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Colorificio Sammarinese, Masi: Siamo una delle prime realtà imprenditoriali. Caramaschi: Ora nuove sfide

da Redazione

Quattordici lustri di storia, fatta di prodotti, ma anche di parole quella del Colorificio Sammarinese. La raccontano il presidente del Consiglio di Amministrazione, Tito Masi, e l’amministratore delegato Giulio Caramaschi.

di Alessandro Carli    

 

SAN MARINO – Quattordici lustri di storia, fatta di prodotti. Ma anche di parole. Per il presidente del Consiglio di Amministrazione, Tito Masi, “70 anni sono una data molto importante: quando è nato il Colorificio Sammarinese c’era ancora la Seconda guerra mondiale e gli oltre 100 mila sfollati che, come ha ricordato Giuseppe Marzi nel suo libro, hanno trovato rifugio sul Titano. Nel 1943 funzionava ancora il Trenino biancazzurro. Il Colorificio Sammarinese è stato una delle prime realtà di impresa nel territorio, e fu fondato in un periodo in cui il Monte era un territorio prevalentemente a vocazione agricola. In questi 70 anni l’azienda è cresciuta di pari passo con il Paese, conoscendo i periodi più difficili e il successivo boom economico. Per il Colorificio il vero balzo è avvenuto con il trasferimento della sede, nei primi anni Settanta. Abbiamo superato tantissime difficoltà e siamo certi che altre prove ci aspetteranno. La sfida della competitività è sempre davanti a noi, e può essere vinta attraverso il rigore e il contenimento dei costi, la razionalizzazione e la riorganizzazione dei processi e dei prodotti. L’innovazione per l’impresa, che ha una vocazione internazionale, è un must, e viene sviluppata nei nostri laboratori. Nel tempo siamo riusciti, grazie a un impegno costante, a immettere nel mercato molti prodotti di punta”.

E poi il futuro. “Le sfide che si aprono sono essenzialmente tre – spiega Giulio Caramaschi, amministratore delegato -: il consolidamento e lo sviluppo del nostro core business, ovvero la rivendita legata al mondo dell’edilizia; lo sviluppo sui mercati dei prodotti vernicianti e l’internazionalizzazione. Operare sul Titano è un punto di forza ma dobbiamo essere capaci di dialogare apertamente con l’estero: siamo bravi, piccoli, veloci e tecnicamente ben attrezzati. Veniamo da una lunga e recente storia di black list: oggi la qualità e la competitività delle aziende del Titano devono essere accompagnate da una nuova immagine del Paese, tutta da ricostruire. Siamo stati dipinti come gente di malaffare e per colpa di una manciata di persone, si è diffuso un giudizio negativo. Sul Monte operano realtà imprenditoriali di spessore: la gente sa lavorare. E va comunicato”.

 

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