Home FixingFixing Rifiuti verso l’Italia: la Repubblica di San Marino sorride

Rifiuti verso l’Italia: la Repubblica di San Marino sorride

da Redazione

Per il 2014 e il 2015 le imprese potranno esportare ben 7.520 tonnellate. Accordi con le Regioni e il UOGA web: Gian Carlo Ceccoli illustra le novità.

 

di Alessandro Carli

 

Le normative in vigore in tema di rifiuti, le novità degli accordi sottoscritti dal Titano con le regioni limitrofe per quel che concerne i transfrontalieri, il nuovo gestionale dell’UOGA. Sala convegni ANIS davvero gremita per la giornata di studi dedicata ai rifiuti, quasi a voler rimarcare, se ce ne fosse ancora bisogno, la stringente attualità del tema affrontato. Il 13 febbraio, in occasione dell’approfondito corso di formazione sulla gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, oltre 70 persone hanno seguito gli interventi di Gian Carlo Ceccoli, responsabile dell’Unità Operativa Gestione Ambiente, e di Giorgia Pecci, consulente di Assoservizi.

La disanima di Ceccoli è partita dall’illustrazione dall’aggiornamento dei quantitativi che le imprese sammarinesi possono transfrontalierare in Emilia Romagna. “L’accordo per gli anni 2014 e 2015 ha visto un sensibile ritocco verso l’alto, frutto di un intenso lavoro effettuato dalla segreteria di Stato per il territorio negli anni: siamo arrivati a 7.520 tonnellate”. Il responsabile UOGA poi è entrato nelle righe dell’accordo con la Regione: “Quest’anno e il prossimo anno i quantitativi di rifiuti destinati a smaltimento saranno 10.520 tonnellate, così suddivisi: 1.500 tonnellate per quelli liquidi e semiliquidi o fangosi da fosse settiche e similari; altrettante per i rifiuti liquidi e semiliquidi e fangosi di altra natura che necessita di pretrattamento e 7.520 tonnellate di altri rifiuti”. Sul fronte dei rifiuti urbani il quantitativo complessivo all’anno sarà di 14 mila tonnellate. Sono invece 5 mila tonnellate i quantitativi transfrontalierabili dell’elenco ambra e 27 mila tonnellate quelli invece dell’elenco verde”.  

Ceccoli poi ha trattato gli accordi tra il Monte e le regioni italiane (artt. 41-43 del Regolamento 1013/2006). Per quel che concerne lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Emilia Romagna, la delibera di riferimento è la numero 121 del 1995. “L’accordo sullo smaltimento e il recupero di rifiuti speciali tra Italia e San Marino è del 2001 ed ha validità illimitata. Quello attualmente in vigore con la regione Emilia Romagna sulla gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi destinati a recupero o smaltimento ha durata quinquennale e scadrà il 14 dicembre del 2016. Sempre al dicembre del 2016 sarà in essere l’accordo tra la provincia di Forlì-Cesena e la Repubblica per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani a Sogliano. Anche se il Titano, in questi quattro anni, ha dimostrato alle Province la propria professionalità, c’è qualche città che è più ‘rigida’. Nulla di preoccupante: l’unico rischio è che i tempi si allunghino”.

Con le Marche invece “l’accordo sulla gestione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi destinati a recupero o smaltimento è valido sino al luglio del 2018. Infine, la Lombardia: la gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi destinati a recupero si protrarrà sino a novembre del 2016”.

Sui quantitativi destinati a Lombardia e Marche, Ceccoli ha chiarito che con la prima l’accordo “prevede un quantitativo di 20 mila tonnellate di rifiuti inseriti nell’elenco verde” mentre con Ancona le maglie sono più larghe. “I rifiuti soggetti a smaltimento sono stati fissati in 3.100 tonnellate, quelli dell’elenco ambra in 5 mila tonnellate mentre quelli inseriti nell’elenco verde sono illimitati”.

Dopo essersi soffermato sulle procedure per le spedizioni transfrontaliere – per lo smaltimento tutti i rifiuti richiedono la notifica e l’autorizzazione preventiva mentre per quelli destinati a recupero devono seguire due percorsi: quelli della lista ambra la notifica e l’autorizzazione, quelli nella lista verde gli obblighi generali di informazione come previsto dall’articolo 18 – il responsabile UOGA ha trattato il software servizi web UOGA. “Per gestire le spedizioni transfrontaliere, abbiamo progettato e ottimizzato un gestionale che permette di monitorare e controllare, quotidianamente, i quantitativi di rifiuti esportati in Italia. Dal 2009 all’11 febbraio 2014 abbiamo trattato 386 notifiche e 19.942 allegati 7”. Ceccoli ha esortato le aziende a essere più precise: “Sono in essere ancora molte carenze nei dossier che ci inviate. Anche negli allegati 7 spesso abbiamo riscontrato informazioni sbagliate. Spesso poi abbiamo riscontrato qualche problema nel leggere i dati compilati a mano”. Le procedure, ad ogni modo, sono quasi sempre andate a buon termine: su 386 notifiche, quelle che hanno incontrato ostacoli sono state solamente quattro.

Per accedere e usufruire del gestionale UOGA, l’operatore deve compire quattro step: registrarsi sul portale della Pubblica amministrazione attraverso il codice ISS o la SMaC (in caso l’operatore non disponesse di questi dati, UOGA può dare assistenza). La seconda fase prevede la registrazione dell’utente o dell’azienda su ‘Servizi web UOGA’, l’abilitazione dell’utente o dell’impresa e la creazione della rubrica. La fase 3 agisce sulla predisposizione dell’invio dei dati al catasto e/o allegato 7. “Una volta inviati i dati – ha precisato Ceccoli – all’ufficio UOGA, non possono più essere modificati. L’ufficio poi o conferma i dati oppure chiede una serie di modifiche. In quest’ultima caso inviamo un’integrazione che permetterà di correggere i dati”.  

Giorgia Pecci invece ha ricordato alla platea che “entro il 30 aprile del 2014 tutte le aziende che contano più di 20 dipendenti o che producono anche una sola tipologia di rifiuto pericoloso, indipendentemente dal numero dei dipendenti, sono chiamate a compilare il registro di carico/scarico rifiuti e devono trasmettere i dati relativi alla produzione dei rifiuti dell’anno 2013 al Catasto rifiuti, mediante l’utilizzo del software Servizi web UOGA”.

All’interno del momento formativo ospitato all’interno della sede di ANIS è stato trattato anche un ulteriore e importante argomento riguardante l’assimilabilità di alcuni rifiuti speciali ai rifiuti urbani, quindi la comunicazione all’AASS obbligatoria per tutte le attività che convogliano i propri rifiuti presso i cassonetti di pubblica raccolta o che conferiscono presso il centro di raccolta di San Giovanni.

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