Home FixingFixing San Marino, così la scuola risparmia (aspettando la riforma)

San Marino, così la scuola risparmia (aspettando la riforma)

da Redazione

Due D.D. Novità per le propine d’esame: così in cassa restano 70 mila euro. Orario corto nei nidi e in due materne. Preparazione ad hoc per i bidelli.

 

di Loris Pironi

 

Aspettando la grande riforma della scuola pubblica sammarinese (debutto pubblico: il 28 aprile, probabilmente al Teatro Nuovo di Dogana) proprio in questi giorni sono sul tavolo della Segreteria di Stato all’istruzione due decreti delegati assai importanti.

Importanti perché rispondono a un preciso impegno preteso dalla Finanziaria 2014 (la L. 174/2013), quello di predisporre un piano di riordino degli assetti scolastici ai fini di produrre un contenimento della spesa.

Importanti perché, malgrado le rassicuranti premesse della Finanziaria (“al fine di un contenimento della spesa che comunque si coniughi con obiettivi di qualità del sistema”), lasciando la possibilità di intervenire sui rapporti tra studenti e personale docente, rischiava di provocare pesanti ricadute sulla qualità del sistema. Dei decreti delegati di cui sopra il Congresso di Stato è già stato informato e verosimilmente arriveranno alla firma entro la fine di questa settimana. Martedì intanto la sede della Segreteria all’Istruzione ha ospitato un incontro invero piuttosto teso con i sindacati durante il quale sono stati illustrati i contenuti dei provvedimenti.

San Marino Fixing può oggi anticipare alcune delle novità più importanti introdotte dai Decreti. Il primo riguarda le propine d’esame per le scuole medie inferiori e superiori, ovvero i compensi extra per i professori impegnati nelle commissioni. La soluzione che sarà adottata prevede un compenso per chi si occuperà della preparazione delle prove d’esame (il che resta un valore aggiunto per la scuola sammarinese), ma non più per l’esame stesso. Questa formula, che pare oggettivamente improntata all’equilibrio, permetterà un risparmio di oltre 70 mila euro l’anno.

Il secondo decreto, il più importante, è quello che prevede il piano di riordino degli assetti scolastici. È prevista una unificazione delle direzioni delle Scuole d’Infanzia e degli Asili Nido. Ciò permetterà una riorganizzazione delle risorse (con conseguente auspicabile risparmio) nell’ottica di un progetto più ampio, e nel contempo può leggersi come la volontà di considerare l’inizio della scuola a partire dall’età di zero anni, un concetto non di poco conto in chiave educativa. Un altro provvedimento riguarda il personale non docente (i bidelli) in ottica di formazione e preparazione: per essere assunti infatti dovranno partecipare a un corso di formazione di 30 ore e poi ottenere una abilitazione preventiva a carattere professionale. La riorganizzazione riguarderà anche gli orari dei nidi e di alcune scuole d’infanzia. Tutti i nidi chiuderanno alle 16.30 e non più alle 18, fatto salvo il principio che se almeno 6 famiglie dimostreranno oggettiva necessità si potrà giungere alla decisione di tenerne aperto uno fino all’orario attuale. Per quanto riguarda le scuole d’infanzia la chiusura – sperimentale – alle 16.30 riguarderà i plessi del Drago Magico a Dogana e Arcobaleno, a Cailungo. Verrà inoltre dato il potere ai dirigenti delle Scuole d’Infanzia e delle Elementari di decidere a quale plesso inviare i bambini, per distribuire meglio la presenza nelle singole scuole: è stato comunque assicurato il servizio di trasporto scolastico. “Siamo contenti di essere arrivati a definire una riorganizzazione come questa – spiega a Fixing il Segretario di Stato Giuseppe Morganti – Ci permette di dare risposta all’articolo 73 della Finanziaria che richiedeva un intervento che poteva essere molto più drastico. Ci pare invece una risposta che conserva i valori della qualità, che riteniamo indispensabili per la nostra scuola”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento