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San Marino, black list: cosa è cambiato per le imprese

da Redazione

Le conseguenze dell’uscita del Titano ricadono principalmente sulla transazioni: non dovranno più essere compilate dai soggetti passivi IVA.

 

Attesa snervante, lunga settimane, mesi, anni. Poi un lampo nella notte. Mancava davvero poco alle 22 del 13 febbraio quando un lancio dell’agenzia Agi dà la notizia: “Fisco: Saccomanni firma decreto, San Marino esce dalla black list”. Il Tesoro poi ha precisato che “si tratta di un passo fondamentale per la piena normalizzazione delle relazioni economico finanziarie tra i due Paesi”. Da parte italiana vi era piena consapevolezza “delle aspettative sammarinesi ed è stato quindi assegnato carattere prioritario alla valutazione approfondita, da parte della amministrazioni competenti, di tutti gli elementi che rilevavano al fine del percorso di eliminazione di San Marino dalla black list”.

 

Imprese 

 

Elemento determinante per la valutazione italiana, ha ribadito il dicastero dell’ex ministro Fabrizio Saccomanni, “è stata la ratifica, il 3 ottobre scorso, della ‘Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di San Marino per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi fiscali’, nonché la realizzazione di numerosi interventi di adeguamento sostanziale del quadro normativo sanmarinese ai più avanzati standard internazionali in materia di trasparenza e scambio di informazioni”.

Ulteriore elemento determinante per la decisione del Governo italiano, prosegue il Ministero “è stata l’approvazione, da parte delle autorità sammarinesi, di una importante riforma fiscale che persegue l’obiettivo di un recupero di efficienza nel prelievo tributario e lo avvicina a livelli adeguatamente congrui rispetto a quelli italiani. Il Governo italiano confida che San Marino applicherà efficacemente le nuove normative, interne e internazionali e che la cooperazione in materia fiscale e finanziaria tra i due Paesi sia piena, quotidiana, concreta ed efficace, a preludio di nuove iniziative bilaterali già in cantiere, segnatamente in campo economico e politico”.

 

Cambio di passo


Già, ma cosa cambia concretamente. Andiamo a vederlo subito assieme. Il primo effetto è quello che riguarda gli adempimenti fiscali, che saranno semplificati. Effetti che scatteranno, come da prassi consolidata, a partire dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del provvedimento.

 

Transazioni


Per gli operatori la conseguenza di maggior impatto riguarderà le transazioni con i colleghi dell’altro paese sulle comunicazioni black list, che non dovranno più essere compilate dai soggetti passivi IVA che realizzano operazioni rilevanti ai fini del tributo con operatori di paesi rientranti nell’elenco del decreto ministeriale del 4 maggio 1999. Ricordiamo che si tratta di un adempimento entrato in vigore il 1° luglio 2010 con il quale l’amministrazione italiana intendeva contrastare le frodi IVA internazionali e nazionali operate tramite società “cartiere” o con il meccanismo delle “frodi carosello”.

L’articolo 1 del decreto legge 40 del 2010 fissava l’obbligo per le imprese italiane di riepilogare tutte le operazioni effettuate con i Paesi presenti nella black list del ministero delle Finanze in un apposito elenco da trasmettere online all’Agenzia delle Entrate. La periodicità era mensile se le operazioni realizzate superavano i 50 mila euro oppure trimestrale al di sotto di questa soglia.

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