Home FixingFixing 11M: intercity Madrid – San Marino. Per non dimenticare

11M: intercity Madrid – San Marino. Per non dimenticare

da Redazione

Il fotografo di San Marino Augusto Betiula nel progetto internazionale “Projet192”.

 

di Alessandro Carli

 

Forse esiste solamente una via – un modo, un mezzo, declinato in mille sensibilità e due mila occhi – per rendere immortale la vita: la fotografia. Non è certamente l’evento che ha segnato la resa della pellicola a discapito del digitale – per questo passaggio epocale occorre tornare all’11 settembre per l’attacco alle Twin Tower della Grande Mela – ma è, a distanza di dieci anni, ancora una ferita aperta. Sono trascorsi due lustri (marzo 2004 – marzo 2014) dall’attentato che squarciò i visi e i corpi di 192 persone (più un neonato) che, in quel maledetto 11 marzo, erano a Madrid, vittime di un attacco terroristico che fece capire all’Europa che New York non era così distante e che il Vecchio Continente non era affatto al sicuro. Quattro treni saltato in aria. Le esplosioni avvennero nell’ora di punta, fra le 7.36 e le 7.40 nelle stazioni madrilene di Atocha (tre bombe), El Pozo del Tío Raimundo (due bombe), Santa Eugenia (una bomba) ed in un quarto treno che si trovava nei pressi di via Téllez (quattro bombe), sui binari che portano ad Atocha provenendo da sud. Le forze di polizia trovarono altri due dispositivi inesplosi. Dopo mesi di indagini, arrivò la sentenza: gli attentati, che contarono anche oltre 2 mila feriti, furono compiuti da una cellula terrorista di tipo jihadista, e non ci fu partecipazione dell’organizzazione terrorista basca ETA.

Compito dell’arte – nella sua concezione più alta – è quello di “fermare gli attimi”. E Ciro Prota ha messo in piedi un progetto ad ampio respiro: 192 macchine fotografiche per 192 fotografie, una per ogni morto, da racchiudere in un libro. Per non dimenticare l’attacco terroristico.

Tra gli artisti che hanno dato il loro contributo, anche Augusto Betiula, fotografo di San Marino.

 

Com’è nato il progetto?


“Nel 2013, a Parigi, Prota, pensando al decennale della strage, ha creato un’associazione. Successivamente ha voluto mettere in piedi un lavoro fotografico: ha selezionato 192 fotografie, a cui ha aggiunto quella di copertina: il ricordo della bambina morta qualche settimana dopo l’attentato a causa delle ferite riportate. Ad ogni artista è stato assegnato un nome. A me quello di Maria Pilar Martin Rejas. Di lei non abbiamo alcuna immagine: sappiamo solo che aveva 50 anni e lavorava al Ministero dei trasporti a Madrid”.

 

Dov’è nato il suo scatto?


“Con la nostra foto abbiamo cercato di ricordare la vittima che ci era stata assegnata. L’immagine è stata fermata a San Marino città, nella galleria del trenino biancoazzurro, quel luogo che ha ospitato tanto dolore e tanti rifugiati durante la guerra. Gli unici vincoli per gli scatti, oltre al bianco e nero, sono stati il nome della vittima, che doveva apparire nell’immagine, senza l’ausilio del fotoritocco. Ho ragionato per contrasti: le gallerie hanno protetto oltre 100 mila rifugiati. Il Titano ha avuto un gesto di grande nobiltà verso le persone. Dall’altro il gesto ignobile dei terroristi, che hanno ucciso quasi 200 innocenti”.

 

Come ha costruito lo scatto?


“Sul proscenio è stata posizionata una candela. Il nome della vittima è stata inserita in un cuore di carta. La candela rievoca il collo di una donna e il nastro nero ricorda un foulard, o una collana. Dal fondale, fuori fuoco, si vede un treno, che incombe. La difficoltà tecnica dello scatto va ricercato nelle proporzioni: la candela e il vagone. Abbiamo lavorato quindi sulla fiamma: sono stati innestati alcuni stoppini, in modo da ottenere un fuoco più grande, più visibile. Più armonica. Ho scattato molto, anche perché spesso passavano i turisti e si fermavano a fare una fotografia davanti al trenino”.

 

Dall’iniziativa è già nato un e-book (http://www.projet192.org). In primavera partirà anche una mostra itinerante, che toccherà anche Bologna, Parigi, Padova, Milano e forse anche Madrid. Sarebbe interessante ospitarla anche a San Marino.

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