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San Marino, Consiglio Grande e Generale: modalità di impiego delle risorse

da Redazione

Il movimento civico Rete ha presentato 5 emendamenti. Accolto quello modificativo all’articolo 7, che aggiunge all’elenco prestazioni e servizi acquistabili il pagamento del servizio del trasporto pubblico, inoltre, si aggiunge la specifica che per l’acquisto dei servizi elencati sia fornita documentazione che certifichi la comprovata necessità ed appropriatezza. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – In seduta notturna i lavori riprendono dal comma 2 “Ratifica decreti delegati e decreto legge”, in particolare dall’esame del decreto delegato 2 gennaio 2014 n.4 – Modalità di impiego delle risorse di cui all’articolo 49, comma 1 della Legge 21 dicembre 2012 n. 150 “Certificato di Credito Sociale”. Il movimento civico Rete ha presentato 5 emendamenti. Accolto quello modificativo all’articolo 7, che aggiunge all’elenco prestazioni e servizi acquistabili il pagamento del servizio del trasporto pubblico, inoltre, si aggiunge la specifica che per l’acquisto dei servizi elencati sia fornita documentazione che certifichi la comprovata necessità ed appropriatezza.

Il decreto viene quindi approvato a maggioranza.

Si passa all’esame delle istanze d’Arengo. Si apre il dibattito sull’istanza n.4 “Perché ai fini elettorali sia istituito il collegio estero, distinto in due aree, area europea ed extraeuropea, per ognuna delle quali sia nominato un solo consigliere che dovrà dichiarare ufficialmente prima del voto a quale coalizione appartenga”. I lavori riprenderanno domani mattina con gli ultimi interventi e il voto dell’istanza.

 

Di seguito una sintesi del dibattito sull’istanza n.4:

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Il problema è noto ed è stato discusso più volte in politica e nella Consulta dei cittadini residenti all’estero. Il tema è da approfondire, credo che l’istanza abbia il difetto di sottoporre una problematica e indicare una soluzione specifica. La proposta è troppo semplicistica, chiedo di respingere l’istanza perché così come indicata non è accettabile, ma credo si possa, tramite un ordine del giorno, aprire un tavolo di confronto in cui rappresentanze consiliari, della consulta e del governo possano cercare insieme di analizzare proposte di modifica normative che l’istanza solleva”.

 

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Con la modifica elettorale abbiamo tolto un diritto, creando elettori di serie A e di serie B. Si è tolto il voto di preferenza, per poi accorgerci che nelle ultime elezioni il voto estero non modificava i risultati. Questo ha creato un periodo di caccia alle streghe e umiliato i cittadini all’estero che si impegnano a far conoscere fuori dai confini il nostro Paese. Durante la Consulta, che si ritrova a San Marino periodicamente, ho rivisto confermata la preoccupazione per la realtà sociale, economica e politica. Le prossime elezioni non sono lontane, sono previste nel 2017. Istituiamo subito un tavolo di lavoro per sanare la frattura. La residenza fuori territorio non deve essere un handicap, ma un valore aggiunto di cui il Paese deve beneficiare. Ai cittadini all’estero deve essere garantito il diritto al voto, attraverso forme di giudizio a distanza”.

 

Franco Santi, C10: “La problematica va affrontata su più piani, quello di fare comunità, mantenere senso di appartenenza e di attaccamento allo Stato di San Marino. E’ un’attività che deve essere prioritariamente a carico delle istituzioni interne. Su questo c’è molto da fare, questo tipo di rapporto non si può limitare a incontri sporadici. Oggi la riforma della Consulta non ha ancora dato i frutti sperati. L’altro aspetto è legato più strettamente al diritto di voto. San Marino ha una realtà unica al mondo, con un’ampia fetta dell’elettorato residente fuori territorio. Quindi bisogna equilibrare l’esigenza di senso di appartenenza a una comunità e quella di dare adeguato peso al voto dei non residenti. La proposta dell’istanza può essere perseguita, creando un collegio estero. Non so se creare un tavolo come suggerito dal segretario sia la via giusta, certamente un confronto tra le parti politiche lo vediamo favorevolmente. Siamo aperti a ragionare su altre ipotesi. Si potrebbe quindi approvare comunque l’istanza per sollecitare l’esecutivo a mettere mano alla questione”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “E’ un tema centrale per la rappresentanza politica. L’eliminazione della preferenza era una decisione motivata, non possiamo fingere che non ci sia stato negli anni un problema legato al volo di scambio. Credo sia stato lesivo per la stessa autostima dei nostri concittadini all’estero. Non c’è dubbio che l’intervento avesse un suo senso, porre freno a una situazione degenerata, ma certamente credo sia il caso di rimettervi mano. Ma non possiamo non tenere conto del peso percentuale che hanno i residenti all’estero. L’istanza va nella direzione giusta, garantendo da un lato il diritto ad esprimere un voto e una preferenza, dall’altro evitare che l’intercettazione dei cittadini disponibili a votare a comando si trasformi in un boomerang per la democrazia. Alla Consulta abbiamo avanzato la proposta di garantire voto e preferenza dal domicilio, cosa che succede ovunque, e impedire che sia indispensabile recarsi a San Marino per poter votare. Quindi la possibilità di votare elettronicamente o per corrispondenza è una cosa che andrebbe incontro anche alle difficoltà economiche per i nostri connazionali, in modo che sia garantito a tutti loro di esprimere il proprio voto a prescindere dalle proprie possibilità. Di qui però la necessità di limitarne il peso sul voto nostrano. Pur condividendo lo spirito dell’istanza, concordo con il segretario che non possa essere accolta per la sua schematicità e auspico che il tavolo di confronto vada subito al cuore del problema. Diamo senz’altro la nostra disponibilità”.

 

Lorella Stefanelli, Pdcs: “Chiedendo l’istituzione di due collegi, si potrebbe sottendere l’idea che i consiglieri eletti dai residenti non siano rappresentantivi dei non residenti, ciò non è accettabile. Questo non è un parlamento di lobbies, dobbiamo affrontare il problema in modo più generale. Dobbiamo trovare metodi diversi come il voto telematico o elettronico, pur garantendo la segretezza. Sarebbe opportuno che il governo istituisse un gruppo di lavoro misto tecnico – politico, ove sia presente un rappresentante della Consulta. Do lettura del seguente odg: Il Consiglio grande e generale, vista l’istanza d’Arengo con cui si chiede l’istituzione di un collegio estero a fini elettorali, (…) impegna il congresso di Stato ad avviare entro giugno 204 un tavolo di confronto tra governo, rappresetanze consiliari e la Consulta per affrontare le problematiche ed individuare le modifiche normative da apportare”.

 

Gian Nicola Berti, Ns: “Il voto estero è stato nell’agenda degli ultimi vent’anni di tutte le forze presenti in Aula. Ci sono state denunce, esposti, interventi sui media, si è arrivato alla privazione di esprimere il diritto di preferenza dei candidati. E’ stata una forma distorsiva per cercare di correggere eventuali distorsioni. Ora sembra di poter dire che il rischio di eventuali brogli sia superato. Non dimentichiamo che la legge impone la residenza per gli eletti in Consiglio grande e generale, ed evidentemente è importante insieme alla Consulta dei sammarinesi all’estero cercare di riportare questo dibattito in termini costruttivi per riequilibrare le due valenze del voto estero ed interno. La proposta dell’istanza non è da rigettare in toto, può essere condivisibile, anche se alcune parti non lo sono, come quella retributiva. Non penso che l’istanza sia lo strumento migliore per dare una soluzione al problema, credo l’ordine del giorno sia invece un valido strumento”.

 

Antonella Mularoni, Ap: “Alleanza popolare ha fatto importanti battaglie sul problema del voto estero che aveva generato ben più che sospetti sulle irregolarità. Nel tempo il codice penale è stato modificato, si è registrata sensibilità al problema e consapevolezza da parte della classe politica che certi episodi erano superati. E’ vero poi che il nodo della rappresentanza estera è rimasto irrisolto, la classe politica non è riuscita a raggiungere un accordo sulle forme di rappresentanza. Oggi è giunto il momento di affrontare il problema di intesa con la Consulta, riaprendo il tavolo pensato nella scorsa legislatura. Ap già anni fa aveva ritenuto la proposta del collegio estero da esaminare, potrebbe rappresentare una risposta utile al problema, ma siamo pronti al dialogo. E’ vero che l’istanza così come presentata lascerebbe aperte delle problematiche, deve essere approfondita con la partecipazione a un tavolo di tutti i soggetti interessati. Ap condivide la proposta di Odg avanzata”.

 

Matteo Zeppa, Rete: “Durante la Consulta è emersa l’esigenza di creare un network in cui i non residenti possano interagire maggiormente tra loro, partecipare a videoconferenze etc. Ricordo che quando c’erano le elezioni, anni fa, quando ero addetto al museo dell’emigranti,mi facesse arrabbiare vedere tantissimi sammarinesi non parlare nemmeno l’italiano. Ci sono stati brutti episodi di mercimonio e scambio di voto. La maggioranza, pur rigettando l’istanza, pare voler mettersi in discussione sulla richiesta di pari dignità delle comunità estere. Quando dico che le piacevoli sorprese nascono quando meno te le aspetti… L’istanza va infatti sviluppata, su quanti consiglieri possano essere eletti dal seggio estero, visto l’impronta dell’Odg, ci sarà un altro metodo, ma accogliere una rivisitazione di quel fenomeno è una sorpresa ben accetta, mi auguro che da quell’odg la data sia rispettata”.

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