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San Marino, produzione e commercio a stretto contatto

da Redazione

I commenti del Gruppo Colombini, Gruppo ASA e Colorificio Sammarinese. Piano di fattibilità di Rovereta: sì anche dalle imprese manifatturiere.

 

di Alessandro Carli

 

Sulla necessità di mettere mano all’area di Rovereta non ci sono dubbi: la zona va migliorata, e va anche resa più accessibile. La viabilità – l’abbiamo “raccontata” anche attraverso le immagini – sente il peso del tempo. Recentemente le segreterie di Stato per il territorio e l’industria hanno elaborato un “piano di fattibilità”, uno studio di sistema utile per capire i punti di forza e di debolezza del territorio ma anche per capire in che modo Rovereta possa trasformarsi in un villaggio del commercio. Dopo aver ospitato le parole del Presidente dei Commercianti (USC), Carlo Lonfernini, e aver raccolto le impressioni di un’azienda del settore commerciale (Arca International), abbiamo bussato alle porte delle aziende di produzione. Tre voci, indicative, per capire come gli imprenditori “sentono” il progetto: il gruppo Colombini, il gruppo Asa e il Colorificio Sammarinese.

 

GRUPPO COLOMBINI

 

Il Gruppo Colombini si occupa di mobili e di soluzioni d’arredo, che spaziano dalle creative e colorate camerette per bambini agli eleganti soggiorni dal design contemporaneo, dalle cucine funzionali alle camere da letto comode ed accoglienti. Il gruppo provvede all’acquisto delle materie prime direttamente dai mercati di approvvigionamento e alla loro trasformazione in stabilimenti produttivi specializzati nelle strutture portanti e nei prodotti finiti. Il controllo dell’intera filiera consente di ottenere efficienza e di conseguire livelli qualitativi ottimali ad un costo molto competitivo. A Emanuel Colombini, amministratore delegato dell’azienda e Presidente dell’Associazione Nazionale Industria San Marino, chiediamo qualche riflessione.

 

Il progetto, nelle sue linee essenziali, può rappresentare un volano per l’economia del Paese?


“Il progetto di fattibilità e di riconversione dell’area, per gli imprenditori, va visto nell’ottica di una sferzata al settore commerciale, ma anche come sviluppo di nuove aree e di nuovi settori. Oggi, nonostante la Legge per lo sviluppo, manca un progetto per il commercio. La pianificazione è un tassello importante: le nuove aree sono tutte da impostare, sia a livello di distribuzione che sotto il profilo urbanistico. Direi che l’idea va bene”.

 

I due profili della zona posso convivere?


“L’iniziativa è partita da lontano con uno studio di sistema. Ora però occorre il piano dettagliato. La riconversione di un’area che vede vicine realtà produttive e commerciali è una storia già vissuta da altre città. Dopo anni di abbandono, di immobili vecchi e fatiscenti, si è pensato alla riqualificazione. Il primo step però deve partire da un investimento dello Stato che sappia creare poi le regole per un piano urbanistico. E’ la naturale via di rilancio del settore e dell’area, che vive un periodo di sofferenza”.

 

Il gruppo Colombini è insediato a Rovereta. Che margini ci sono?


“Molti metri quadrati sono stati costruiti e non sono utilizzati. Riconvertire o costruire: c’è comunque ancora spazio per altri mq. e quindi lavoro per il settore edile della Repubblica, che già da tempo è in difficoltà. Attraverso il piano di fattibilità si può creare un circolo virtuoso per diverse aziende che hanno un outlet nella sede produttiva. Il Gruppo Colombini ha due punti di vendita al dettaglio, di ‘retail’. Uno è molto vicino alla zona di Rovereta. Per noi è un fattore positivo”.

 

Commercio significa anche SMaC card.


“Abbiamo aderito al circuito della SMaC dopo una prima fase di studio. Oggi il consumatore sammarinese ha una sensibilità forte per questo strumento. Allargare il circuito delle attività che aderiscono è interessante dal punto di vista di un processo virtuoso: San Marino può ancora disporre di un vantaggio grazie al sistema fiscale agevolato rispetto all’Italia (5 punti). Questa leva può far riprendere i consumi. Lo strumento, secondo me, andrebbe ulteriormente diffusa, anche fuori dai confini: sotto il profilo promozionale ci sono margini di crescita. La promozione è una forma di investimento: se aumentano i consumi attraverso la SMaC, l’investimento in promozione potrebbe ripagarsi senza problemi”.  

 

GRUPPO ASA

 

Il Gruppo ASA opera nel settore degli imballaggi metallici dal 1961. Il gruppo è cresciuto in Europa attraverso una importante e continua serie di acquisizioni e start up ed oggi è costituito da un pool di aziende in grado di offrire soluzioni innovative e di qualità. Nel corso degli anni ASA ha ampliato la gamma di prodotti sviluppando la produzione di imballaggi per il settore chimico, aerosol, food, alimentare e per il settore oleario. Il gruppo segue le evoluzioni del piano di fattibilità con grande interesse. Con l’ingegner Roberto Amati, Consigliere Delegato, entriamo nei dettagli.

 

Il piano parla di un progetto di riconversione e strizza l’occhio al commercio. Voi, di fatto, siete un’azienda di produzione.


“E’ chiaro che la scelta portata avanti dalle due segreteria, territorio e industria, sottolinei la vocazione commerciale della zona, che è già nei fatti. Mi auguro che il piano valuti una concreta coabitazione tra le due anime di Rovereta, ovvero quella della imprese di produzione e quelle commerciali. Un’area commerciale, di fatto, valorizza anche la produzione. Ma non è il nostro caso: credo sia più praticabile un discorso di ottimizzazione delle esigenze reciproche. L’arredo urbano, le aree per i parcheggi, le strade. E’ importante valorizzare che l’immagine”.

 

Possono convivere le due vocazioni dell’area?


“Per noi la Repubblica di San Marino rappresenta un luogo di riferimento: recentemente abbiamo acquisito un altro capannone. Ci stiamo consolidando. Spero che Rovereta possa essere una risorsa per tutti. Sicuramente l’area necessita di una viabilità più adeguata e un sistema fognario al passo con i tempi. Il piano potrebbe avere significative ricadute per tutti. Ci piacerebbe avere un rapporto trasparente, di confronto, con chi sta portando avanti il progetto. Stiamo inoltre ragionando attorno a un progetto di viabilità interna, concordata con quella esterna”.

 

Che idea vi siete fatti del progetto?


“Sicuramente positiva. Ci rendiamo conto di essere una realtà produttiva ‘old economy’. Ad oggi il gruppo ha una forza lavoro di 160 persone. Lo scorso anno abbiamo investito in un nuovo depuratore per i fumi e a breve smaltiremo 5.500 metri quadrati di eternit: l’attenzione che Asa rivolge all’ambiente si vede anche in questi accorgimenti. Il gruppo dimostra nei fatti una attenta sensibilità”.

 

COLORIFICIO SAMMARINESE

 

Esperienza, innovazione, passione: da qui nasce una lunga storia del Colorificio Sammarinese, classe 1944. Una brillante realtà della Repubblica di San Marino che è diventata in poco tempo il punto di riferimento della colorazione sia per l’edilizia che per l’industria. L’azienda, ancora oggi, è protagonista del settore a livello nazionale e internazionale perché sa cavalcare i tempi, anticipare le tendenze, incontrare i gusti e le esigenze dei clienti. Giulio Caramaschi, amministratore delegato, osserva favorevolmente il progetto.

 

Il Colorificio Sammarinese si affaccia su Rovereta. Lo shopping village quindi tocca anche voi.


“Il progetto di fattibilità dell’area di Rovereta è un fatto economico interessante: porterà certamente più persone e quindi più ‘giro’. Bisogna però prestare attenzione alla viabilità: allo stato attuale delle cose, risulterebbe difficilmente sostenibile. La viabilità dalla superstrada Rimini – San Marino dovrà essere rivista: dovranno essere eseguiti una serie di lavori su misura: dalle strade ai parcheggi. In un momento di crisi dei mercati, il progetto potrebbe dare una buona spinta all’economia del Paese”.

 

Shopping village significa anche SMaC Card.


“E’ uno strumento sicuramente valido, che può dare una spinta e un incremento all’economia davvero efficace. La fidelity card è tarata sui consumatori e li può stimolare ad acquistare. E’ un modo per sollevarli dagli importi. All’interno di un progetto ad ampio respiro, potremmo entrare nel circuito”.

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