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San Marino, la controversa figura di Giuliano Gozi. Bocciata l’Istanza per intitolargli una via

da Redazione

La figura del conte Giuliano Gozi è una delle più controverse della storia recente della Repubblica di San Marino. Si è parlato di lui in Consiglio Grande e Generale: bocciata ma con numeri assai risicati l’Istanza d’Arengo che chiedeva di intitolargli una strada.

SAN MARINO – La figura del conte Giuliano Gozi è una delle più controverse della storia recente della Repubblica di San Marino. Una figura complessa in un periodo complesso, il periodo del fascismo sammarinese. Più moderato di quello italiano ma comunque sempre di totalitarismo si parla. Con pagine buie sulla falsariga di Mussolini – il provvedimento a tutela della razza ariana – ma anche con un’umanità di fondo che lo vide protagonista dell’impegno nell’ospitare sfollati riminesi e perseguitati ebrei. Di Giuliano Gozi si è parlato ieri in Consiglio Grande e Generale: oggetto del contendere l’intitolazione di una via a suo nome. Bocciata dall’aula ma con numeri assai risicati.

A seguire l’esito del dibattito consiliare.

 

Istanza d’Arengo n.9 – Perché Via Il Contradino a San Marino Città sia dedicata al Conte Giuliano Gozi e diventi “Via Il Contradino dei Gozi” oppure “Via Giuliano Gozi” e affinché – qualora tale modifica non sia possibile – venga apposta, in tale via, una targa di pietra che omaggi la memoria di Giuliano Gozi. Respinta (26 No, 21 Sì, 2 astenuti)

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Va valutata l’importanza del conte Gozi per avere assunto le più alte cariche dello Stato e tra l’altro firmatario della Convenzione di buona amicizia con l’Italia. Ha contribuito alla crescita di San Marino e dato rifugio agli ebrei durante la guerra. Non c’è però la disponibilità di idonei luoghi di denominazione e ci sono problematiche di toponomastiche, si può valutare la targa. Rimetto alla libertà del Consiglio l’accoglimento”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Ho apprezzato la figura di Giuliano Gozi leggendo la Via delle Rose di Giuseppe Marzi. Durante la guerra San Marino ha dato esempio di umanità ospitando decine di migliaia di sfollati riminesi e perseguitati ebrei, attraverso una sinergia tra destra e sinistra sammarinese. Una storia che insegna. Credo si possa fare un piccolo atto di riconoscimento di questo momento storico”.

Nicola Renzi, Ap: “E’ importante sviluppare un dibattito su una questione così delicata. Il fulcro della questione è: un personaggio storico può essere sia giusto che ingiusto? Il periodo era molto complesso. Non ho gli strumenti per sciogliere questo dubbio. Nella storia sammarinese esistono buchi neri, l’800 non è stato indagato appieno perché ha prevalso una retorica ‘arenghista’. Il periodo fascista va analizzato e studiato, senza revisionismi. Alla fine di questo percorso si potrà prendere in considerazione la figura di una persona che ha compiuto anche atti degni di memoria. Non ragioniamo però in base a colori e tendenze politiche”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Mussolini in Italia non ha fatto solo cose cattive. Ma questo non lo riabilita. Le responsabilità storiche rimangono al di là delle cose buone che si fanno. E’ troppo marcato il senso di appartenenza politica con cui si affrontano questi personaggi. Serve distacco e i tempi non sono ancora maturi. Ben vengano gli studi”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Gli inviti alla prudenza e alla contestualizzazione sono pertinenti. Qualche settimana fa il governo sammarinese ha siglato un atto con il centro mondiale per la ricerca sull’olocausto. Ed emergono dati straordinari. Spero si possa aprire una fase per una lettura più ragionata della storia. Col tempo dobbiamo affrontare le radici della nostra storia con spirito di solidarietà e chiarezza, mantenendo ferme le responsabilità, ma leggendo anche l’umanità”.

Francesca Michelotti, Su: “C’è attenzione e rispetto verso la storia, al di là del personaggio molto controverso. La risposta del governo è stata pilatesca. Ma anche saggia. Ci sono ancora persone che vivono con animosità il ricordo di quel periodo. La figura di Giuliano Gozi ha un aspetto umano, ma era l’eminenza grigia del partito fascista sammarinese che emanò un provvedimento di tutela della razza ariana. Il fascismo sammarinese rispetto a quello italiano ha avuto una misura più moderata. Ma ci sono stati pestaggi che non sono stati fermati dal governo, al professor Franciosi per esempio. Enzo Balducci è stato perseguitato. Il fascino della storia si gode quando la polvere si è depositata”.

Paride Andreoli, Ps: “E’ bene ricordare quel periodo per quello che ha rappresentato. La festa dell’antifascismo non è nata a caso, ma per la volontà di tanti dopo la liberazione. Non entro nel merito della vita di Giuliano Gozi. Condivido che in quel periodo il fascismo era parte integrante dell’Europa, che ha interessato anche San Marino. Oggi è inopportuno dare seguito alle richieste degli istanti. In ricordo delle tante vittime manifesto la nostra contrarietà”.

Michele Muratori, Psd: “Non è questa la sede per aprire un dibattito sui meriti e demeriti di questa figura. La Giunta ha espresso parere negativo ed è doveroso fare altrettanto. Non ha voluto mancare di rispetto alla famiglia, ma non è al servizio delle richieste singole dei cittadini. Numerosi personaggi meriterebbero un’intestazione. Il Psd è per il non accoglimento”.

Roberto Venturini, Pdcs: “Comprendo quando si dice che non è passato abbastanza tempo. Ma la storia va conservata nella sua interezza, nel bene e nel male, senza enfasi e omissioni. Occorre abbandonare le contrapposizioni ideologiche. L’intitolazione non ha secondo fini se non ricordare il nostro patrimonio storico. Gozi ha avuto molto peso in quel periodo. Se si sono salvati molti profughi ed ebrei il merito è anche del governo di allora. Gozi è stato anche uno statista, ha dato il via a varie opere pubbliche. Il nostro gruppo ha lasciato libertà di voto, il mio sarà favorevole. Non si cambierà il giudizio sul fascismo”.

 

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