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San Marino, Consiglio Grande e Generale: lo stato delle relazioni con l’Italia

da Redazione

Marco Gatti, Pdcs: “Il rapporto con l’Italia sarà sempre primario e fondamentale e sulla base di questo rapporto San Marino potrà costruire le sue fortune o sfortune”. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – La sessione pomeridiana del 25 febbraio è ripartita dalla ratifica degli ultimi decreti Legge scorporati.

Si è passati quindi al comma 13, il Riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, sullo stato delle relazioni con l’Italia. Si è aperto il dibattito consiliare che proseguirà anche nella giornata di domani. Sono 46 gli iscritti a intervenire.

Di seguito un riassunto degli interventi.

Comma 13. Riferimento sullo stato delle relazioni con l’Italia con particolare riguardo al completamento del percorso di normalizzazione e successivo dibattito.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Nel consiglio precedente questo comma era stato preannunciato perché in agenda c’erano incontri importanti a livello italiano ed europeo ed eravamo in attesa di sviluppi. Non posso non ricordare che meno di un mese fa tutte le forze di opposizione si erano rivolte alla Reggenza per chiedere una convocazione straordinaria del Consiglio grande e generale con motivazioni e toni inaccettabili per la mancanza di rispetto delle istituzioni e delle persone che le rappresentano. Quando la politica passa le giornate a parlare di rispetto di diritti umani e poi raggiunge questo livello, cade nel grottesco, con comunicati che continuano a criticare il sottoscritto, mentre i giornali portavano già la notizia a caratteri cubitali dell’uscita dalla black list. Sottolineo l’incongruità di certi atteggiamenti non per spirito di rivalsa, ma per dire che non sono d’accordo che ci si debba assuefare a questo modo di intendere la politica con un giudizio qualunquista, secondo cui è questo il gioco della politica. Giustificarlo porta a una deriva irrazionale e strumentale in cui non contano più nulla né la dignità persone né quella delle istituzioni. Non mi va di accettare questo modo di intendere la politica. Prima che dall’opposizione, la richiesta di questo comma arrivava dalla maggioranza che riteneva e ritiene importantissimo parlare del rapporto con l’Italia, cercando di capire l’importanza che ha questo rapporto nelle prospettive future di ripresa. Proprio ieri il decreto sulla black list è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale. La valutazione del nostro percorso ha avuto nei modi e nei tempi per l’Italia carattere prioritario, è stata valutata pienamente l’aspettativa sammarinese, cioè quale era da parte nostra l’importanza del nostro obiettivo. Il comunicato stampa del Mef e il decreto elencano in maniera puntuale gli elementi determinanti per la valutazione di San Marino e ne indicano tre: la ratifica della convenzione sullo scambio di informazioni Italia-San Marino, la realizzazione di numerosi interventi che hanno reso San Marino conforme agli standard internazionali sulla trasparenza e sullo scambio di informazioni; terzo, l’approvazione della riforma fiscale, che consente sicurezza del prelievo e avvicina il Paese a livelli congrui a quelli italiani. Il primo sentimento che dobbiamo esprimere, oltre alla soddisfazione per il Paese, è un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno concretamente dato sostanza a queste aspettative sammarinese, mi riferisco ai presidenti del Consiglio che si sono succeduti all’avvicinamento del risultato, ai loro governi, al parlamento che ha dato accelerazione al percorso di ratifica, a tutti i deputati e senatori delle Regioni limitrofe che si sono interessati in maniera fattiva. A tutti i settori della nostra amministrazione e alla nostra rappresentanza diplomatica. Interpretando i sentimenti di tutti, un ringraziamento particolare va all’ambasciata italiana a San Marino che ha seguito tutti i passaggi di questo difficile percorso. Da questo scenario non è esente il Consiglio grande e generale che non sempre, ma nei momenti cruciali, ha saputo dare voce in modo unitario all’adozione dei provvedimenti per la conformità agli standard internazionali. Qual è lo scenario attuale: il completamento del percorso ratifica degli altri accordi sul tavolo. Al vaglio della Camera c’è l’accordo cooperazione tra le forze di polizia, quello in materia bancaria è stato avviato all’iter di ratifica, l’accordo cooperazione economica entrerà in vigore con la ratifica di quello in materia bancaria. L’accordo materia radiotelevisiva avrà bisogno di ulteriori valutazioni sugli aspetti economici. Il completamento del quadro di ratifica rafforzerà la normalizzazione dei rapporti. Il contesto di cooperazione è esteso a più aspetti: turismo, formazione, emergenze ambientali, politiche energetiche, ricerca, con sensibilità e attenzione assolutamente nuove. Altro elemento di attualità: la possibilità di una nuova forma associativa con l’Ue. Nell’incontro con il ministro Bonino si è sottolineata l’attenzione con cui l’Italia guarda a questo percorso, nella convinzione che intensificherà gli scambi tra i due Paesi e la collaborazione politica. La disponibilità della visita del presidente Napolitano in primavera dà piena legittimità alla volontà di rifondare il rapporto di amicizia tra i due Stati, proprio nell’anno in cui celebriamo il 75° della Convenzione del ’39. Per noi anche la stabilità del governo italiano è determinante per la realizzazione delle nostre aspettative, oggi gli interlocutori sono cambiati e già in questi giorni stiamo pensando e avviando il dialogo con i nuovi ministeri”.

 

Marco Gatti, Pdcs: “Il rapporto con l’Italia sarà sempre primario e fondamentale e sulla base di questo rapporto San Marino potrà costruire le sue fortune o sfortune. L’internazionalizzazione può renderci più forti, ma non possiamo pensare al futuro economico senza curare il rapporto di collaborazione e reciproca fiducia con l’Italia. Vorrei tornare al 2008 quando siamo entrati in procedura rafforzata e nessuno ci dava peso, ma da lì sono iniziati gravi problemi nei rapporti bilaterali, prima con la Banca d’Italia. Non eravamo più Paesi equivalenti per le adeguate verifiche, da lì rapporto italo-sammarinese è andato in forte tensione. Nel 2010 siamo stati inseriti nella famosa black list del decreto incentivi italiano. E’ una lista che nasce sulla precedente del 1999, la black list delle persone fisiche, che non condizionava rapporti economici e a San Marino l’abbiamo sottovalutata. Ma con il decreto incentivi siamo tra i Paesi che devono adottare particolari procedure nell’interscambio. Dal 2008 bisognava dimostrare l’effettività delle norme: portarsi in regola con la normativa e quindi dimostrare che era applicata. E’ stato fatto in pochissimi anni, grazie al Parlamento compatto sulla scelta di un nuovo modello economico e perché amministrazioni e organi di vigilanza hanno iniziato ad approcciarsi in modo diverso sulle norme emanate. Una volta che a livello internazionale siamo tornati ad essere equivalenti e siamo stati promossi in maniera brillante per uscire dalla procedura rafforzata, le resistenze nell’amministrazione italiana hanno iniziato ad esser meno forti e il rapporto politico e tra le amministrazioni ha visto i primi sviluppi. Nel 2012 siamo arrivati alla firma del protocollo che modificava l’accordo sulle doppie imposizioni, una delle condizioni per introdurre lo scambio di informazioni indispensabile per uscire dalla black list. Il governo ha messo in campo un altro tassello: la riforma fiscale che ha eliminato forfettizzazione, introdotto scaglioni, etc. La lungimiranza per capire gli adeguamenti da farsi ha reso possibile che le ultime resistenze siano cadute e oggi possiamo parlare di un Paese, sicuramente in un momento di difficoltà economica, che però oggi parte alla pari degli altri. Oggi possiamo guardare al futuro con ottimismo, ma è chiaro che le scelte non sono finite. Dobbiamo portare continuità ai rapporti con l’Italia. Per il futuro bisogna ricercare una politica estera che vada a ragionare e trovare accordi con Paesi con materie prime e siano mercati di sbocco per la comunità europea, di qui la necessità di fare nel più breve tempo possibile un accordo quadro con passi in avanti verso le 4 libertà che può favorire un’economia integrata tra San Marino, Comunità europea e resto del mondo. Quindi riacquisire le nostre dogane è importante in vista della nostra gestione aeroportuale”.

 

Alessandro Mancini, Ps: “Dopo la relazione del segretario di Stato Valentini non riuscirò a essere tranquillo. Non accetto che ci venga dato degli irresponsabili perché abbiamo chiesto spiegazioni, dopo un deludente incontro con il ministro italiano Bonino o dei cialtroni perché abbiamo usato toni duri in un comunicato. Continuo a criticare la politica estera di questo governo per una gestione superficiale. Siamo tutti contenti di essere finalmente usciti dalla black list dopo anni difficili. Sei anni sono tanti, anzi forse troppi, ma alla fine ci siamo riusciti. Se oggi si parla di risultato di merito è del governo ma anche del l’opposizione che in Aula è sempre stata pronta al confronto. Quello di cui mi rammarico però è che non abbiamo lavorato in tutti questi anni a un progetto di Paese. Cosa offriamo ai nostri imprenditori? Cosa offriamo a quelli che sono andati via? Siamo usciti dalla black lista ma i problemi rimangono”.

 

Gerardo Giovagnoli, Psd: “La temperatura dello scontro politico nei giorni prima dell’uscita dalla black list si era alzata e davamo l’impressione di un Paese poco serio. Quello per cui oggi ci rallegriamo è l’ingresso in una nuova epoca fatta di trasparenza e di nuovo modello di sviluppo. Siamo andati in ritardo, ma con velocità, verso il soddisfacimento delle norme internazionali. Mi auguro che si possa ragionare con pacatezza di questo tema. Uscita dalla Black list è presupposto per uscire dalla crisi anche se da sola non basterà. Non dobbiamo più avere sudditanza nei confronti dell’Italia. Da questa fase San Marino dovrà uscire con un nuovo modello di sviluppo economico. Siamo usciti da una quarantena ma ora non possiamo più commettere gli errori del passato. Il tempo di litigi interni è passato. Soprattutto in questo periodo, con l’imminente presidenza del semestre europeo affidata al nostro vicino, ovvero l’Italia, e con la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a San Marino. Dobbiamo ragionare su cosa fare ora che siamo usciti dalla black list, cercando ovviamente di evitare gli errori del passato. Maggioranza e opposizione d’ora in poi lavorino e ragionino insieme su tematiche di interesse collettivo”.

 

Ivan Foschi, Su: “Non è accettabile che il segretario di Stato attacchi la minoranza tacciandola di irresponsabilità, di fronte all’inconsapevolezza del governo nella trattativa con lo Stato italiano, come dimostrano le notizie che non giungevano dal segretario di Stato Valentini poche ore prima dell’uscita dalla black list. Adesso ci vuole buona volontà e motivazione per mettere in campo un progetto di sviluppo capace di guardare al futuro. Abbiamo un sistema di regole chiare e non interpretabili? Abbiamo P.A efficiente ed economica ? O un sistema che premia il merito piuttosto che l’appartenenza politica ? Questi devono essere i nostri obiettivi . Eppure non ci sono idee chiare in proposito. Le responsabilità per l’inserimento in black list sono differenti: quando nel 2006 si e’ intrapreso un percorso di cambiamento è stata la Dc a bloccarlo. Qualcuno deve prendersi queste responsabilità. C’è un partito che non riesce ad affrontare con serietà la questione morale. Mi duole ricordarlo ma quando ci sono figure di punta coinvolte più o meno direttamente in vicende giudiziarie, quel partito fa fatica a parlare di questione morale”.

 

Lorella Stefanelli, Pdcs: “Esprimo ringraziamento verso tutti quelli che si sono prodigati per uscire dalla black list, che ha appesantito le nostre imprese e la nostra economia. Un doveroso riconoscimento va al segretario di Stato per gli Affari esteri, al governo, al titolare degli Esteri della passata legislatura, agli uffici e alla magistratura, alle categorie economiche e sindacali. L’isolamento, più passava il tempo, più era intollerabile. Ora guardiamo avanti, non dimenticando il passato. Indietro non si torna. La causa della caduta della nostra economia sono stati i pessimi rapporti con l’Italia secondo il Fmi. Dobbiamo mantenere e rafforzare gli impegni presi. Non possiamo prescindere da un rapporto privilegiato con l’Italia, vanno rafforzate le sinergie. Siamo uno Stato piccolo che deve trarre la propria forza da un alto senso dello Stato e da condotte coerenti. Possiamo offrire sostegno all’Italia nei consessi internazionali, offriamo lavoro a molte famiglie italiane. Dobbiamo convergere su un’ampia collaborazione su diversi settori, come la giustizia. Sono essenziali accordi di collaborazioni con le amministrazioni e i ministeri della Repubblica italiana. Non ci deve però essere un rapporto esclusivo. Servono accordi di associazione con l’Ue”.

 

Marco Podeschi, Upr: “Sono spiazzato dagli interventi che mi hanno preceduto e ci sono molti banchi vuoti nella maggioranza. Ringrazio Antonella Mularoni, nessuna l’ha nominata finora. Ma ha fatto il lavoro sporco. Valentini ha adottato un tono muscolare, ma è inutile ‘gaudere’ dei grandi risultati e sbeffeggiare senza stile. Non ha avuto stile. Mularoni per quattro anni è stata attaccata. Upr e Ps hanno fatto molto bene ad andare dalla Reggenza per chiedere un Consiglio straordinario. Io non avrei inteso il dibattito come un’auto-celebrazione. Molti problemi nei rapporti bilaterali sono derivati da scelte in cui Valentini era parte attiva: il 4 maggio 2009 tutta la compagine societaria di Crrsm andava in galera; due giorni dopo la nomina del presidente di Bcsm dopo parecchi scivoloni; lo scudo fiscale e i dissidi con Tremonti; le accuse ai vertici di Bcsm e il loro defenestramento; il blocco del sistema dei pagamenti; due anni senza capo della vigilanza in Bcsm; la tassa etnica. Certo c’è stata anche sfortuna, cinque governi in Italia e quattro ministri delle Finanze. E ora anche Bonino e Saccomanni sono andati a casa. Poi ci sono gli agenti segreti che vengono a San Marino e la lista Smi: si va a Roma con una concezione geopolitica obsoleta. L’Italia avrà benefici dalla nostra uscita dalla black list, usciranno altri capitali dalle nostre banche. Per cui prima di fare i trionfalismi dobbiamo pensare agli interessi del nostro Paese, vanno capiti gli ambiti di collaborazione. Sono molto scocciato dal riferimento di Valentini che non corrisponde alla verità e non è decoroso per un ministro degli Esteri che vuole entrare nella storia”.

 

Valeria Ciavatta, Ap: “Volevo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al risultato, tra cui Valentini, che non se la deve prendere troppo per le critiche della minoranza. L’ex segretario di Stato Mularoni ha subito attacchi quotidiani. Vorrei ricordare il lavoro diplomatico fatto sottotraccia, senza riflettori mediatici, nella legislatura precedente. Lavoro che ha coinvolto il corpo diplomatico e le autorità internazionali, da cui abbiamo avuto numerosi apprezzamenti per quanto stavamo facendo. Tutti abbiamo ercato di portare il Paese verso un risultato atteso e indispensabile di cui oggi dobbiamo essere contenti. Si dia a Cesare quel che è di Cesare e oggi i Cesari sono molti. E’ facile dire ‘il merito è anche dell’opposizione’. Certamente nella passata legislatura la minoranza ha contribuito al conseguimento del progetto di adeguamento agli standard internazionali, cui non siamo mai venuti meno. Anche se c’era chi diceva che il progetto sarebbe stato fallimentare. Al consigliere Foschi voglio dire che è vero, l’opposizione ha votato e contribuito. In particolare la sinistra, anche se dall’opposizione, in passato usava massima delicatezza. Ma nella precedente legislatura questo principio è stato tradito. Pur di danneggiare il governo si metteva in difficoltà il Paese, dipingendo una realtà diversa da quella che era. Certamente errori saranno stati compiuti, ma oggi tutto può essere letto con una chiave diversa. Mi ricordo quando un partito, seguito da un altro, ha alzato un polverone su una questione che riguardava la segreteria di Stato per gli Affari interni, che è stata assolutamente male interpretata, per dare contro al segretario di Stato di allora. Era un problema di sovranità. Ritengo non ci possa prostrare, ma debba esserci dialogo per capire i problemi reciproci. Ora è necessario mettersi nell’idea che una certa mentalità, portata avanti per decenni, sia superata e che in tutti i settori dello Stato, e prima di tutto l’amministrazione, incluse forze dell’ordine e magistratura, chiunque deve compiere adempimenti, si deve mettere nell’ottica di migliorare il Paese sull’effettività, espressione che sarà usata presto dal Moneyval. Noi facciamo leggi e assumiamo impegni internazionali, ma poi dobbiamo essere conseguenti ai fatti e credo che ci stiamo riuscendo”.

 

Andrea Zafferani, C10: “Vedo un segretario molto orientato al passato. Un peccato. Tutti noi abbiamo festeggiato il risultato ottenuto grazie al lavoro corale del Paese. Speravo che questo dibattito non servisse a qualcuno per prendersi meriti di un risultato a cui siamo stati costretti dall’ingordigia di una certa classe politica che ancora oggi governa il paese. Noi non faremo polemica e non terremo un atteggiamento fuori logica, imitando il segretario. Non lo faremo nonostante l’esito dell’incontro con il ministro Bonino, nonostante fino a 5 ore prima dell’accordo in commissione, il segretario non ci dicesse nulla dell’uscita dalla black list e nonostante l’inerzia negoziale di questa segreteria agli Esteri. Ora noi poniamo una serie di domande. Come pensiamo di attirare imprese che fanno investimenti finanziari ? Come pensiamo di sfruttare l’accordo di cooperazione con l’Italia ? Pretendiamo un Piano sulla gestione dell’aeroporto, sul parco scientifico e tecnologico e su temi come università energia e infrastrutture. Un piano concreto sui tempi di attuazione e sulle risorse da impiegare per percorrere le varie strade che gli accordi internazionali ci mettono a disposizione. Il livello di tassazione ce lo dobbiamo scegliere da soli e invece leggo che la riforma fiscale, che ha avvicinato livello di pressione tributaria a quella italiana, e’ stata decisiva per la firma. Non voglio pensare a un Paese con un livello di tassazione simile a quello italiano. L’autonomia fiscale deve essere rivendicata anche negli negli accordi internazionali altrimenti rischiamo di diventare protettorato italiano. Cosa intende fare la segreteria agli Esteri? Ora si facciano azioni per lo sviluppo perché il tempo delle scuse è finito”.

 

Massimo Cenci, Ns: “Nell’ultimo governo c’erano tutti i consiglieri d’opposizione che hanno attaccato fino adesso. Il mio ingresso in Consiglio è relativamente recente, ma prima ricordo che c’era un quadro desolante ed eravamo monitorati dal consiglio d’Europa per le misure messe in campo contro il riciclaggio. I rapporti con l’Italia erano nulli perché non si fidavano di noi. Eravamo considerati un Paese canaglia. Ora quel periodo sembra preistoria e ciò significa che molto è stato fatto. Un cambiamento che è costato sia dal punto di vista economico che occupazionale, ma oggi siamo un paese credibile, allineato agli standard internazionali. Essere usciti dalla black list è un grande risultato e mi dispiace che qualcuno provi a sminuirlo. Abbiamo messo in campo uno sforzo comune sposato dall’intero paese. Un risultato arrivato a poche ore di distanza dalla presenza sul territorio dell’ex ministro Zanonato che, tra l’altro, seguiva quello con il ministro Bonino. Ma qualcuno aveva battezzato quegli incontri come inutili. Ora diamo il via insieme a una nuova fase di sviluppo e spero che la politica dia la sua immagine migliore perché la San Marino nuova deve essere quella più condivisa. Guardiamo avanti con fiducia e comunichiamo alla gente fuori di qui quello che siamo diventati. Un paese attrattivo”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “La stima verso il segretario è prossima allo zero per tutto il comportamento avuto, enfatizzato e riportato dai miei colleghi della Commissione esteri. A fronte di onestà intellettuale, ho esplicitato il mio pensiero in quella sede: bisogna lavorare insieme per fare sistema. Non aveva senso mettere la mia firma, quella di Rete, nel comunicato dei miei colleghi per questo motivo. Un concetto mi ha colpito nelle dichiarazioni deprecabili odierne del segretario, lei ha reso eccezionale un evento che dovrebbe rientrare nella normalità nella nazione. La verità è che non avete volontà di coinvolgere opposizione nei vostri progetti. Di errori ne avete fatti tanti. Con la tassa etnica siete andati a tassare i frontalieri per porre rimedio al buco di bilancio, siete andati a tassare una razza per avere nulla in cambio. Chiedo, ma l’opposizione chi doveva criticare, gli addetti alla segreteria agli Esteri? I segretari di Stato sono i maggiori riferenti e a chi si deve rifare l’opposizione? Ci sono oneri ed onori, è normale. Nessuno mi caverà dalla testa che l’uscita dalla black list sia in parte perdita di sovranità di San Marino. E’ così. Abbiamo dovuto rinunciare a parte della nostra sovranità e fa veramente male, non tanto perché dobbiamo qualcosa a qualcuno. Dovete qualcosa alla popolazione cui state chiedendo tantissimo e non state dando nulla in cambio. E la popolazione deve sapere che l’uscita black list può essere un’opportunità per il futuro, ma anche un impoverimento. La volontà di fare qualcosa per il Paese da parte nostra c’è, non vogliamo dire è merito nostro o di altri, se si fanno cose coraggiose per portare lavoro a San Marino, noi ci siamo”.

 

Claudio Felici, segretario di Stato alle Finanze: “Ho collegato quello che ho ascoltato al film ‘Il capitale umano’ dove tante storie in parallelo costituiscono una sola storia. Mi chiedo cosa può comprendere un interlocutore esterno da questo dibattito sull’uscita di San Marino dalla black list. Quello che abbiamo ottenuto è un successo che dimostra come questo Paese abbia le sue forze di sistema per superare le difficoltà. Tantissime persone mi chiedevano quando saremmo usciti dalla black list e credo che oggi questo Paese ha dimostrato di sapersi costruire un futuro. Dobbiamo però abbandonare una dimensione troppo provinciale in cui a volte ci infiliamo durante questi dibattiti. Ricordo che nella black list del ’99 c’erano due parametri, tassazione sensibilmente inferiore a quella italiana e un non efficace scambio di informazioni. Elementi che siamo riusciti a superare. La dinamica della nostra riforma non è stata contaminata dal rapporto bilaterale con l’Italia. I giornalisti italiani quando hanno visto numeri della riforma fiscale sammarinese dicevano ‘ci trasferiamo a San Marino’. Il nostro governo si è comportato in maniera assolutamente sovrana e lo dico al consigliere Zeppa. Il risultato arrivato è positivo e non si può negare l’evidenza. Sono sereno però perché i nostri cittadini comprendono meglio la sostanza di quanto successo. Oggi ho ricevuto un grande gruppo industriale nel settore dello stile attratto dal nostro Paese e sull’onda dell’uscita dalla black list ha chiesto informazioni sul nostro sistema economico. Oggi non siamo più nemici dell’economia italiana ma amici di chi vuole realizzare economia e benessere”.

 

Simone Celli, Ps: “Siamo soddisfatti per il risultato raggiunto. Il nostro paese è in recessione da 5 anni e questa recessione ha avuto un’impennata dal decreto incentivi. Abbiamo perso il 34% del Pil. Ecco perché abbiamo pungolato in maniera forte il governo a fare di più per raggiungere il risultato. E’ triste trasformare questo dibattito in un rimpallo di responsabilità tra maggioranza e opposizione. Mi interessa poco chi ha vinto politicamente perché oggi ha vinto San Marino. L’intervento del segretario Felici è stato di buon senso e denota un atteggiamento di responsabilità senza alcuna rivendicazione. L’intervento del segretario Valentini dimostra invece che non ha la statura dello statista. Perché non ci ha convocato anche informalmente per darci qualche informazione? Probabilmente avremmo avuto un atteggiamento diverso e si sarebbe ridotta la conflittualità. Mi dispiace che abbia accusato di strumentalità l’opposizione. Noi non abbiamo mai strumentalizzato le istituzioni. L’uscita dalla b.l. è il risultato di un percorso lungo. Un percorso di adeguamento agli standard internazionali che oggi ci ha portato a centrare un grande risultato. Traguardo intermedio da cui ripartire per un nuovo modello di sviluppo. Ora dipende tutto da noi. Una grande sfida, entusiasmante e impegnativa. Una sfida che deve dare prospettiva al nostro paese. Al segretario Valentini che ha parlato di ‘parte della politica che avrebbe messo i bastoni tra le ruote al raggiungimento di questo risultato’ invito a fare nomi e cognomi. Dica chi è stato perché con la macchina del fango non si va da nessuna parte”.

 

Vladimiro Selva, Psd: “Un risultato positivo come questo è stato raggiunto grazie al contributo di tanti e credo che il Psd abbia fatto la propria parte. Si va a risanare una criticità enorme nata nel 2006, quando i responsabili politici dell’epoca decisero di non firmare l’accordo con l’allora ministro Fini. Mi sembra improprio l’atteggiamento e il tono dell’opposizione nei confronti del segretario di Stato Valentini. Tutto sommato il contenuto e il tono del suo intervento mi sembrano ragionevoli. Chi oggi è qua e può condividere con il Paese un risultato necessario alla salvaguardia del nostro benessere e per tanto tempo si è sentito criticato e osteggiato oggi ha infatti qualche rivalsa da mettere in campo. Alla fine tutti quanti sono soddisfatti del risultato. Lo vedo come una sorta di luce per chi quella strada l’ha voluta percorrere. C’è chi oggi purtroppo sostiene che equivale a perdita di sovranità. L’ho sentito dire da consiglieri molto giovani, ma è un giudizio anacronistico. Il varo della riforma fiscale è visto come un elemento chiesto dall’esterno: con la tassazione del reddito abbiamo messo in equilibrio un bilancio, per garantire spesa pubblica, servizi sociali, sanità, opere pubbliche. Da fuori, dobbiamo dimostrare che non siamo più un Paese che vive di espedienti, e la riforma va in questa direzione. L’uscita dalla black list è la luce ma va fatto tutto quello che serve per dare al Paese elementi attrattivi, differenziale fiscale e altro in grado di dimostrare che San Marino generi economia sana. La maggioranza sarà chiamata nei prossimi mesi a lavorare molto per attuare gli strumenti delineati dalla legge di sviluppo”.

 

Stefano Canti, Pdcs: “Dagli interventi dei colleghi ho sentito richiamare la figura di Valentini solo in senso negativo e non per il lavoro portato avanti e per il raggiungimento di questo obiettivo. A percorso avviato, il Pdcs ha saputo unirsi alla coalizione di Bene comune per presentare un impegno chiaro, in grado di risollevare Paese dalle problematiche che lo affliggono. Il riposizionamento di San Marino conferma il lavoro portato avanti in questi anni, anche attraverso scelte impopolari cui la maggioranza è stata chiamata: tra cui le misure di spending review, il riequlibrio dei conti pubblici e la patrimoniale. Il comunicato stampa del ministro Saccomanni ha definito determinante la ratifica della convenzione contro le doppie imposizioni fiscali, anche in ambito internazionale viene rinnovato il clima di fiducia con terze parti a conferma che San Marino ha ricostruito le fondamenta di solide relazioni. Non è un traguardo, ma l’inizio di un nuovo percorso il cui lavoro inizia adesso. Dovrà essere nostra cura mantenere i risultati, facendo sapere che San Marino ha chiuso con un passato fatto di scorciatoie”.

 

Nicola Renzi, Ap: “Quando è arrivata la notizia dell’uscita della black list è stata una bella giornata. A me è successo che quel giorno una persona mi ha abbracciato. E’ questo lo spirito, essere uniti e guardare avanti perché di strada ne dobbiamo fare ancora tanta. Ma non posso far passare il principio che la cosa dovesse accadere come se fosse normalità. Non credo nella retorica secondo cui siamo usciti dalla b.l. grazie a un Consiglio grande e generale unito e che se non fossimo usciti sarebbe stata colpa di un segretario di Stato o dell’altro. Do la mia interpretazione, non mi dilungo nell’assegnazione di meriti. E’ la vittoria di tutta la Repubblica, certo, ma anche di un progetto politico che è nato nella convinzione di voltare pagina con il passato, con una San Marino non collaborativa e non trasparente, che stava diventando un problema per gli altri ma anche per sé stessa. L’azione condotta in questi anni è stata difficilissima, può avere avuto anche dei passi falsi. San Marino ha dovuto difendersi e trattare la sua autonomia ogni giorno con uno Stato molto più grande di lei e con gli organismi internazionali: è stata una fatica improba, soprattutto perché nel contempo molte forze hanno condotto un’azione contraria a quella perseguita verso la trasparenza e l’adeguamento agli standard internazionali. Oggi dobbiamo dimostrare di avere gli anticorpi per un passato che non vogliamo che torni. Mi è pesata l’accusa della perdita di sovranità, se la capisco per un movimento che si è sempre battuto per l’indipendenza, come nel Referendum all’Ue, forse esagerata, meno lo capisco da parte di altri che hanno avuto posizioni diverse per quel referendum. Spero che il Consiglio, tutto, saprà celebrare e rilanciare la giornata dell’uscita della black list con un progetto per il Paese”.

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