Home FixingFixing La danza a New York il teatro a Barcellona: Raffaele Angelini

La danza a New York il teatro a Barcellona: Raffaele Angelini

da Redazione

Fondo per l’Eccellenza, i contributi di Ente Cassa Faetano e Banca di San Marino. Le esperienze all’estero di Raffaele Angelini.

 

Nei giorni scorsi sono state consegnate, nel corso di una informale cerimonia presso la sede dell’Ente Cassa di Faetano, le buste contenenti i contributi a fondo perduto che l’Ente stesso e la Banca di San Marino hanno deciso di mettere a disposizione di sei giovani “eccellenze” sammarinesi alle prese con percorsi di alta formazione all’estero. I riconoscimenti sono stati consegnati direttamente dalle mani del Presidente dell’Ente, Maurizio Zanotti, e di BSM Giuseppe Guidi. San Marino Fixing sta facendo raccontare direttamente da questi ragazzi, i propri percorsi e i sogni che li hanno portati fin qui. A tutti abbiamo rivolto le medesime domande. Sul precedente numero abbiamo raccolto il racconto di Annalisa Stacchini, alle prese con uno stage in metodologia statistica in Belgio, e della coreografa Martina Conti, che frequenterà un Master alla University of Arts di Londra. Questa settimana lasciamo la parola a Virginia Ercolani, di 19 anni appena, e a Raffaele Angelini, l’unico dei sei ragazzi già all’estero: non a caso alla cerimonia di consegna delle buste era l’unico a non essere presente fisicamente a Faetano, bensì in collegamento video su Skype. Tra sette giorni invece metteremo in vetrina Laura Broccoli e Fabio Pazzini.

 

Potete raccontare in breve chi siete, e la genesi della vostra scelta di vita? Come avete deciso di trasferirvi all’estero, perché proprio il Paese che avete scelto, come vi trovate? Cosa pensate dell’opportunità offerta dal Fondo per l’Eccellenza e dell’opportunità di studiare all’estero?


“Le mie prime esperienze con il teatro sono avvenute molto presto, infatti mio padre fa da tanti anni la commedia dialettale ad Acquaviva. Da piccolo mi portava con lui, la sera, mentre il gruppo faceva le prove e mi piaceva guardarli, suggerire le repliche, osservare. Mi affascinava come mettevano in azione le parole scritte sulla carta e come ricreavano situazioni comiche con una grande umanità. Credo che lì sia nata la mia passione per il teatro. Attorno ai 20 anni avevo capito che mi sarebbe piaciuto dedicarmici seriamente e ho mosso i primi passi in Italia. Poi quando ho deciso di formarmi professionalmente, ho cominciato a guardarmi intorno. Andare all’estero era sempre stato uno dei miei obiettivi, e sapevo che per motivi linguistici avrei potuto scegliere tra Spagna e lnghilterra. Alla fine sono venuto in Spagna perché sentivo che le scuole che avevo trovato qui erano proprio quello che stavo cercando. Da quasi 4 anni vivo a Barcellona e mi trovo molto bene, anche se la vita dell’immigrante è dura e piena di sacrifici. Per fortuna i miei studi mi ricompensano e mi gratificano e cominciano ad arrivare le prime soddisfazioni “artistiche”. Il Fondo per l’Eccellenza mi sembra un’iniziativa stupenda che aiuta i giovani e premia le loro scelte di vita coraggiose e ambiziose. Per me non c’è nulla di male nell’ambizione, quando non è pretensione: significa puntare in alto, sognare in grande, volere farcela. Investire sui giovani e sull’istruzione è sempre un bell’investimento, per cui sono veramente grato che si sia creato questo aiuto agli studenti. Credo che con il passare del tempo saranno sempre di più coloro che presenteranno il loro progetto all’Ente Cassa di Faetano: vista l’esplosione del fenomeno Erasmus negli ultimi 7 anni, ho l’impressione che a San Marino ci siano tanti giovani che sognano un periodo di formazione all’estero. E questo va benissimo perché studiare all’estero significa mettersi alla prova su tutti gli aspetti: emotivamente, socialmente, economicamente. Questo è un po’ il destino della mia generazione: tanti scambi, conoscenza di almeno 3 lingue straniere, esperienze all’estero, gavetta e precarietà e voglia di trovare il proprio posto”.

 

Potete raccontare il progetto che vi vede protagonisti? Nello specifico l’interesse per la vostra disciplina, le peculiarità della struttura che frequentate/frequenterete, gli obiettivi che vi siete posti?

 

“Il mio posto per il momento è qui. Frequento un corso di laurea di 4 anni presso l’Institut del Teatre di Barcellona. Si tratta di un’accademia artistica che quest’anno compie 100 anni. L’institut è un’istituzione in Spagna e anche in Europa: qui convivono sotto lo stesso tetto attori, ballerini, registi e drammaturghi, scenografi e tecnici. Io sono uno degli attori e mi sto formando nel teatro fisico: un teatro che nasce dal corpo, dal gesto, dal movimento”.


Una volta terminata questa vostra esperienza, potete raccontare come intendete valorizzarla a San Marino? Provate a ipotizzare un progetto o un lavoro (anche poco probabile) che vi potrebbe vedere protagonisti qui in Repubblica. 

 

“Il mio obiettivo è quello di formarmi come attore per poter fondare una compagnia e creare i nostri propri spettacoli. Prima dell’Institut forse non ne avrei avuto il coraggio. Non è facile sapersi esporre e raccontare il proprio mondo, ritrarre la realtà dal proprio punto di vista. Però ora più che mai vedo il teatro come un lavoro di squadra. E devo dire che anche la pedagogia mi piace. La musica ha ottenuto il proprio riconoscimento ed è stata inserita nelle scuole perché riconosciuta utile allo sviluppo umano, alla creatività eccetera. Io penso che lo stesso si può dire del teatro e mi piacerebbe portarlo ai giovani, nelle scuole. Qui in Spagna sono nati i primi “licei scenici”, in cui i ragazzi, oltre alle lezioni convenzionali, si occupano di teatro, musica e danza. Non lo studiano seduti sui banchi, recitano e montano spettacoli. Chissà, potrebbe funzionare anche a San Marino”.

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