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San Marino, Settanta gente ha ancora voglia di divertirsi e ballare

da Redazione

Torna “70s80s music party”, l’evento creato da fun4all. Le parole di Roberto “Moghe” Moretti. “Renzi e i nuovi leader politici 40enni d’Europa? San Marino ha anticipato i tempi”.

 

di Alessandro Carli

 

La vita è filosofia, e va presa esattamente in tutta la sua interezza. Una sguardo in avanti e uno al passato. Se è vero che le cose belle non vanno abbandonate, vero è che tutto è già stato scritto. Non deve sorprendere quindi il grande ritorno degli anni Settanta e Ottanta: su questi due decenni, Antonello Venditti ci ha costruito la sua nuova tournée, “70-80: Ritorno al futuro”.

L’aveva predetto, già qualche secolo fa, il filosofo napoletano Giambattista Vico (poi ripreso anche da Milan Kundera ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere”) nella celebre “teoria dei corsi e dei ricorsi storici”. Alcuni accadimenti si ripetevano con le medesime modalità, anche a distanza di tanto tempo. Non per puro caso ma in base a un preciso disegno stilato della divina provvidenza.

Non disturbiamo troppo gli abitanti del cielo: in fondo, basta fare un giro e osservare. I mercatini propongono tanto modernariato, la fotografia ricerca i colori vintage anni ’70, i locali che giocano sul divertimento fanno i pienoni con le serate dedicate agli over 40 e soprattutto la musica sta riscoprendo il vinile.

Gli ingredienti quindi ci sono tutti per lanciare l’evento: sabato 15 marzo al Multieventi Sport Domus dalle 20.30 in poi torna il “70s80s Music party 5th edition”, la manifestazione a cura di fun4all e dedicata alla musica degli anni ’70 e ’80.

Nei panni di demiurgo (e organizzatore, ma non solo), Roberto “Moghe” Moretti, che quegli anni li conosce bene: li ha vissuti, li ha ascoltati e li ha cantati (gli ’80) con i “Bluesmobile”. E ha capito che ancora oggi sanno raccontare – ma senza malinconia – un periodo storico importante.

Non è un spleen generazionale, e nemmeno un semplice tuffo nel passato. Dietro e dentro c’è molto di più.

 

La primavera, a San Marino, parte un po’ prima della data stabilita dal calendario: il 15 marzo. “La febbre del sabato sera”?


“Assolutamente sì. Con qualche accenno di amarcord in quanto la musica è di quegli anni. Però non c’è nostalgia: certe sonorità non invecchiano mai. Oggi si parla spesso di revival, di recupero di alcuni artisti o di particolari atmosfere. E le offerte, specie in Italia, sono molto variegate. Noi, cinque anni fa, ci siamo sin da subito contraddistinti, sviluppando una proposta che sapesse avvicinare la musica, il cibo e la vista. Abbiamo così puntato sul videojay: la musica si fa accompagnare anche dalle immagini di live di alcuni straordinari concerti che hanno segnato la storia delle sette note”.

 

Com’è nata l’idea di rituffarsi negli anni ’70 e ’80?

 

“Da un’intuizione, come capita spesso. Un lustro fa io e Alessandro Calzolari (presidente di fun4all) abbiamo sentito l’esigenza di organizzare un evento che incontrasse le esigenze prima, di chi è nato negli anni Sessanta e Settanta, per chi ha vissuto quell’epoca, che comunque è piaciuta e piace anche ai più giovani, visto che si tratta comunque di un periodo musicale che esaltava la spensieratezza e la gioia di vivere. Mi spiego: un certo tipo di musica, di atmosfera, di leggerezza. Il successo crescente della manifestazione ci suggerisce che la strada è quella giusta. L’evento permette di trascorrere una serata all’insegna del divertimento ma anche di mettere a confronto i gusti generazionali. Ho un figlio che ascolta musica house. Io alla sua età ero orientato verso altre sonorità, diverse da quelle di mio padre. Se per i genitori si tratta di un ‘recupero’, per i figli si deve parlare, in molto casi, di una scoperta. E’ un dialogo di esperienze, di emozioni, tra chi ha vissuto quella musica e chi invece la ascolta, anni dopo il ‘qui e ora’. Credo che ci sia un aspetto sociologico molto importante e profondo, che racconta l’evoluzione dei giovani nel tempo. Oggi vediamo che i grandi dj di caratura internazionale hanno enorme seguito e cachet davvero stellari. Cachet che una volta erano appannaggio solamente dei gruppi più famosi o degli artisti più applauditi. Esistono però punti di incontro tra padri e figli, soprattutto su alcuni genere come il rock. Ad ogni modo, l’arpeggio di ‘Stairway to heaven’ dei Led Zeppelin deve essere conosciuto…”.

 

Gli anni Settanta sono anche quelli che hanno visto nascere i nuovi leader. L’Italia insegna: con Matteo Renzi i 40enni salgono al potere. Un passaggio epocale?

 

“Politicamente può piacere o non piacere, però – tralasciando l’orientamento politico -, il fatto che l’Italia abbia il Premier più giovane d’Europa è un fattore molto positivo, indice di una fase di rinnovamento. Anche l’ex Presidente del Consiglio Enrico Letta aveva meno di 50 anni. Sono gli effetti e le conseguenze di alcuni casi di malgoverno che ha colpito non solo l’Italia ma anche l’Europa. La speranza è che i giovani abbiano più slancio, più energia. Sull’ondata di gioventù che sta attraversando il Vecchio continente, la Repubblica di San Marino ha anticipato i tempi. Negli ultimi anni alcuni Capitani Reggenti erano under 40, e così come molti segretari di Stato. Non possiamo però parlare di novità quanto si entra nell’arte: molti musicisti hanno raggiunto il successo già quando erano molto giovani. Penso a Bob Dylan, o agli U2, per fare due esempi concreti. Arte e politica hanno tempi di maturazione piuttosto diversi”.

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