Numeri, quelli romagnoli, comunque in linea con province situate in contesti geografici ed economici simili.
In un mercato del lavoro dove le parole ricorrenti sono “disoccupazione” e “precariato” molti giovani hanno capito che per resistere e reagire alla crisi l’opportunità devono costruirsela da soli. Tanto che il fenomeno dei giovani che si lanciano in progetti imprenditoriali innovativi nuovi è fiorito improvvisamente e, forse, in modo inaspettato in una fase recessiva come quella che sta attraversando il Paese. Continuano a crescere infatti i numeri delle “startup” di impresa (sono considerate tali quelle aventi con obiettivo sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico). I dati di “Infocamere” fotografano questa realtà che vede l’Emilia Romagna al secondo posto in Italia (prima è la Lombardia), con un totale di 192 startup ad inizio 2014. Dato che, scorporato per province, vede però un forte squilibrio tra Emilia (dove Bologna – nella top five nazionale – la fa da padrona, con 61 start up) e Romagna che, complessivamente, si ferma a quota 32, quasi equamente distribuite (9 a Rimini, 11 a Forlì – Cesena, 12 a Ravenna). Numeri, quelli romagnoli, comunque in linea con province situate in contesti geografici ed economici simili (es. Pesaro Urbino).
“Sono dati – commenta Fabio Galli, assessore alle attività produttive della Provincia di Rimini – che testimoniano come, nonostante mille difficoltà, vi sia da parte dei giovani un vitalismo ed un dinamismo sul mercato che va assolutamente intercettato, sostenuto e promosso. Sostenere la creazione di nuove imprese è infatti un modo concreto per invertire la tendenza depressiva di questa terribile crisi economica, puntando sull’innovazione e l’intraprendenza di giovani che si mettono in gioco. Si tratta di mettere in moto un vero e proprio “scatto culturale” in grado di valorizzare le professionalità delle nuove generazioni puntando su crescita, sviluppo e impresa. Certo i numeri locali danno un piccolo segnale in questo senso, anche se ancora limitatissimo, ma si dovrebbero creare le condizioni per un ulteriore sviluppo. Conta certamente il contesto socioeconomico ma è chiaro che i territori, Rimini compreso, dovrà seguire con attenzione crescente le prossime mosse del governo in tema di sostegno alla creazione di nuove imprese innovative. Ciò nella speranza che a livello nazionale vengano al più presto messe a disposizione risorse in grado di sostenere questo importante segnale di fiducia e cambiamento, dando modo al livello locale di integrarle soprattutto con semplificazione del quadro burocratico che davvero, molto spesso, si rivela l’ostacolo più alto di chi vuole fare impresa innovativa.”.