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San Marino, i pensionati frontalieri incrociano le dita

da Redazione

Tutte le interpretazioni convergono: le tasse le pagheranno solo sul Titano. Il ‘caso’ Luigi Contato: “Finché non vedo davvero non ci credo”.

 

di Loris Pironi

 

L’articolo 18 si riferisce ai redditi da pensione e altri pagamenti analoghi e al Comma 2 assicura che – quale eccezione a quanto affermato nel Comma 1 – le pensioni e altri pagamenti analoghi ricevuti nell’ambito della legislazione di sicurezza sociale di uno Stato contraente sono imponibili soltanto in detto Stato”. Tutto ruota sull’interpretazione di “legislazione di sicurezza sociale”: a San Marino è difficile intendere qualcosa di diverso dall’ISS. Dunque teoricamente su tutte le pensioni erogate dall’ISS non dovranno essere più pagate le tasse in Italia.

I pensionati frontalieri sono dunque in fibrillazione perché – ricordiamo – a differenza dei lavoratori frontalieri, gli ex lavoratori non possono contare sulla franchigia da 6.700 euro.

La circolare della Segreteria alle Finanze dunque prevede una grande svolta per gli ex lavoratori che hanno maturato, in tutto o in parte, la propria pensione a San Marino. Una svolta che vale alcune migliaia di euro l’anno: un rapido calcolo su una pensione media da 25 mila euro porta a una cifra che si aggira infatti attorno ai 4 mila euro.

A questo punto avrà davvero ragione la Segreteria di Stato alle Finanze? San Marino
Fixing ha indagato. Commercialisti ed esperti sono allineati nell’interpretazione della norma data sulla base del Commentario OCSE ma fino a prova contraria per tutti è difficile sbilanciarsi. Anche perché è la stessa Segreteria alle Finanze che afferma la propria volontà “di attivare il tavolo tecnico bilaterale con l’Italia per definire contenuti e ambito di applicazione della locuzione Legislazione di sicurezza sociale di uno stato contraente”. E se al momento nulla fa credere che ci siano elementi che indichino il contrario, prima la questione viene sollevata a livello italiano e meglio è per gli ex lavoratori frontalieri (e per i lavoratori di oggi, che un giorno andranno in pensione).

 

Una questione personale


“Finché non vedo non ci credo. Sarebbe davvero un momento cruciale per tutti noi”, afferma Luigi Contato, pensionato frontaliere nonché ex Presidente della vecchia ALF, l’Associazione Lavoratori Frontalieri. Contato negli anni Novanta fu protagonista di una personale battaglia che ha diversi punti di contatto con la situazione odierna. Facciamo un passo indietro e raccontiamo brevemente la sua storia. Nel 1996 Luigi Contato, allora residente a Rimini e lavoratore frontaliere sul Titano, ricevette la notifica di un accertamento dell’Ufficio Imposte italiano che aveva deciso di considerarlo un evasore fiscale, in quanto non aveva mai denunciato un reddito in Italia. Gli richiese il pagamento di una discreta somma, circa 40 milioni di lire fra imposte sanzioni e interessi, ma Contato decise di fare ricorso, intentando una causa pilota che lo vide ottenere la sospensione delle cartelle esattoriali. La sentenza della Commissione Tributaria spiegava in maniera assai chiara che i redditi da lavoro dipendente prestato all’estero in virtù di un rapporto di lavoro dipendente esclusivo e continuativo dovevano essere esclusi dalla base imponibile. Quindi i lavoratori frontalieri non potevano essere considerati degli evasori. Da allora le norme sono cambiate, i frontalieri oggi pagano le tasse prima sul Titano e poi, per la parte rimanente, in Italia, e come già detto i pensionati frontalieri non possono contare neppure su una quota di esenzione. Almeno fino al 1 gennaio 2014. Almeno fino a prova contraria. “Ne ho parlato con i commercialisti italiani – prosegue Contato – e anche loro danno la medesima interpretazione della Segreteria Finanze. Poi quando chiedo loro se posso non fare dichiarazione dei redditi in Italia però mettono le mani avanti. È per questo che sostengo che ci si debba attivare subito, per chiarire la situazione in maniera inequivocabile”.

 

 

Luigi Contato, protagonista di una causa “pilota” in favore dei frontalieri a San Marino, negli anni Novanta, è stato prima Tesoriere e poi Presidente dell’ALF, l’Associazione Lavoratori Frontalieri. Il Comitato Frontalieri, nato nel 1997, diventò ALF nel febbraio del 1998; per la cronaca, il primo Presidente dell’Associazione fu Tiziano Arlotti, oggi parlamentare del PD (vedi box qui a fianco) che si occupa nello specifico delle problematiche dei lavoratori frontalieri.

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