Home NotizieSan Marino San Marino, lettera degli insegnanti: qualità, riordino e tagli… quale futuro per la scuola?

San Marino, lettera degli insegnanti: qualità, riordino e tagli… quale futuro per la scuola?

da Redazione

“Come mai l’azione di “riordinare” non è finalizzato a mantenere la propria eccellenza e qualità, ma piuttosto ad auto-declassarsi in vista di obiettivi quali spending review, risparmio ed economia?”.

 

SAN MARINO – Dopo i numerosi articoli usciti negli ultimi mesi sulla qualità della scuola e la risposta del Segretario Giuseppe Maria Morganti, gli insegnanti della scuola dell’infanzia sottolineano che il “nostro” non è e non vuole essere un attacco al Segretario, al contrario siamo “sollevate” e fiduciose per la disponibilità che fino ad oggi ci ha dimostrato, ma le nostre “proteste” sono rivolte a tutte le cariche politiche coinvolte nella spending review e soprattutto a coloro che minacciano tagli senza conoscere appieno il sistema scuola.

Il nostro intento, e quello di tutti gli ordini scolastici, è quello di preservare la qualità e la funzionalità di un sistema scuola che miri a salvaguardare il benessere dei nostri utenti e di mantenere alto il livello educativo/didattico delle nostre scuole.

Finché esisterà l’articolo 73 della Legge Finanziaria e finché si parlerà di riordino del sistema scolastico, il livello di attenzione continuerà a restare alto.

Il termine “riordino” all’interno del nostro grado scolastico viene utilizzato quotidianamente: insegniamo ai nostri alunni a riordinare i propri spazi e oggetti, una volta terminato il momento del loro utilizzo. Questo non ha solo la valenza organizzativa di tenere in ordine e pulita l’aula, ma ancor più educa a maturare il rispetto delle proprie cose, che altro non è che rispetto di sé stessi. Ora, come far capire ad un bambino che il Riordino proposto dal proprio Stato, tanto “omaggiato” attraverso il progetto civico e di cittadinanza non ha niente a che vedere con l’amore delle proprie cose e di se stesso? Come mai l’azione di “riordinare” non è finalizzato a mantenere la propria eccellenza e qualità, ma piuttosto ad auto-declassarsi in vista di obiettivi quali spending review, risparmio ed economia?

La situazione scolastica è in stato di emergenza, senza dover attendere il “Riordino”, previsto entro marzo.

In primis gli spazi che prima i bambini utilizzavano come laboratori didattici, saloni per esperienze di gioco motorio o addirittura refettori che oggi sono adibiti a sezioni.

Nella scuola dell’Infanzia lo spazio non è solo la somma di metri quadri calpestabili ma ogni superficie ha la propria funzione, ogni spazio è specializzato e possiede valenze educative specifiche: teatri e saloni per la socializzazione e il gioco psicomotorio; angoli strutturati per laboratori di cucina, falegnameria,bricolage,…

In seconda battuta il personale docente non viene sostituito anche per lunghi periodi, questo genera una continua riorganizzazione ostacolando la didattica e il buon funzionamento della scuola. La carenza di personale non docente fa si che spesso i modelli organizzativi della scuola vengano messi in crisi.

Ultimo punto dello stato di emergenza è la chiusura anticipata (ore 16:00) di alcuni plessi scolastici: la proposta è una sperimentazione nell’arco di tre anni, cosa comporterà?

Minor servizio per gli utenti? Riduzione di personale e conseguente riduzione della compresenza? Si vuole forse smantellare la qualità della scuola dell’infanzia?

Quello che deve fare indignare è che coloro che subiranno e già subiscono gli effetti di queste manovre finanziarie sono, ancora una volta, coloro che non possono difendersi: i bambini. Noi li vogliamo ancora considerare tali, non semplici “numeri” da riordinare. Persone che hanno il diritto di crescere sane e serene, in una scuola che permetta loro di vivere e sviluppare tutte le proprie capacità affettive, sociali, cognitive e individuali

Persone, futuri cittadini, che dovrebbero avere fiducia nel proprio Paese e nelle sue Istituzioni ma come si può avere fiducia in uno Stato che taglia, senza rimpianti, cultura e istruzione, pregiudicandone il futuro?

 

Un gruppo di Insegnanti della scuola dell’Infanzia

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento