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Quel che ci scandalizza delle trasgressioni

da Redazione

Rispolverando oggi “Comizi d’amore”, l’audace film-inchiesta di Pasolini. Ungaretti: “Il trasgredire del poeta”, Moravia: “Si scandalizzano i farisei”.


di Simona Bisacchi Lenic

 

La potenza della parola dipende dal grado di esperienza che contiene. Quanto sarebbe scandalosa una morale praticata, invece che solo proclamata. E quale forza potrebbe contenere la trasgressione se non fosse solo ostentazione, ma ricerca effettiva di una nuova strada.

“Personalmente sono un poeta, quindi comincio a trasgredire tutte le leggi facendo della poesia. Ora sono vecchio e allora non rispetto più che le leggi della vecchiaia” così spiegava la sua personalissima trasgressione Giuseppe Ungaretti al microfono di Pierpaolo Pasolini, in “Comizi d’amore”, film inchiesta del 1965 sulla sessualità e sui costumi degli italiani. Pasolini intervistava la gente della strada, ma anche amici intellettuali, alla scoperta di un mondo che stava irrimediabilmente cambiando ma che ancora si nascondeva dietro una coltre di perbenismo e ipocrisia.

Un’operazione innovativa, dove i no comment – innocenti e un po’ balordi, secondo Pierpaolo Pasolini – raccontavano l’imbarazzo di un popolo che non amava esprimere la propria opinione su questioni private. In questo senso la società è cambiata molto, ma chissà se Pasolini avrebbe apprezzato il passaggio dalla vergogna di allora all’esibizione di oggi, questa traversata durata decenni che ha portato dall’ignoranza su questioni sessuali all’incompetenza su quelle sentimentali.

E se nella nostra epoca scandalizzarsi sembra un dovere a cui si possono sottraggono solo coloro tacciati di indifferenza, di ben altra opinione era lo scrittore Alberto Moravia. “Non mi scandalizzo mai – dichiarava Alberto Moravia – Potrei dire che mi scandalizza la stupidità ma poi non è vero neanche. Penso che bisogna sempre cercare di capire, c’è sempre la possibilità concreta di capire le cose, e le cose che si capiscono non scandalizzano. Chi si scandalizza è perché vede qualcosa di diverso da se stesso e allo stesso tempo di minaccioso per se stesso, sia fisicamente, sia per l’immagine che questa persona si fa di se stessa. Lo scandalo è la paura di perdere la propria personalità, è una paura primitiva”. Una dichiarazione che diventa una vera e proprio denuncia al conformismo, e una ricerca di un senso religioso che vada al di là dei dogmi. “Una credenza che sia stata conquistata con la ragione e con esatto esame della realtà è abbastanza elastica per non scandalizzarsi mai. Mentre una credenza ricevuta, accettata per tradizione, per pigrizia, per educazione passiva è un conformismo. Per esempio, gli uomini di profondo senso religioso non si scandalizzano mai. Cristo non si è mai scandalizzato, si scandalizzavano i farisei”.

 

www.simonalenic.it

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