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San Marino, credito al consumo abusivo. Inchiesta di Fixing

da Redazione

Inchiesta di Fixing sui prestiti per piccoli acquisti ai privati nei negozi del Titano. Alcuni casi più che sospetti di credito al consumo venduto abusivamente tramite attività commerciali sammarinesi, da operatori italiani che operano senza autorizzazione. Banca Centrale conferma: “Siamo già intervenuti in alcuni casi”.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Il credito al consumo, ovvero la concessione di prestiti, rateizzazioni o piccoli mutui a privati cittadini per l’acquisto di determinati beni, è un mercato che internamente alla Repubblica di San Marino è stato negli ultimi anni piuttosto trascurato dagli operatori locali. E così – come già in diversi altri ambiti – si è offerta la possibilità a operatori italiani di operare sul territorio secondo dinamiche piuttosto votate alla deregulation.

A Fixing sono giunte segnalazioni – che poi abbiamo potuto confermare direttamente – di attività commerciali della Repubblica di San Marino nelle quali oggi è possibile fare acquisti di entità da diverse centinaia di euro a alcune migliaia con rateizzazioni proposte da società italiane senza una organizzazione sul territorio della Repubblica.

La materia è delicata, spinosa e talvolta si presta a interpretazioni contrapposte di fronte a casi molto simili tra loro. Quello che si può affermare con certezza è che in tutti i casi il limite tra l’attività lecita e l’abusivismo finanziario è molto, molto sottile. Intanto è la stessa Banca Centrale che, interpellata in proposito, ci conferma come la problematica ci sia e abbia già portato a conseguenze nei confronti di operatori italiani, pur mantenendo il riserbo – di legge – sui singoli episodi.

UN CASO CONCRETO

“Finanziamento TAN zero TAEG diverso da zero con spese Istruttoria”. Il documento che abbiamo in mano è l’informativa fornita da un negozio di elettronica di San Marino, riferita a una nota compagnia italiana che si occupa di prestiti e finanziamenti personali quale “messaggio pubblicitario con finalità promozionale”.

L’informativa rimanda a un sito internet (italiano), un indirizzo e-mail (italiano) e un numero di telefono con prefisso 02 (Milano). In tale documento si specifica inoltre che il finanziamento è valido fino a 12 mesi, la prima rata è a 30 giorni e l’importo finanziabile va dai 290 ai 5.200 euro.

Come dicevamo, non entriamo nei dettagli né dell’esercente né della compagnia perché – appunto come evidenziato da Banca Centrale di San Marino – con gli elementi a nostra disposizione non c’è la possibilità di verificare se la società italiana non abbia imboccato qualche scappatoia per poter aggirare le insidie della normativa. Ad esempio – ci è stato fatto notare da BCSM – se il contratto viene sottoscritto in Italia c’è un qualche margine per giocare sulla sua validità, anche se la pubblicità e la promozione di tale servizio fatta sul Titano lasciano comunque molte perplessità a prescindere.

 

UNA TESTIMONIANZA DIRETTA

Una volta acclarato che la vendita di servizi di credito al consumo da parte di operatori italiani in Repubblica sia una prassi consolidata, abbiamo provato ad andare a fondo.

“A San Marino”, ci racconta un operatore del settore finanziario, “in passato hanno operato lungamente società di credito al consumo italiane senza che nessuno avesse da obiettare, mentre era piuttosto evidente che ci si trovasse di fronte a situazioni poco chiare. Poi un paio d’anni fa, presumibilmente a seguito del problema della black list, tali società hanno fatto marcia indietro abbandonando gli operatori del commercio sammarinese. Peraltro proprio nel momento in cui, al culmine della crisi economica, alle imprese sammarinesi avrebbe fatto più comodo poter usufruire di strumenti di rateizzazione per sostenere gli acquisti dei propri clienti. E adesso sono tornate”.

Fa il pari con questa testimonianza la denuncia pubblica, nell’ultima sua “newsletter”, dell’ex Amministratore del Credito Sammarinese, Lucio Amati, che ha “accusato formalmente di attività bancaria illecita e di evasione fiscale” la società AGOS a seguito di un finanziamento per l’acquisto di un televisore presso il Free Shop nel marzo del 2007.

Un altro caso circostanziato, insomma. Amati peraltro nella stessa missiva tira in ballo le autorità sammarinesi, accusandole di non aver fatto nulla per “fare cessare una attività assolutamente illecita”.

 

I CHIARIMENTI DI BANCA CENTRALE

Ma Banca Centrale era ed è a conoscenza di questa problematica? Qualcuno ha avanzato segnalazioni, o ha posto in qualche modo il problema ai vertici di BCSM?

La risposta che da via del Voltone ci hanno fornito in proposito è la seguente. “In via preliminare è doveroso chiarire che chiunque eserciti in San Marino, in assenza dell’autorizzazione di Banca Centrale, una o più delle attività riservate elencate all’Allegato n. 1 della Legge n. 165/2005, commette un abuso, in violazione di quanto disposto dall’articolo 75 della menzionata Legge”. Ciò premesso, “si partecipa che la problematica in questione è già stata affrontata da questa Banca Centrale, essendosi interessata al tema dell’abusivismo finanziario anche attraverso l’adozione di determinate iniziative nei confronti di soggetti non autorizzati e promotori di servizi finanziari in territorio sammarinese. Al riguardo, eventuali e ulteriori informazioni attinenti singoli episodi, trattati per finalità di vigilanza, non possono qui essere fornite, in quanto soggetti al segreto d’ufficio, previsto ai sensi dell’articolo 29 dello Statuto della Banca Centrale (Legge n. 96/2005)”.

A questo punto un’altra domanda sorge spontanea. Se gli operatori italiani riescono comunque ad operare – evidentemente – senza troppi problemi sul Titano, è possibile ipotizzare di fare lo stesso a parti invertite? In sostanza, nel solco della normativa vigente e degli eventuali futuri accordi bilaterali tra Banche Centrali è o sarà garantito agli operatori sammarinesi il principio della reciprocità?

Qui Banca Centrale di San Marino sta sul generico e precisa solamente che “la stipula di accordi di collaborazione con Autorità di Vigilanza estere, in materia bancaria e finanziaria, è volta proprio a favorire l’operatività transfrontaliera degli intermediari sammarinesi, consentendo, al contempo, anche ai soggetti esteri, insediati nei paesi con i quali sono in vigore accordi di cooperazione, di prestare servizi in territorio sammarinese. In tale contesto, il riconoscimento della reciprocità costituisce uno dei presupposti fondamentali per la stipula degli accordi stessi”.

Cosa significa? Verosimilmente che, una volta stretto il Memorandum d’intesa tra le due Banche Centrali, gli operatori sammarinesi potranno operare in tutto il territorio italiano e, di conseguenza, viceversa, senza problemi di sorta.

Vedremo.

Abbiamo inoltre parlato con l’Avvocato Matteo Mazza, Vice responsabile dell’Ufficio Legale di Banca Centrale, che ci ha confermato come il tema dell’abusivismo finanziario, sia in un verso (dall’Italia a San Marino) sia nell’altro rappresenti un tema delicato.

“In linea generale – spiega l’Avvocato Mazza – un operatore italiano non può operare a San Marino senza autorizzazioni specifiche”. Poi, scendendo nel caso in questione, “devono essere sempre e comunque verificate le modalità con cui viene proposto il contratto di credito al consumo, per poter dare una risposta rispetto al singolo caso”.

La disciplina di riferimento è la Legge n. 165 del 2005, nello specifico l’articolo 75 che va a normare l’attività di soggetti esteri. Anche Mazza ci assicura che “la problematica dell’abusivismo finanziario è attentamente vagliata da Banca Centrale”.

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