Home categorieCultura San Marino, il fotografo Michele Buda presenta “Tricks and falls”

San Marino, il fotografo Michele Buda presenta “Tricks and falls”

da Redazione

L’appuntamento è per giovedì 20 Marzo 2014 alle ore 18 alla biblioteca di Stato (Contrada Omerelli, 13 – San Marino Città).

 

SAN MARINO – La Biblioteca di Stato e beni librari della Repubblica di San Marino presenta il libro “Tricks and Falls” di Michele Buda, edito da Danilo Montanari nel 2012. La presentazione del libro condotta da Jean Franco Bernucci e Marco Vincenzi si svolgerà alla presenza dell’autore e dell’editore.

 

Giovedì 20 Marzo 2014 alle ore 18 – ingresso libero – Contrada Omerelli, 13 – San Marino Città: “Tricks and falls”, fotografie di Michele Buda.

 

Michele Buda ha realizzato e selezionato la serie di fotografie che costituiscono “Tricks and Falls” come una ricerca iniziata e portata a termine nel Jurassik Skatepark di Cesena, dove ha iniziato a fotografare quasi incidentalmente, osservando adulti e ragazzi che si ritrovano tra banks e muretti costruiti ad hoc e si misurano in quotidiani allenamenti o “best trick contest”. La skate photography è un sottogenere ormai affermato negli Usa, patria della tavoletta su ruote: ma Michele Buda non appartiene alla schiera degli skaters-fotografi che ruotano intorno a questo fenomeno. La sua serie è piuttosto una ricerca formale e concettuale sulla gestualità e le forme effimere create dai praticanti di uno sport molto meno superficiale di quel che si crede, che richiede pazienti e ripetuti tentativi e allenamenti, ripetitività e fatica che le immagini in bianco e nero del fotografo cesenate cercano di rendere trasfigurate in immagine.

L’operazione fotografica realizzata da Michele Buda non è il tentativo documentario di una comunità di skater, né tantomeno un lavoro di strada, da reportage, così come non sono il singolo gesto acrobatico o l’evoluzione spettacolare a caratterizzare le fotografie. Lo scenario, lo skatepark, e i suoi protagonisti sono solo degli spunti per un lavoro che porta ad una sorta di occultamento dell’autore. La scelta quasi ossessiva di inquadrature e punti di vista che celano il paesaggio circostante diventa il pilastro attorno al quale si svolgono dei micro racconti fotografici, in cui non si ricerca il gesto atletico o la posa plastica, quanto si ritrova il tentativo di cogliere una pratica che ha nella continua ripetizione del medesimo gesto il punto centrale. (Francesco Zanot)

“Questa ricerca nasce casualmente, nel senso che mi ci sono ritrovato, perché accompagnavo mio figlio piccolo in uno skatepark. Mentre facevo delle fotografie durante le sue evoluzioni ho capito che potevo provare a sviluppare un progetto sul mondo degli skaters. Il mezzo usato (una digitale 35mm) mi ha portato ad usarlo per quello che è stato principalmente progettato: la fotografia d’azione. Nella serie ci sono anche delle immagini di parti della pista, è qui che ho cercato un collegamento con il mio lavoro precedente, anche se ho fotografato questi oggetti con la fotocamera settata e usata come se fossero degli snapshot. Ho cercato di evitare di fare delle fotografie sportive: per lo più sono fotografie di errori o salti disarticolati. Non compare mai il paesaggio circostante o il cielo che avrebbe aggiunto enfasi al gesto, ci sono solo delle figure schiacciate su una superficie che compare solo perché viene usata per le loro evoluzioni. (:::) Per me e per il mio modo di fotografare questo mondo, questi luoghi sono essenzialmente un pretesto. Quello che mi interessa della pratica dello skatebording è la continua insistenza a provare e riprovare gli stessi gesti, le stesse figure alla ricerca dell’esercizio perfetto. E a un livello di perfezione, o almeno ad avvicinarsi, si può arrivare solo dopo molte e molte prove e cadute. E’ un atteggiamento che, ovviamente, mi piace assimilare alla pratica della fotografia. Nel libro ho cercato di dare una certa qualità narrativa alla sequenza, ma nonostante questo tentativo rimango convinto che la fotografia non è la pratica più adatta per raccontare delle storie. Siamo noi che quando guardiamo delle fotografie cerchiamo di tessere una trama. E quindi il mio tentativo di racconto non è tanto sulla pratica o sul mondo dello skate, ma sul modo in cui guardiamo le cose attraverso la fotografia”. (Michele Buda)

 

Nota biografica dell’autore


Michele Buda è nato nel 1967 a Ravenna, vive e lavora a Cesena. Ha studiato Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo all’Università di Bologna. E’ docente di Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Ha iniziato ad occuparsi di fotografia all’inizio degli anni novanta partecipando a diverse campagne fotografiche pubbliche.

Nel 2005 e nel 2006 espone prima al Fotomuseum di Winterthur poi al SK Stiftung Kultur di Koln per la mostra “Trans Emilia”; nel 2008 partecipa alla seconda edizione del Premio Fotografia Italiana Arte Contemporanea a Milano, nel 2009 ha luogo la personale “Michele Buda Fotografie” presso la Galleria Senzatitolo di Roma e nel 2010 la personale “9909” presso la Galleria Metronom di Modena.

Numerose sono anche le pubblicazioni a cui lavora, legate in particolare a progetti su commissione relativi ad indagini sul territorio.

Sue fotografie fanno parte delle collezioni di Linea di Confine per la fotografia contemporanea di Reggio Emilia, dell’IBC della Regione Emilia-Romagna, del Canadian Centre for Architecture di Montreal e del Fotomuseum Winterthur in Svizzera.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento