 artisti e trasformato in un’immensa Galleria di Arte Moderna. Di lui parla anche Carlo Bo: “Non immaginavo che un uomo come Alessandro Marcucci Pinoli, così impegnato in imprese e iniziative private e pubbliche, potesse trovare il tempo per guardare il mondo da certi angoli segreti e quindi lasciare sempre una porta aperta alla roulette delle cose e al senso dell’assoluta vanità di tutto”. Per Vittorio Sgarbi invece “la sua esistenza è fondata sul paradosso: l’amore per le forme… e il piacere irresistibile per il gioco verbale, fino ai limiti del non-sense”.