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San Marino, il decalogo (in sei Capi) del giuslavorista Pietro Ichino

da Redazione

Il progetto di riforma del mercato del lavoro sammarinese andrà in Consiglio già a marzo. Per il senatore italiano “le normative devono essere leggibili, reperibili e traducibili”.

 

di Alessandro Carli

 

L’incontro con Pietro Ichino delle scorse settimane al Centro Congressi Kursaal sulla riforma del mercato del lavoro sammarinese deve essere visto come “primo contatto”, una sorta di introduzione – a grandi linee – al nuovo codice semplificato. Ichino, come “canovaccio”, mutua le indicazioni contenute nel “Decalogue for Smart Regulation” redatto a Stoccolma nel 2009. “Nel 2007 l’Unione europea ha dato incarico a un gruppo di professionisti di elaborare le linee-guida di una normativa che potesse rappresentare una sorta di ‘vademecum’ in quanto la legislazione degli Stati-membri, in tema di lavoro, avevano in nuce gravi difetti”.

Ed è proprio su quella parola, “Smart”, che il senatore ha posto l’accento: “Deve essere intesa come ‘efficace’. Il Decalogue chiede leggi facilmente leggibili e reperibili, ma anche traducibili. “Il Italia le leggi sono scritte da funzionari ministeriali per i funzionari ministeriali. Viene utilizzato un linguaggio per iniziati. E’ una scelta, questa, che va contro quanto chiede l’Europa. L’Ue difatti punta sulla conoscibilità delle regole del mercato del lavoro. Anche la riforma Fornero del 2012 è illeggibile, ed è quasi impensabile riuscirla a tradurre in inglese o in italiano”. Questo ermetismo per Ichino “è un ostacolo. In questo modo si chiude la porta agli investimenti stranieri che, già perplessi sul costo dell’energia e sui limiti delle infra e infostrutture, si trovano a dover a che fare con un ordinamento ‘bizantino’, poco comprensibile”.

E’ importante varare le leggi, ma è altrettanto fondamentale divulgarle. “La copertura conoscitiva in Italia è carente. Siamo abituati a pensare alla copertura finanziaria di un provvedimento, ma non diamo peso a quella amministrativa. Le leggi sono conosciute quasi esclusivamente da chi le applica. In Europa invece si presta grande attenzione alla diffusione. In Inghilterra, per esempio, ogni volta che viene promulgata una legge, il ministero inonda la società civile di informazioni attraverso spot televisivi e radiofonici, ma anche sul web oppure mettendo in campo un’azione ‘sul campo’, ovvero manifesti pubblicitari, depliant, eccetera. In questo modo, la maggior parte delle persone sa cosa dice quella determinata legge. La normativa, in questo modo, feconda la società civile. Diventa di comune conoscenza. In Italia, se vuoi provare a capire qualcosa, devi rivolgerti a un consulente”.  

Già, ma il Titano è un paese extra-Ue. “L’Europa interessa al Monte. E San Marino deve pensare a una forma di associazione alla compagine europea. In un’ottica di interazione e dialogo”.

 

Il nuovo codice del lavoro


Sei Capi, e una struttura a centri concentrici. Si presenta così la proposta studiata da Pietro Ichino. Il Capo I racchiude la disciplina comune a tutti i rapporti di lavoro, il Capo II invece si focalizza sul lavoro dipendente e subordinato. “Nel mercato del lavoro si sta affermando una nuova figura – ha rimarcato il giuslavorista –, ovvero quella del ‘lavoro di sostanziale dipendenza’, che non coincide con quello di subordinazione. I suoi tratti distintivi vanno individuati nella monocommittenza, nella continuità nel tempo e nel basso reddito”. Al Capo III si analizza la collaborazione continuativa autonoma e del lavoro nell’appalto intero o dipendente. I Capi IV e V si riferiscono rispettivamente al contratto di lavoro e formazione e al contratto di lavoro domestico. Al Capo VI, le norme transitorie e finali.

Ichino poi si è soffermato sulla situazione del Titano. “All’articolo 7 del Capo I si affronta la delicata questione dei lavoratori non sammarinesi” ha raccontato il professore.. La Convenzione OIL numero 111 del 1958 e il Patto di New York del 1966 sono i modelli su cui il senatore si è ispirato. “Nel Patto di New York, e parliamo di diritto internazionale ha concluso -, c’è un passaggio di vitale importanza. Ogni Stato è libero di limitare l’accesso nel proprio territorio di lavoratori esteri. Una volta autorizzato l’ingresso, il lavoratore deve essere trattato in maniera paritaria. A San Marino invece non è stato applicato. Ed è un problema che deve essere risolto”.

 

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