Home NotizieSan Marino San Marino, la lettera delle operatrici della ludoteca di Acquaviva

San Marino, la lettera delle operatrici della ludoteca di Acquaviva

da Redazione

“Consapevoli della necessità in tempi di crisi come questo di fare della spending review, crediamo che sia possibile rendere la Ludoteca più efficiente facendola rimanere pubblica, in maniera che non guardi quindi principalmente al mero profitto ma che abbia come obiettivo primario la qualità del servizio”.

 

SAN MARINO – La Ludoteca di Acquaviva è un servizio pubblico che da più di 20 anni si occupa di un diritto: quello dei bambini, di tutti i bambini senza alcuna distinzione sociale, di poter giocare in sicurezza, in un ambiente stimolante, con il supporto attivo di adulti con esperienza nel campo dell’infanzia.

“I bambini, i genitori, i ragazzi adolescenti che in questi anni hanno frequentato i locali della Ludoteca a scopo ricreativo o anche solo una delle tantissime attività organizzate dalle operatrici all’interno della struttura, nelle varie scuole dell’Infanzia visitate ogni anno, oppure in luoghi di aggregazione come le piazze, hanno potuto usufruire a costi irrisori di un servizio d’eccellenza, personalizzato a seconda delle diverse capacità individuali ed età, fornito da personale specializzato – scrivono le operatrici -. Iniziative come laboratori di cucina, ceramica, oggettistica, teatro, oppure iniziative come l’ormai famosa “Un Castello in gioco”, le partecipazioni a eventi come Ecomercatale e Chocotitano, l’allestimento dello Spazio Giovani, sono solo alcuni dei frutti del lavoro della Ludoteca di cui le famiglie e i ragazzi della Repubblica hanno potuto usufruire in maniera completamente gratuita, oppure a costi decisamente accessibili. Sull’importanza di questo servizio, e sulla sua valenza socio-ludico-culturale, è stata tuttavia posta un’ombra dalle poche righe contenute nell’art.73 della Legge di Bilancio 2014, in cui si parla di “integrazione pubblico/privato” da promuovere con un prossimo riordino del Sistema scolastico, riferendosi al servizio dei Centri Estivi e della stessa Ludoteca. Quando si parla di integrazione pubblico e privato, solitamente si parla con parole “soft” di privatizzazione. E quando si parla di privatizzazione di servizi socio-culturali, solitamente si assiste ad un peggioramento del servizio. Il perché é presto detto. Se infatti un servizio pubblico gestito anche con criteri manageriali non ha altro interesse che la qualità dello stesso, un servizio privato avrà come primo interesse quello del profitto. Se un servizio non è “sostenibile”, economicamente parlando, non ci sono altre scelte per un operatore privato che non fornirlo, oppure fornirlo ad un costo più elevato. Consapevoli della necessità in tempi di crisi come questo di fare della spending review, crediamo che sia possibile rendere la Ludoteca più efficiente facendola rimanere pubblica, in maniera che non guardi quindi principalmente al mero profitto ma che abbia come obiettivo primario la qualità del servizio. Nonostante nell’ultimo anno sia già stato ridotto considerevolmente il numero degli operatori (da sei a quattro), nonostante un compromettente taglio allo stanziamento che ha impedito di usufruire di tecnici specializzati per diversi laboratori, a cui hanno sopperito ove possibile le operatrici, nonostante negli ultimi mesi sia comunque stato registrato un picco di iscrizioni e di frequentazioni degli spazi, non sembra esserci ad oggi la volontà di verificare i frutti di questi interventi di ottimizzazione. Ci chiediamo a questo punto il senso di tutto ciò, ma nonostante lo scoramento, per salvaguardare la qualità di una risorsa democratica, accessibile a tutti, senza distinzioni, crediamo, e lo diciamo con forza, che la Ludoteca possa e debba rimanere a gestione pubblica”.

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