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San Marino, Consiglio Grande e Generale: il decreto penale

da Redazione

Il progetto di legge è stato approvato con 31 voti favorevoli, 5 contrari e 9 astenuti. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

Ancora protagonista il segretario di Stato per la Giustizia, Gian Carlo Venturini, in apertura dei lavori notturni del Consiglio grande e generale. Il progetto di legge che istituisce il decreto penale, da cui si riprende, viene approvato con 31 voti favorevoli, 5 contrari e 9 astenuti.

Si passa così alla seconda lettura della normativa in materia di promozione e incentivazione dell’efficienza energetica degli edifici e dell’impiego di energie rinnovabili in ambito civile e industriale. Sono 22 i consiglieri iscritti al dibattito che proseguirà domani mattina

 

Di seguito un riassunto degli interventi

 

Progetto di legge “Modifiche alla Legge 9 settembre 1919 n.35 – Legge che istituisce il Decreto Penale. Approvato (31 Sì, 5 No, 9 astenuti)

 

Francesco Morganti, relatore unico, Psd: “Si tratta dell’unico procedimento speciale contemplato dalla procedura penale sammarinese attraverso il quale si instaura un rito differenziato. Si elimina la fase dibattimentale. Con le leggi del 1919 e 1963 è stato istituito il decreto penale per semplificare le procedure nelle pene pecuniarie. L’ambito di applicazione è stato limitato in passato. Per cui andava aggiornato. Il procedimento per decreto penale sarà applicabile dal commissario della legge quando, in seguito agli atti e alle investigazione, intenda dare la multa o l’interdizione, anche se previste in alternative all’arresto, ponendo a carico del prevenuto le spese per il procedimento. Potrà ordinare la confisca o il dissequestro dei beni. Il decreto penale non si applica alle lesioni colpose. Si tratta di un testo unico per facilitare gli operatori del diritto”.

 

Gian Carlo Venturini, segretario di stato per la Giustizia: “Anche per questo provvedimento ci sono state sostanziali condivisione e collaborazione da parte di tutte le forze politiche in commissione. Era già presente nel nostro ordinamento, lo ampliamo ad alcuni reati minori per deflazionare il carico di lavoro dei singoli magistrati. Si limita la fase dibattimentale alle funzioni e alle competenze del giudice inquirente. Se le parti non sono d’accordo si può fare il procedimento ordinario. In questi giorni qualcuno ha erroneamente indicato che si introduceva il processo per direttissima che è più complesso. C’è un odg a riguardo per un provvedimento specifico che non è questo”.

 

Franco Santi, C10: “C’è stata piena condivisone in commissione. Fa parte dei provvedimenti con l’obiettivo di dare strumenti e semplificazione al tribunale. L’articolato è semplice. L’altro obiettivo è il contenimento dei costi. Abbiamo accolto con favore il testo e abbiamo collaborato in maniera costruttiva. E’ un buon risultato per il Paese. L’auspicio è che sia il primo tassello per fare lavorare al meglio il tribunale”.

 

Antonella Mularoni, Ap: “Esprimo soddisfazione. C’era ampia convergenza sulle modifiche suggerite dalla magistratura, anche da parte dell’avvocatura. Siamo soddisfatti che sia stata accolta la nostra richiesta, e di altri gruppi, di fare un nuovo testo e non una modifica delle legge precedenti. Le leggi di inizio ‘900 sono fatte bene, ma si tratta di una legge del 1919. Bene anche il clima in Aula”.

 

Marco Podeschi, Upr: “Si interviene su una materia riorganizzandola, un piccolo contributo per semplificare la giustizia. Siamo soddisfatti”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Conveniamo sull’opportunità della legge per decongestionare il lavoro dei magistrati. Si tratta di una modifica di una legge esistente per chiarire meglio i confini dell’istituto del decreto penale, che dà al commissario della legge un potere decisionale più rapido, con la possibilità di ritornare al rito ordinario. In alcuni settori i problemi delle sacche di arretrato rimangono. Dobbiamo mettere nelle condizioni il tribunale di operare nella migliore maniera possibile. Questo è un piccolo passo, ma non sufficiente. Occorre anche scrivere le norme in maniera più chiara”.

 

Andrea Belluzzi, Psd: “E’ un piccolo intervento che non risolve le problematiche di accumulo di lavoro del tribunale. Ma andava fatto. Questa segreteria di Stato è intervenuta spesso. Ha fatto molto più in un anno di quanto fatto nella precedente legislatura. Ora ci aspettiamo altro, veri riti alternativi al dibattimento penale. Anche la giustizia può fare crescere il Paese”.

 

Gian Nicola Berti, Ns: “Condividiamo l’intervento. Si possono creare delle sinergie per individuare provvedimenti condivisi. La segreteria di Stato ha creato due commissioni congiunte per la parte civile e penale e per migliorare l’ordinamento sammarinese. Con il decreto penale si liberano professionalità utili per procedimenti più complessi. Spero che anche gli altri segretari di Stato ricorrano agli ordini professionali. Le norme però poi vanno applicate”.

 

Gian Carlo Venturini, segretario di stato per la Giustizia, replica: “Rivediamo la legge del 1919 con un testo unico. Ringrazio le forze politiche per la condivisone”.

 

Dichirazioni di voto

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Siamo felici che si snellisca il lavoro, speriamo sia un prodromo per discutere di reati come il consumo di stupefacenti. Qui comporta pene e anche la reclusione. Sarebbe il caso di snellire le procedure anche per questi casi e applicare il decreto penale”.

 

Gian Nicola Berti, Ns: “Ribadisco il sostegno al progetto di legge. Non è esatto dire che l’ordinamento è punitivo sull’uso e consumo di sostanze stupefacenti. Ha una finalità rieducativa, lo considera un elemento negativo. Per cui prevede o un procedimento terapeutico per cessare il vizio oppure applica una pena. I casi sono rarissimi negli ultimi anni e connotati per altre ipotesi di reato oltre l’uso personale, come lo spaccio. Non è un fenomeno bagatellare”.

 

Progetto di legge “Riforma della Legge n.72 del 7 maggio 2008 – Promozione incentivazione dell’efficienza energetica degli edifici e dell’impiego di energie rinnovabili in ambito civile e industriale”

 

Gerardo Giovagnoli, relatore di maggioranza, Psd: “Il provvedimento organizza e aggiorna tutte le norme in materia. l’obiettivo rimane la riduzione dei consumi e quindi le importazioni di energia, gas e acqua per aumentare l’autonomia attraverso la produzione da rinnovabili. L’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia ha un ruolo fondamentale. Il nucleo centrale riguarda i provvedimenti per la riduzione dei consumi in edilizia. Ci sono obblighi da rispettare per le ristrutturazioni sulla produzione da rinnovabili, a regime nel 2016, con deroghe precise. L’obbligo è inasprito per gli edifici pubblici. Vengono ridefiniti i criteri per la selezioni dei certificatori energetici. Non verranno uniti Sportello energetico e Gpe. Confermati il conguaglio per chi produce energia da rinnovabile e la possibilità di cederla in rete. C’è la tariffa unica fissata dall’Autorità. Ci sono i criteri per il risparmio idrico e stabiliti i controlli. Sono programmati gli incentivi finanziari per le rinnovabili. Viene istituita la Commissione per l’efficienza energetica”.

 

Franco Santi, relatore di minoranza, C10: “A distanza di cinque anni dalla prima legge occorre intervenire di nuovo. Gli anni con Piano energetico nazionale hanno registrato fino al 2010 consumi in aumento. Gli obiettivi non sono stati centrati e non conosciamo i dati del Pen 2012-2015. Pa (10%), settore civile (18%), industria (72%) sono i tre grandi consumatori. Le prime 20 aziende il 34%. L’unico obiettivo centrato dal Pen è stata la diversificazione delle fonti. Gli incentivi, troppo generosi, hanno registrato distorsioni. Riguardo la legge, destinare risorse per incentivare una corretta ristrutturazione del patrimonio immobiliare è indice di buona politica. Ma ci sono criticità: non si interviene sull’industria. Anzi c’è un’impostazione peggiorativa e l’alibi della crisi non convince. Inoltre per l’efficace applicazione saranno necessari i decreti, strutture organizzative e risorse umane. Ci chiediamo poi cosa abbiano fatto Pa e associazioni di categoria sul consumo di energia. Due terzi dell’autorità sono appena estati nominati, il presidente non ancora e rimane la discrezionalità del governo. Sugli incentivi chiedevamo il criterio reddituale. Il provvedimento corregge il tiro rispetto al 2008 ma incombe la capacità operativa”.

 

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “Ringrazio per il metodo messo in atto. La materia è delicata ma sta a cuore a tutte le forze politiche. E c’è il discorso del rilancio dell’edilizia, con la domanda stagnante e operatori molto professionali. Questa legge è parte di un percorso. La cultura ambientale è in continua evoluzione. Prima del 2008 la materia non era normata. Il primo obiettivo di questa legge è riorganizzare le leggi e fare il punto della situazione, con alcune novità. Ci viene chiesto si consumare meno e produrre da rinnovabili. Con la legge del 2008 si è fatto molto per le rinnovabili, ma non si è partiti con la riqualificazione energetica. Occorre rilanciare l’edilizia con la riqualificazione e con gli incentivi economici messi in campo ci può essere un nuovo impulso. Già ci sono 500 mila euro dalla Finanziaria, non è una cifra altissima, ma è un buon inizio. Sull’industria non era il momento giusto per obbligare gli investimenti per la riduzione dei consumi. Interveniamo con gli incentivi per gli audit che suggeriranno dove intervenire. Le principali novità sono l’accorpamento della normativa; la maggiore flessibilità nella scelta dei metodi di calcolo, con un nuovo software in collegamento con la Regione Emilia-Romagna; la piccola rivoluzione dell’obbligo di attestato di produzione energetica nei passaggi di proprietà e per gli affitti. Senza appesantire la burocrazia. Il Gpe raccoglie i dati in massima trasparenza. Il certificatore energetico diventa indipendente dai progettisti. Si semplificano gli ambiti di intervento e ci sono gli indici di prestazione per al’acqua calda sanitaria, per la climatizzazione e per l’illuminazione. Viene razionalizzato lo sfruttamento di biomasse. Gli incentivi prevedono l’obbligo di produrre energia da rinnovabile. La legge è tecnica, ma ha una valenza politica. Ci adegua alle realtà europee, dà una svolta. Si tratta di un cambiamento culturale”.

 

Alessandro Mancini, Ps: “La legge del 2008 era molto importante, una delle più qualificate di quella legislatura. Era nata con l”utilizzo di professionisti sammarinesi. Ha prodotto riqualificazione degli immobili ed economia. Il bilancio è positivo. Questa è una revisione necessaria. L’approccio del segretario di Stato è stato buono e il testo è molto condiviso. Negli anni ci sono atti distorsioni e vengono messi dei correttivi. Si prediligono gli interventi sui piccoli impianti e sul costruito. Auspico che le criticità siano corrette durante il dibattito”.

 

Stefano Canti, Pdcs: “Il progetto di legge fa riferimento a un tema molto tecnico. Si raggruppano in un unico i testo i vari decreti in vigore per dare maggiore impulso al risparmio energetico. Può essere un volano per l’edilizia che è fondamentale. E’ un moderno strumento di legge per un passo in avanti nell’efficienza energetica. Per ridurre i consumi occorre incentivare i privati ad adeguarsi agli standard energetici. Servono inventivi urbanistici, non solo economici. Occorre rivedere il testo unico e il piano regolatore generale”.

 

Vladimiro Selva, Psd: “I requisiti minimi energetici in edilizia vengono definiti solo nel 2007. E il nostro patrimonio immobiliare è squalificato. La legge del 2008 non è riuscita a fare molto su questo versante. Proviamo a dare una risposta, dando una prospettiva più vantaggiosa. Cerchiamo anche di sensibilizzare il Paese a livello culturale, con l’obbligo di certificazione energetica nelle compravendite. L’approccio è graduale. La scommessa è dare la possibilità di intervenire sull’immobile per migliorarlo, con detrazione e deduzione fiscali, contributi a fondo perduto e presti agevolati. Ci sono anche gli incentivi edilizi”.

 

Nicola Renzi, Ap: “Il percorso del provvedimento di legge è stato oltremodo proficuo. Ringrazio il segretario di Stato per lo sforzo di condivisone fatto. L’ispirazione è la cultura ambientale, il rispetto del territorio. Basata sulla riduzione dei consumi dove possibile e sul miglioramento della qualità dei consumi. La legge dà ordine e un’applicazione più veloce ai principi delle normative precedenti. L’edilizia va rispettata. Ci sono state storture, ma ci sono tanti professionisti onesti. E così dimostriamo attenzione al settore. I decreti sono opportuni per tastare l’applicazione. Gli audit vanno della direzione di rendere espliciti i vantaggi del risparmio energetico. Il certificatore è una figura di riferimento imparziale per giudicare i lavori”.

 

Marco Podeschi, Upr: “Un punto non mi soddisfa. L’Autorità di regolazione dei servizi pubblici e dell’energia. L’ente si è smarrito negli anni. Si precisano le sue competenze, ma c’è un aspetto stravagante. Rivede le tariffe di vendita dei servizi che sono in regime di monopolio. Sull’incentivazione pesa l’aspetto economico. Va considerato l’impatto sull’erario e sull’Azienda dei servizi che si regge sul trading energetico e sulla vendita di energia. Se la vendita diminuisce e aumentano i costi nel medio lungo termine ci potrebbero essere ricadute negative. Credo alle rinnovabili, la legge migliora quella del 2008, ma forse manca ancora la svolta culturale. Molto dipende dagli investimenti che può fare lo Stato. C’è il problema, inoltre, delle imprese. Serve una moral suasion sull’efficienza degli immobili. Anche questa Aula sperpera energia, lo Staro deve dare il buon esempio. Chi seguirà il segretario di Stato dovrebbe fare un’operazione culturale e un piano per riconvertire tutti gli edifici pubblici a partire da Palazzo Pubblico. All’ospedale servirebbe più attenzione sull’utilizzo dell’energia. Servono atti concreti. Quanti soldi il governo mette sul piatto?”.

 

Elena Tonnini, Rete: “Il confronto è stato utile. La legge indica una via per sviluppare un settore fondamentale: la riqualificazione energetica. In questi ambiti occorre essere un passo avanti. E questa legge ha limiti, come la discrezionalità e i controlli. Non facciamo del settore un’eccellenza, non c’è una visione di avanguardia, insegue l’Italia. Pone un freno agli sprechi. L’economia della costruzione non ha futuro, occorre dare un nuovo senso agli edifici. Serve una riconversione culturale dell’edilizia. Occorre rinunciare alla nuova cubatura. Anche l’Europa non dà un euro alle nuove costruzioni. La tripla sfida va verso la trasparenza degli appalti, delle nomine e delle consulenze, favorire la riqualificazione e rinunciare a nuove costruzioni, coinvolgendo le aziende. Con meno impatto sulla qualità della vita. L’efficienza nei processi produttivi non emerge nella legge. Produrre se si spreca è inutile, la migliore energia è quella risparmiata. Il tema è quello dell’efficientamento energetico. Il Parco scientifico-tecnologico dovrebbe promuovere a priori questo tipo di ricerca”.

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