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San Marino, come ti faccio ripartire il sistema bancario

da Redazione

In Consiglio approvato l’Odg che indica le linee guida del piano di rilancio. Internazionalizzazione, si punta su una task force. E il libro bianco ABS?

 

Nella “nuova” San Marino, quella post-uscita dalla black list, le banche torneranno ad essere un asset importante, da cui ripartire. Certo, quando diventerà realtà anche il Memorandum d’Intesa tra la Banca Centrale del Titano e Bankitalia tutto sarà ancora più facile, ma nei giorni scorsi il Segretario alle Finanze Claudio Felici aveva dichiarato pubblicamente il proprio ottimismo in proposito, affermando che il 2014 potrebbe essere l’anno buono. Tale Memorandum, lungamente atteso, potrà permettere alle banche sammarinesi di “espandere i propri confini di operatività”. E per usare ancora le parole del Segretario alle Finanze, oggi “la contrazione strutturale del sistema può dirsi sostanzialmente finita”.

Nel frattempo la sessione di febbraio del Consiglio Grande e Generale ha visto un lungo e dettagliato approfondimento “sullo stato e lo sviluppo del sistema bancario e finanziario”, arricchito dalle relazioni consultive di BCSM e sull’andamento del sistema finanziario negli ultimi anni.

L’ordine del giorno votato e approvato dal Consiglio è altrettanto articolato e parte da un presupposto: il sistema bancario e finanziario di San Marino, pur avendo affrontato la “tempesta perfetta” (crisi generale più scudo fiscale più vicenda Delta-Carisp più bombardamento mediatico a tappeto sul Titano) è riuscito in qualche modo a restare a galla. Oggi il livello di stabilità sicurezza e garanzia, nei confronti dei risparmiatori, rispecchia tutti gli standard internazionali, così come si è arrivati a standard universalmente accettati anche da un punto di vista normativo in materia di trasparenza e lotta al riciclaggio.

Altro elemento chiave, che ha il peso specifico, in ambito bancario, dell’uscita dalla black list, l’inclusione a pieno titolo della Repubblica di San Marino, a decorrere dal primo febbraio 2014, tra i paesi aderenti alla Single Euro Payments Area (Sepa).

L’obiettivo in generale è il rilancio del sistema, partendo dal concetto dell’internazionalizzazione, dall’implementazione delle professionalità e dei servizi e prodotti da presentare alla clientela. Per giungere a questo obiettivo il Consiglio Grande e Generale ha deciso di puntare sulla creazione di una task-force (testualmente) “di esperti indipendenti, di espressione internazionale che abbia un ruolo chiave nell’esecuzione dei progetti di rilancio allo scopo di valorizzare, potenziare e coinvolgere l’intero sistema nel progetto stesso”. C’è da chiedersi in tutto questo quale sia l’opinione della politica sul grande sforzo compiuto (e sui risultati raggiunti) da ABS, l’Associazione Bancaria, con la stesura del proprio libro bianco, giacché ciò che dovrebbe fare questa task force era già stato evidenziato dall’Associazione.

 

Internazionalizzazione


Al governo è stato dato mandato per lavorare su “un provvedimento omogeneo specifico per supportare lo sviluppo del sistema”, che miri all’internazionalizzazione. Internazionalizzazione come superamento dei limiti dati dall’Italia, perché è assolutamente indispensabile – riprendendo le parole dell’Odg consiliare – “ampliare i mercati di riferimento, sia per quanto concerne la collocazione di prodotti e servizi che per l’attrazione di investitori da un bacino più ampio, al fine di determinare una positiva evoluzione del rapporto bilaterale con l’Italia verso un modello non più di monodipendenza ma generatore di mutui vantaggi”. Per giungere a questi obiettivi il Governo è impegnato altresì a dare la massima spinta a un negoziato con l’Unione Europea affinché si raggiungano le condizioni “per un rapporto diretto con il mercato bancario e finanziario europeo, con le istituzioni comunitarie ed i programmi di rifinanziamento”.

 

Potenziamento


L’Odg continua prevedendo il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche nazionali, “al fine di salvaguardare autonomia e sovranità del sistema”, con la decisione di dare priorità all’istituzione di una Centrale rischi sammarinese – oggi una grave lacuna del sistema – “al fine di raccogliere e distribuire nel sistema le informazioni sulle posizioni delle garanzie e degli affidamenti”. E ancora affida all’esecutivo il compito di potenziare i meccanismi di garanzia dei risparmiatori, rafforzare la competitività dei prodotti finanziari domestici (anche attraverso l’applicazione di politiche fiscali incentivanti) e di definire specifici progetti di formazione in campo finanziario.

Altro passaggio chiave: è prevista un’azione normativa che predisponga il quadro regolamentare necessario pe una progressiva specializzazione e separazione fra banche di raccolta e banche di investimento.

 

Diversificazione


L’attività dovrà essere diversificata, ha detto in aula nella sua relazione il Segretario Felici. Come? Attraverso prodotti finanziari su misura; potenziando il wealth management, il private banking, i family offices. E puntando anche su fiscalità, moneta elettronica, finanza islamica, assicurazioni e rassicurazioni, finance trading, corporate lending, venture capital, private banking e investment banking”.

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