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San Marino, Consiglio Grande e Generale: il sistema di erogazione degli incentivi per l’occupazione

da Redazione

Molto dibattuto l’articolo 2, “Nozione”, che definisce l’apprendistato. Il report dettagliato dell’agenzia Della Torre.

 

I lavori del Consiglio grande e generale riprendono dalla prima lettura del progetto di legge per l’eliminazione di ogni indennità della Pa presentato dal movimento Rete, cui segue l’ultima prima lettura all’ordine dei lavori, quella del progetto di legge di riforma in materia di aviazione civile, illustrato dal segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, in sostituzione dell’assente collega all’Industria, Marco Arzilli.

Si passa così alla ratifica di una serie di accordi internazionali e subito dopo all’esame dell’articolato del progetto di legge “Modifica del sistema di erogazione degli incentivi per l’occupazione e la formazione e delle tipologie contrattuali a contenuto formativo”. Molto dibattuto l’articolo 2, “Nozione”, che definisce l’apprendistato. Civico 10 propone un emendamento che espliciti che il suo obiettivo sia l’assunzione stabile, a cui danno il sostegno tutti i partiti di opposizione. Contraria invece la maggioranza e infatti la proposta di modifica viene respinta. “La finalità della legge è la stabilizzazione del rapporto di lavoro. Ostacoliamo la precarizzazione ma senza essere troppo rigidi perché sarebbe controproducente”, spiega il segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi. Anche all’articolo successivo, “Apprendistato per il conseguimento di una qualifica professionale”, sono diversi gli interventi in merito agli emendamenti presentati da Sinistra unita e Rete, che vengono tutti respinti. A questo punto la seduta viene interrotta e riprenderà nel pomeriggio alle ore 15.

 

Di seguito un riassunto degli interventi.

 

Progetto di legge per l’eliminazione di ogni indennità della Pubblica Amministrazione

 

Roberto Ciavatta, Rete, relazione: “La proposta di legge prevede la soppressione di tutte le indennità previste per la Pa e risponde ad alcune indicazioni dello spending team. L’articolo 1 sopprime le indennità di funzione, le indennità accessorie alle retribuzioni del personale alle dipendenze del settore pubblico allargato. Non sono invece soppresse tutte le voci corrisposte a titolo di perdita di moneta, reperibilità, straordinario forfettario e indennità di trasporto. Gli articoli 2 e 3 specificano ulteriormente gli ambiti della legge che annulla indennità e compensi speciali disposti dal governo a titolo aggiuntivo. Si descrivono poi le modalità di soppressione: per le figure dirigenziali verrà eliminato ogni importo che ecceda la somma del piede retributivo previsto dal vigente contratto di lavoro per il livello 11^ e dell’importo corrispondente al numero di scatti di anzianità maturati. Il provvedimento è esteso al personale diplomatico a convenzione. Ci sono infine una riduzione del 30% delle indennità pensionabili riferita alla quota delle pensioni a regime Stato, a regime Iss a calcolo Stato, e la totale soppressione delle relative indennità e compensi speciali. Siamo disponibili a ragionare su eventuali situazioni, come la particolarità del personale medico. E siamo consapevoli che i problemi delle finanze dello Stato non sono dettati dagli stipendi della dirigenza pubblica. Ma se non ci si esime dal ritoccare le buste paga, occorre eliminare tutte le indennità”.

 

Tony Margiotta, Su: “Esprimo apprezzamento. Anche noi siam consapevoli che è necessaria una revisione di questo strumento che negli ultimi anni è stato abusato. Ci sono ancora persone che percepiscono indennità dovute a ruoli ricoperti da dove sono stati spostati. E’ importante valorizzare il ruolo di responsabilità di alcune competenze e che dobbiamo rivedere il significato dell’indennità”.

 

Andrea Zafferani, C10: “Il progetto di legge affronta un tema molto rilevante. La soluzione adottata è parzialmente diversa da quella che noi abbiamo suggerito. E che punta sul contratto unico tra pubblico e privato e sul contratto per professioni. Oggi diamo indennità senza logica, ma alcune servono a differenziare tra professionalità. L’indennità è un istituto che non ha più molto senso, serve un salto di qualità, ma occorre distinguere tra le varie professionalità della Pa. Comunque il progetto di legge porta all’attenzione dell’Aula il tema. E parliamo di cifre significative, circa 12 milioni di euro all’anno”.

 

Alessandro Mancini, Ps: “E’ un provvedimento importante, il tema è nell’agenda da tempo dei dibattiti consiliari. I circa 12 milioni di euro delle indennità sono una cifra notevole. Questo progetto di legge ci dà l’opportunità di discuterne”.

 

Denise Bronzetti, indip.: “Parlando di eliminazione d’indennità non occorre discutere solo della differenza del trattamento tra pubblico e privato o di risparmio. Occorre un ragionamento che parte da più lontano, da quando sono state assegnate indennità a vario titolo ad personam. In alcuni casi erano nate per coprire un disagio di funzione, ma poi si sono create distorsioni. Tutte le indennità ad personam sono già state eliminate e la riforma della Pa ha già preso in esame la questione dei profili di ruolo che si stanno completando. Pur comprendendo la ragione di presentazione del progetto di legge, vale la pena ragionare insieme dove è necessario ancora andare a rivedere alcune posizioni”.

 

Nicola Renzi, Ap: “Non è necessario fare battaglie di conservazione di fronte a queste proposte. E’ un contributo in più. Ma non si può negare che un percorso in questo senso è già stato fatto. Un percorso politico di scelta di riduzione di questo fenomeno e di riforma della Pa. Sulle indennità per categorie, in certi casi diventa una parte cospicua dello stipendio, come per i dipendenti Iss. Ci siamo dati una data precisa per fabbisogno e profili di ruolo, quello sarà il momento per dare un ultimo contributo alali forma della Pa fin qui fatta. E dovremo avere il coraggio di aggiornare forme giuridiche e forme di retribuzione tenendo presente che le mansioni sono più complesse del passato e che sarà fondamentale allinearci alle medie europee”.

 

Roberto Ciavatta, Rete, replica: “il peso delle indennità è di circa 10-12 milioni di euro l’anno. Il nostro è un intervento drastico. Anche togliendo tutte le indennità, ci sono comunque le tabelle retributive e dunque differenze sostanziali nelle buste paga. Le indennità non sono state previste solo per riconoscere differenze nelle mansioni. C’è in Aula grande sensibilità per chi è dirigente nella Pa, rispetto a chi è alla base. C’è differenza di trattamento. Inoltre le responsabilità nella Pa sono aleatorie, i dirigenti non pagano per gli errori. E abbiamo delle indennità anche filosoficamente insostenibili, metterci mano è imprescindibile. Molti stipendi della Pa gridano vendetta. Certo, ci sono ruoli che vanno distinti, come medici e insegnanti, ma si devono sopprimere le indennità, non incorporarle nel piede retributivo”.

 

Progetto di legge “Legge di riforma in materia di Aviazione Civile”

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “La riforma in materia di aviazione civile nasce dall’esigenza di riunire l’attuale frammentaria disciplina in un unico corpo. Il registro aeronautico della Repubblica sta riscuotendo interesse da parte di investitori stranieri, dunque serve un testo facile e flessibile. Dal settore dell’aviazione civile ci si attende una crescita sostanziale a livello internazionale. San marino deve dunque adeguare la propria legislazione tecnica agli standard internazionali per garantire sicurezza e conformità a quanto prevede l’Icao. Il settore del trasporto aereo può diventare fondamentale per la ripresa. Essendo materia in continua evoluzione l’Autorità deve avere l’autonomia per rispondere agli standard di sicurezza. Per questo la legge di riforma fissa i principi base, lasciando all’Autorità le questioni tecnico-amministrative. L’internazionalizzazione del registro ha già dato risultati, con l’autonomia finanziaria dell’Autorità raggiunta grazia a un aumento del 70% delle entrate. Questa normativa introduce l’esenzione d’imposta monofase per i velivoli importati a San Marino con finalità commerciali, come si fa nell’Ue per l’Iva. Viene ampliata la disciplina di registrazione dei diritti reali di garanzia sugli aeromobili, con particolare riferimento all’ipoteca. Sul fronte del personale, l’Autorità necessita di un organico ben determinato e specializzato e dunque deve diventare un datore di lavoro competitivo. Infine sono previsti nuovi reati penali”.

 

Elena Tonnini, Rete: “E’ una legge molto tecnica. Mi auguro che il segretario di Stato Arzilli possa ascoltare le mie domande. Si dice che il settore può rilanciare l’economia. E abbiamo già presentato alcune considerazioni durante un confronto preliminare durante il quale avevamo richiesto ulteriori dati. Come il rapporto tra entrate e uscite. Si parla di personale qualificato e formazione. La legge apre alla discrezionalità, dice che l’autorità può fare progetti normativi, rilasciare licenze e definire gli adeguamenti. Il direttore generale diventa una figura onnipotente. E’ nominato dal governo, rappresenta legalmente l’ente, individua i ruoli dei funzionari, sospende o revoca i provvedimenti nell’interesse della sicurezza del volo. Anche il segretario generale è nominato direttamente dal congresso di Stato. C’è una discrezionalità eccessiva che non garantisce a livello di legge le competenze necessarie”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Abbiamo partecipato al confronto sul progetto di legge ed esplicitato una serie di dubbi, pur confermando l’attenzione al tema. Il settore va incentivato, ha suscitato interesse negli investitori esteri. Abbiamo posto l’accento sulla governance dell’autorità e sul suo assetto. C’è l’intenzione di introdurre tra gli obblighi un canale di collegamento privilegiato con il Consiglio o con la commissione preposta? Proponiamo un riferimento periodico. La legge si incrocia con le normative comunitarie. E’ in corso un negoziato con l’Ue, per cui va fatto un confronto anche su questi elementi. Occorre infine capire se si può sviluppare anche il registro navale”.

 

Antonella Mularoni, Ap: “Verso la fine della scorsa legislatura ci siamo trovati di fronte alla necessità di sviluppare l’aviazione civile. Per una gestione non troppo oculata anche di quel settore, avevamo avuto problemi con l’Italia, è stata fatta la scelta di collocarci in una prospettiva più internazionale, come quei Paesi che hanno fatto del registro avio-nautico una risorsa. Questa legge, su cui si era iniziato a lavorare nella scorsa legislatura, ha un duplice fine, raccogliere le normative che si sono succedute nel tempo e rendere molto chiare possibilità, sanzioni, oneri, diritti e doveri. L’Autorità dell’aviazione civile con la segreteria di Stato competente ha avviato un confronto, c’è poi massima disponibilità a tenere il dialogo aperto nella parte successiva, prima dell’elaborazione finale della legge. Sottolineo, tra i requisiti richiesti per il team dell’Autorità, la necessità della conoscenza della lingua inglese molto buona, poi per altri profili di ruolo si può ragionare. La finalità è che l’Autorità lavori bene, oggi c’è un team di tre persone che fa un bel servizio, fanno orari flessibili, è importante che l’attuale personale continui a lavorare. Quanto alle spese, una questione sollevata, vi devo rassicurare. Il canone di affitto che l’Autorità paga al World Trade Center è inferiore rispetto agli affitti pagati dallo Stato a Tavolucci. Rispetto all’aspetto sanzionatorio, il tribunale che ha fatto le dovute verifiche. Rispetto all’osservazione del consigliere Lonfernini, quella di prevedere una relazione annuale al Consiglio, penso non sia un problema. L’obiettivo è di arrivare al pareggio di bilancio già quest’anno, mentre dall’anno prossimo l’obiettivo è di iniziare a fare reddito. L’autonomia dell’ente è da salvaguardare, eviterei l’intervento della politica in un settore molto tecnico”.

 

Alessandro Mancini, Ps: “Intervengo con piacere su questo provvedimento di riforma dell’aviazione civile, è importante arrivare alla revisione e a un unico corpo normativo in questa materia. Intesa per il Paese in più occasioni ha posto l’attenzione su questo settore che riteniamo strategico, lo abbiamo sottolineato al tavolo per lo sviluppo e con emendamenti alla legge per lo sviluppo. Può generare un indotto interessante e non solo legato alla materia dell’aviazione civile, ma a quello che può generarsi intorno. Il negoziato in corso con l’Ue dovrà dare risposte anche in questo settore, è assolutamente indispensabile potersi inserire in questa fase. Chiedo in questa sede si possano mettere in atto una serie di indicazioni e venga calendarizzato un confronto trimestrale in Consiglio e non annuale, per visionare immediatamente i risultati ed essendo materia di adeguamento internazionale, credo sia necessario un aggiornamento quasi mensile”.

 

Tony Margiotta, Su: “Anche noi vediamo positivamente questo progetto di legge che va a regolamentare un settore che ha avuto uno sviluppo discutibile in passato. Negli anni scorsi è apparsa la notizia che nel nostro territorio era stato venduto persino un sommergibile, a dimostrazione che la nostra normativa poteva essere facilmente aggirata. E’ un settore che può portare nuovo indotto. Ho partecipato alla recente riunione con le forze di opposizione e i tecnici ci hanno spiegato il contesto attuale, ci sono numeri importanti anche in prospettiva. Chiedo un chiarimento, ovvero se lo Stato di San Marino ha l’obbligo di intervenire in caso di fallimento di una possibile linea area che va in fallimento”.

 

Franco Santi, C10: “Bisogna intervenire con una normativa chiara per evitare distorsioni in futuro e questo provvedimento ha come obiettivo anche questo. Da una prima visione dell’articolato possiamo evidenziare alcune criticità, sicuramente quella relativa alla governance dell’autorità, perché crediamo vada studiata meglio. Non si capisce bene di chi è la responsabilità, se del direttore generale o del comitato esecutivo, in generale condividiamo l’osservazione fatta dal consigliere Lonfernini sulla necessità di avere un confronto tra autorità e Consiglio o Commissione sull’attività svolta. Vorrei tornare su alcuni passaggi dell’intervento di Mularoni, l’ente deve essere autonomo, possiamo condividere questa visione, ma non troviamo il corrispondente normativo all’interno del progetto. La nomina del comitato esecutivo è in mano completamente alla politica, da cui viene nominato, l’autonomia è solamente formale, e ci può stare, ma bisogna chiamare le cose con il proprio nome. E’ infatti ente dello Stato. L’ingaggio di personale, i criteri e i requisiti richiesti devono avere una connotazione generale e devono valere per sempre. I criteri adottati devono essere oggettivi, non calibrati sulla capacità di chi già ci lavora. E questo va assolutamente rivisto. Ci sono tanti aspetti poco chiari sulla governance che vanno rivisti, speriamo di avere l’occasione di confrontarci con chi sta seguendo l’attività dell’ente per avere tutte le informazioni necessarie per andare nel merito di una normativa molto tecnica”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri, replica: “Il segretario di Stato Arzilli non è presente oggi perché in questo momento è a Washington al Fmi. Era necessario accelerare questo percorso, la coincidenza ha voluto che proprio in questi giorni fosse indetto il summit del Fondo monetario. Tutte le osservazioni che avete posto gliele inoltrerò e avranno le dovute attenzioni. Sono stato tirato in ballo come segretario degli Esteri sui possibili collegamenti tra questa legge e il negoziato Ue: non c’è dubbio che uno dei lavori preliminari è la verifica di tutte le normative che abbiamo già ed entrano in relazione con l’accordo di associazione. E’ una verifica che va fatta. L’altra osservazione: si parla di un’Autorità, non stiamo istituendo un ufficio qualsiasi, e uno dei suoi requisiti è l’autonomia che è fondamentale perché possa compiere le sue funzioni, ciò non significa non ci debba essere collegamento. Nell’ambito della discussione in commissione o anche prima, sono sicuro che i chiarimenti richiesti perverranno”.

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