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Provincia di Rimini, settima giornata nazionale delle ferrovie dimenticate

da Redazione

Venerdì 28 febbraio alle 16,30 presso l’Officina Locomotive di Rimini, in via Tripoli, verrà celebrata la 7° Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, a cui la Provincia di Rimini ha sempre aderito e partecipato, sin dalla prima edizione. Non per caso o per dovere di firma, ma perché Rimini è un vero e proprio distretto delle ferrovie dimenticate. Ne abbiamo ben tre. La linea Rimini – San Marino, attiva dal 1932 al 1944, per una lunghezza complessiva di 32 Km, a scartamento di ridotto, con binario unico in sede protetta. La linea Rimini – Novafeltria, attiva da 1916 al 1960 di una lunghezza di 33,80 Km, a scartamento ridotto, con binario unico in sede principalmente promiscua. La linea Santarcangelo di Romagna – Urbino, i cui lavori iniziarono nel 1909, ma poi furono interrotti e mai più ripresi. Esiste ancora la massicciata di 15 Km circa tra Santarcangelo di Romagna e Ponte Verucchio, progettata con binario unico in sede protetta.

Quest’anno però l’idea di fondo è di ampliare la prospettiva e di ragionare sull’Officina Locomotiva di Rimini. Un pezzo della nostra storia. Nata come primo impianto, a ridosso della stazione di Rimini e poi trasferita dove si trova oggi, oltre un secolo fa. Un luogo che senza retorica si può definire una pietra miliare dell’identità riminese. Lì hanno lavorato migliaia di riminesi. Ha rappresentato l’eccellenza delle lavorazioni meccaniche e poi elettromeccaniche. Lì c’era l’elite della classe operaia. E’ stato certamente il più grande complesso industriale di Rimini.

L’Officina sorge infatti su una superficie di 95.000 mq, l’edificio della caldareria da solo ha una superficie coperta di 8.000 mq.

Nel tempo l’Officina ha forse perso la propria centralità nel panorama del sistema delle manutenzioni dei treni e soprattutto dei locomotori, specializzandosi nei locomotori Diesel elettrici, ma rimane un punto importante nell’organizzazione delle Ferrovie dello Stato.

Ora più che mai occorre ridefinire il ruolo strategico di questo grande complesso che continua a dare occupazione a circa 250 persone, per questo, partendo dal libro di Alessandro De Cecco, edito da Panozzo, uno che l’Officina la consce avendoci lavorato prima con la qualifica di capo tecnico e poi come capo reparto, insieme all’Assessore provinciale alla Mobilità, Vincenzo Mirra, al dirigente Alberto Rossini, allo storico dei treni e delle ferrovie Gian Guido Turchi, all’Assessore Nadia Rossi, e all’On. Tiziano Arlotti, componente della Commissione LLPP e al Dirigente di Trenitalia Ing. Marco Caposciutti, si ripercorrerà la storia di questo luogo e allo stesso tempo si proverà a immaginarne il futuro.

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