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Vecchie carte d’identità degli abitanti della Repubblica di San Marino

da Redazione

Asset Banca: ultima presentazione del libro “Cumè chi i dis?” di Morri. “Qui gatta ciboga” disse un giorno lontano il nonno di Paride Andreoli.

 

di Alessandro Carli

 

A sentirli pronunciare, non si può che rispondere con un sorriso. Bizzarri, spesso singolari, certamente eccentrici. E, passaggio fondamentale, ancora vivi. “L’esempio più bello – scrive lo storico, demologo e dialettologo Alfredo Giovine – l’abbiamo in Cicerone ovvero, Marco Tullio Cicerone: Marco è il nome, Tullio è il cognome e Cicerone è il soprannome”. Ovvero – e per avere conferma basta parlare con una persona anziana, “la vecchia carta di identità”.

Martedì 8 aprile a partire dalle 20,30 il Grand Hotel di San Marino ospiterà l’ultima presentazione di “Cumè chi i dis?” il libro di Romeo e Viola Morri, un prezioso volume che racconta la storia di tutti i Sammarinesi e che Asset Banca ha deciso di pubblicare nella convinzione che la più Antica Repubblica del mondo abbia bisogno di ampliare i propri orizzonti ma che per farlo non possa che partire dalla riscoperta delle proprie origini.

Il libro colma un vuoto e mette a disposizione di un pubblico non soltanto di eruditi un repertorio straordinario di soprannomi (più di 1.600) e, come ha sottolineato Stefano Ercolani, Presidente di Asset Banca, “racconta infatti una storia intima, quella legata alle persone, alla loro conoscenza, all’essenza dei loro caratteri e delle loro vite, che è ciò che emerge dai soprannomi. Quei soprannomi che sono il filo invisibile che lega San Marino all’antica Roma. Dai Romani, da quei nobili padri abbiamo imparato che un popolo che sa prendersi in giro con leggerezza sa, al momento opportuno, unirsi e affrontare le avversità”.

Tra le pagine si incontrano soprannomi – oggi si chiamerebbero, in inglese, nickname – che i sammarinesi hanno sempre sentito pronunciare ma non hanno mai letto (l’italiano e i dialetti sono lingue innanzitutto lingue orali che solamente in una seconda fase hanno incontrato la scrittura: hanno vissuto, per anni, grazie alla trasmissione parlata). Anche quelli dei politici. Ecco quindi il conosciutissimo “Ciboga”, ovvero Paride Andreoli. Gli autori del volume danno la paternità del soprannome al nonno dell’ex segretario di Stato allo sport che una volta disse “qui gatta ciboga” invece del più conosciuto “qui gatta ci cova”.

Rimanendo nella politica – terreno fertilissimo – non si possono non citare “Tudela” (Marino Riccardi), ma anche “Putti” (Alessandro De Biagi) e “Furlena” (Alessandro Mancini). “Carluncin” è la “vecchia carta di identità” del segretario di Stato alle Finanze Claudio Felici. Marco Gatti è “mister” mentre “Zambo” è Gianfranco Terenzi, così come “Gudanzoun” è Giovanni Francesco Ugolini.Ma ci sono anche i soprannomi delle gente comune. Invitando il lettore ad avvicinarsi a questo curioso libro – è bello sorridere assieme ai propri cari o agli amici mentre si leggono ad alta voce i nomignoli e le relative persone -, come non dimenticare “Giubba” (e qui non sveliamo l’origine dell’appellativo) oppure “Scentilla”, scintilla. Stava collaudando un impianto elettrico ma un corto circuito – una scintilla appunto – bruciò tutto.

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