In mattinata i lavori della Commissione partono dall’esame del progetto di legge “Norme che definiscono gli aventi diritto alle prestazioni sanitarie e disposizioni per l’applicazione della quota capitaria”, presentato dal segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni. L’esame viene sospeso.
All’articolo 3 del progetto di legge, governo e maggioranza cercano infatti l’accordo con C10 e Rete che hanno presentato due emendamenti distinti per dare assistenza sanitaria ai conviventi. Dopo un’interruzione dei lavori Guerrino Zanotti, Psd, offre i numeri: a San Marino sono 189 i permessi per convivenza attivi, 18 quelli parentali. Ma spiega che i commissari devono trovare un accordo sul carattere obbligatorio o facoltativo dell’assistenza sanitaria in caso di convivenza, con quota capitaria. L’obbligo potrebbe disincentivare la regolarizzazione dei permessi di convivenza, ma rendere opzionale il contributo potrebbe non garantire la copertura di tutte le spese. Nicola Renzi, Ap, da parte della maggioranza, riconosce l’impossibilità di trovare una soluzione “su due piedi. Stefano Canti, Pdcs, condivide che il tema dei permessi di convivenza e parentali siano da trattare nella legge 118. Da più parti si esprime la volontà di sospendere l’esame dell’articolato per affrontare più organicamente la questione. “Se la volontà è questa- prende parola il segretario di Stato- non ho nessun ostacolo,ma chiedo di non fare oggetto di strumentalizzazione politica questa sospensione. Il tema è molto delicato”.
Si passa così all’esame del progetto di legge “Integrazioni e modifiche della Legge n.191/2011” che mira a posticipare al 30 settembre 2014 alcune scadenze previste dalla legge che ha istituito la previdenza completare. Il progetto di legge è approvato a maggioranza: relatore unico sarà Guerrino Zanotti del Psd.
La seduta viene così interrotta e riprenderà alle 15.
Di seguito una sintesi degli interventi
Comma 2. Esame del progetto di legge “Norme che definiscono gli aventi diritto alle prestazioni sanitarie e disposizioni per l’applicazione della quota capitaria”
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, relazione al progetto di legge:
“Il presente progetto di legge prende origine dalla necessità di modificare la regolamentazione dell’obbligo di versamento della quota capitaria per i cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno nella Repubblica di San Marino. Si ritiene che la legge n. 9/1976, che si intende abrogare, non sia più adeguata a regolamentare la materia che, nel corso dei 40 anni trascorsi dalla sua emanazione, dimostra la sua inadeguatezza alle mutate condizioni sociali dei soggetti interessati. La legge n.9/1976 detta disposizioni su quali siano i requisiti per l’accesso alle prestazioni sanitarie erogate dall’Iss o per le prestazioni erogate da strutture ospedaliere fuori territorio, autorizzate da quest’ultimo. In particolare, vengono individuate le tipologie di soggetti tenuti al versamento obbligatorio della quota capitaria per l’accesso alle prestazioni stesse. Tali soggetto sono i cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno che non svolgano alcuna attività lavorativa, non siamo titolari di pensione erogata da un ente sammarinese e non siano considerabili familiari a carico di assistiti del sistema sanitario sammarinese, ed inoltre i cittadini sammarinesi residenti fuori territorio che non svolgono attività lavorativa a San Marino. A causa della persistente situazione di crisi economica che la Repubblica di San Marino attraversa può accadere che i cittadini stranieri residenti o soggiornanti in territorio rimangano senza lavoro ed esauriscano gli ammortizzatori sociali. Ebbene, ai sensi della legge n.9/1976, queste persone sono obbligate, se non considerabili familiari a carico, al versamento della quota capitaria di 200 euro mensili per poter accedere alle prestazioni sanitarie. E’ importante ricordare in questa sede anche quanto emerso dalla visita a San Marino dell’Ecri, Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, emanazione del Consiglio d’Europa, a seguito della quale, nelle proprie raccomandazioni, ha inserito anche l’invito all’eliminazione di ogni discriminazione fra cittadini sammarinesi e stranieri residenti per l’accesso all’assistenza sanitaria. Il presente progetto di legge intende recepire quanto raccomandato dall’Ecri e di quanto emerso dalle indicazioni del gruppo tecnico incaricato per la spending review che ha evidenziato la necessità di ripristinare il pagamento della quota capitaria. Infatti, oltre a rendere più attuali le disposizioni contenute dal presente disposto legislativo, con l’articolo 3 si stabilisce che i soggetti tenuti all’obbligo di versamento della quota capitaria siano i cittadini stranieri soggiornanti che non svolgano alcuna attività lavorativa, non siano titolari di alcuna prestazione vitalizia, non siano considerabili familiari a carico, non siano iscritti alle liste di avviamento al lavoro oppure siano cittadini sammarinesi ma non residenti e che non svolgono attività lavorativa a San Marino . Si ritiene che il presente progetto di legge tenga in debita considerazione tutti gli orientamenti espressi, tutelando in particolare modo chi aveva garantita l’assistenza sanitaria in conseguenza dello svolgimento dell’attività lavorativa in territorio e potrebbe perderla conseguentemente alla perdita del posto di lavoro, garantendone il mantenimento a quei soggetti che presentino le condizioni previste dal presente progetto di legge e allo stesso tempo vada a regolamentare quelle situazioni di abuso e indebito utilizzo delle prestazioni erogate dall’Iss”.
Elena Tonnini, Rete: “L’Ecri osservava come il trattamento nei confronti dei non sammarinesi residenti e lavoratori non sia equo. Questa legge va ad introdurre un’ulteriore discriminazione a seconda della tipologia della forma di lavoro, se il permesso sia stagionale e temporale. Tocca diversi punti della legge 118, che un ordine del giorno dell’ultimo Consiglio ci impegna a modificare sugli aspetti legati ai diritti della convivenza. Soprattutto il provvedimento presentato oggi non va a raccogliere le raccomandazioni dell’Ecri, anzi aumenterà le disuguaglianza degli stranieri che si trovano senza più un lavoro, crea maggiori discriminazioni. L’articolo 5 discrimina poi tra i lavoratori del settore alberghiero e quelli degli altri settori. Così l’articolo 3 per chi convive fuori more uxorio elimina l’assistenza sanitaria, mentre l’articolo 7 riconosce per diritto il soggiorno, attraverso il rilascio del permesso di soggiorno, ma dice anche che lo Stato non vuole sostenerne i costi sanitari e introduce la quota capitaria, eliminando ogni copertura. Questa legge non copre gli obiettivi posti dall’Ecri, si concede il permesso di soggiorno e si tolgono diritti fondamentali. Chiediamo se non sia il caso di attuare un confronto fattivo tra le parti sulla modifica della legge in base quanto richiesto dall’odg sulla riforma della legge 118”.
William Giardi, Upr: “Chiariamoci cos’è il termine universale, piace a tutti, ma è un aggettivo che non trova riscontro nella nostra realtà, non solo la sanità a San Marino non è universale, né a disposizione dei sammarinesi se non sono residenti. Non sono d’accordo con la collega Tonnini per due motivi: a diritti corrispondono doveri, per godere di un servizio devo contribuire alle spese della collettività, secondariamente siamo uno Stato, ma non uno Stato nazione, tutti i sistemi sanitari sono rivisti, pensare ciò che avviene in Italia con l’immigrazione clandestina, se qua dobbiamo garantire il sitema sanitario a chiunque passa per San Marino, è chiaro che le cure immediate vengono garantite, ma poi si chiede conto all’Italia delle spese. Spesso se andiamo all’estero per vacanza dobbiamo fare un’assicurazione sanitaria, bisogna ci sia un contributo.
Guerrino Zanotti, Psd: “Osservo in molte occasioni un atteggiamento di assoluta rigidità e diffidenza e di lettura fra le righe. Il pdl va nella direzione di quanto richiesto dall’Ecri, uno dei motivi che ha spinto alla sua stesura è stato quello di andare a sanare le situazioni di precarietà che si verificano sempre più frequentemente, riscontrabili nel grande numero di disoccupati, quindi per cittadini e residenti che una volta perso il lavoro avrebbero dovuto pagare la quota capitaria. Se dimostrano di voler cercare il lavoro, non la pagheranno più. Ma c’è un atteggiamento che non vuole vedere ciò che c’è scritto nel testo, c’è una posizione a prescindere, per partito preso. E soprattutto non ci sono discriminazioni tra cittadini e residenti, tra lavoratori di un settore e un altro. Una persona con diritto di soggiorno ha la copertura sanitaria per la durata di quel soggiorno, la legge non va a stravolgere un diritto sacrosanto. Altra cosa è un permesso di convivenza che non è un permesso di soggiorno. Non possiamo pensare che a chiunque viene a San Marino per qualsiasi motivo dobbiamo dare copertura sanitaria, le nostre dimensioni non ce lo permetterebbero”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica: “E’ una materia delicata, stiamo discutendo di diritti fondamentali, come quello alla sanità, ma anche di doveri. Una persona che viene dall’Italia a convivere non è che non ha assistenza sanitaria, la mantiene nel suo Paese. Quando parliamo di convivenza e soggiorno non dobbiamo estremizzare il concetto, questo progetto è un intervento cognitivo, non ha portata rivoluzionaria, ma di chiarimento, è opportuno andare nella direzione richiesta dall’Ecri e riteniamo in parte di avere risposto alle sue indicazioni con l’introduzione di alcune norme che tutelano le persone che perdono il lavoro. E’ chiaro che dobbiamo fare un discorso di equilibrio, dobbiamo sostenere la sanità e dare copertura a chi ne ha bisogno. Se voglio andare a Londra a studiare, devo corrispondere qualcosa per avere assistenza. Non vorrei che drammatizzassimo troppo questo provvedimento, è a tutela del nostro welfare e anche un ampliamento dei diritti secondo un equilibrio giusto nel mondo contemporaneo. Non togliamo nulla a nessuno, ma aggiungiamo qualcosa in più, di certo si vuole mantenere garanzie per i cittadini e residenti, mentre per chi ha un legame meno strutturato con il territorio rimane l’impostazione di sempre. Il tema dei conviventi impegnerà l’Aula anche nei prossimi anni, la realtà delle cose ci dice che è un fenomeno in crescita, con questa impostazione stiamo mantenendo quella in essere, questo non toglie che la sfida sia aperta. Ma non è questa legge l’ambito idoneo di discussione e intervento”.
Comma 3. Esame del progetto di legge “Integrazioni e modifiche della Legge n.191/2011
Francesco Mussoni, segretario di stato per la Sanità, relazione: “Questo progetto di legge va a prorogare i termini dell’articolo 5 e dell’articolo 23 della legge 6 dicembre 2011, n. 191, “Riforma previdenziale: istituzione del sistema complementare”. Si sono verificate una serie di complicanze sulla redazione del regolamento Fondiss., che hanno comportato una dilatazione dei tempi .
Il primo articolo della legge dispone la proroga dei termini per l’emissione del decreto delegato che individua i soggetti a cui affidare la gestione del patrimonio Fondiss, scegliendoli tra quelli abilitati (banche o società di gestione del risparmio). Il termine viene portato al 31 dicembre 2013. Il secondo articolo contiene la proroga del termine previsto per l’invio dello schema informativo – relativo a ciascun iscritto – impiegato per evidenziare la situazione della gestione così come disposto dall’articolo 23. Il termine è portato al 30 giugno 2014.
Ci troviamo di fronte a un provvedimento del 2011 che per tutta una serie di motivi fino al gennaio 2013 è stato fermo. C’è l’esigenza di prorogare i termini, perché il Comitato amministratore sia in linea con le norme. Propongo emendamenti per portare i termini al 30 settembre 2014″.