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San Marino, Consiglio Grande e Generale: la riforma universitaria occupa tutta la seduta notturna

da Redazione

Si riparte dall’articolo 20, “Corpo accademico”, che è di “grande importanza” sottolinea il segretario di Stato competente, Giuseppe Maria Morganti. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

L’esame del progetto di legge per la riforma universitaria occupa tutta la seduta notturna, che viene sospesa all’articolo 32, “Coordinatori di dipartimento”.

Si riparte dall’articolo 20, “Corpo accademico”, che è di “grande importanza” sottolinea il segretario di Stato competente, Giuseppe Maria Morganti: garantisce infatti “grande flessibilità” e un’università che “costa una cifra ragionevole, senza dilatazione della spesa perché è delimitata esattamente”. Ricercatori e professori pluriennali entrano tramite concorso ed è il piano strategico triennale, approvato dal Consiglio grande e generale, a determinarne il numero, mentre resta “aperta una valvola per i professori per un anno, per i collegamenti con le altre università”.

All’articolo 26, “Organi consultivi e di controllo”, e successivi 28 e 29, l’opposizione segnala le sue perplessità. Giovanni Lonfernini di Unione per la Repubblica lamenta “il rischio di costruire organismi pletorici e ininfluenti”. Per poi aggiungere che occorre trovare un rettore “non solo di alto profilo culturale, anche con capacità manageriali”. Il vicino di banco Marco Podeschi si interroga, tra l’altro, sul fund-raising, “come scritto non ha attinenze col volontariato”, e sugli emolumenti del collegio dei sindaci. Il Patto territoriale, aggiunge Francesca Michelotti di Sinistra unita, è un “organismo di oltre 20 persone con funzioni meramente consultive. Si potevano fare piuttosto incontri pubblici o convegni”. Anche Simone Celli del Partito socialista esprime “perplessità e riserve su questa impostazione”. Mentre Roberto Ciavatta di Rete afferma la necessità di “stabilire collaborazioni tra università e imprese, privati, Parco scientifico-tecnologico e pubblico”.

Gli organi consultivi “sono obblighi previsti dal processo di Bologna”, replica il segretario di Stato, aggiungendo che con questa impostazione si prevede “per legge il confronto con il territorio”. C’è stata, aggiunge, collaborazione con le imprese e la Pa. E il collegamento col Pst ci sarà. “Il fund-raising è uno strumento molto importante”.

All’articolo 31, “Direttore generale”, Lonfernini (Upr) esprime il “dubbio che si tratti di un intervento ad personam”. A Podeschi (Upr) “non piace la possibilità di cambiare l’emolumento attraverso decreto delegato”, mentre Michelotti (Su) critica la “spesa inutile” per il concorso pubblico per scegliere una figura per tre anni: “Bastava un bando di selezione pubblico, ma c’è stato un cortocircuito in maggioranza in commissione. Reciproche interdizioni che non giovano”. Nicola Renzi di Alleanza popolare ribadisce “alcuni rilievi sulle specificità tecniche previste” già espresse, mentre Manuel Ciavatta del Partito democratico cristiano sammarinese smentisce la tesi della “maggioranza tradita. Vista la figura, il bando non è un problema. L’articolo è il risultato di un confronto positivo”.

All’articolo 32, “Coordinatori di dipartimento”, tutta l’opposizione caldeggia l’emendamento di Rete perché siano scelti tramite concorso pubblico, ribadendo i dubbi di opacità. Ciavatta del Pdcs apre a una riformulazione concordata dell’articolo in base alla richiesta e i Capitani reggenti decidono di sospendere la seduta che riprenderà domani pomeriggio alle 15.

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