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San Marino, Commissione finanze: incentivi per l’occupazione

da Redazione

I lavori della seduta odierna si sono aperti con il dibattito sul progetto di legge presentato dal segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi.

 

SAN MARINO – I lavori della seduta odierna si sono aperti con il dibattito sul progetto di legge “Modifica del sistema di erogazione degli incentivi per l’occupazione e la formazione e delle tipologie contrattuali a contenuto formativo”, presentato dal segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi.

Si è quindi passati all’esame dei 25 articoli del provvedimento.

All’articolo 5, “Apprendistato speciale di riconversione per reinserimento lavorativo e di riqualificazione”, vengono accolti parzialmente due emendamenti di Civico 10 per riservarlo a inoccupati o disoccupati da almeno tre mesi e non più 12; a chi ha oltre 50 anni ed è disoccupato continuativamente da un mese e non da sei. Il segretario di Stato Belluzzi si dice disponibile a “rivedere eventualmente, in accordo con le parti sociali, le percentuali di retribuzione”. La seduta viene interrotta e riprenderà nel pomeriggio alle 14.30.

 

Di seguito un riassunto del dibattito odierno.

 

Iro Belluzzi, segretario di Stato per il lavoro: “L’obiettivo del presente progetto di legge, in un contesto di crisi economica strutturale, è quello di riordinare e riequilibrare le tutele nei confronti dei lavoratori, con l’obiettivo prioritario del sostegno all’occupazione, che va distinto dal sostegno all’impresa. La parte che con questo intervento si intende disciplinare, che rappresenta il primo step del più ampio processo di riforma della normativa in materia di lavoro, è quella relativa agli incentivi per l’occupazione e la formazione e alle tipologie contrattuali a contenuto formativo. E’ urgente affrontare il tema della finalizzazione degli interventi e le numerose difficoltà che incontrano i lavoratori licenziati nel rientrare nel mercato del lavoro o i giovani ad entrarci per la prima volta. Si è proceduto con l’individuare le categorie più in difficoltà nell’inserimento o nel reinserimento: giovani, lavoratori in mobilità e disoccupazione, disoccupati over 50. Per queste categorie è stato rivisto il sistema di erogazione degli incentivi per l’occupazione e la formazione e le tipologie contrattuali a partire dall’apprendistato”.

 

Tony Margiotta, Su: “Nel provvedimento giudico positiva la valorizzazione del Cfp, il suo lavoro è necessario per chi deve ricollocarsi, le condizioni sono cambiate e oggi è più difficile ritrovare il lavoro per chi l’ha perso. Personalmente, giudico che il ruolo dell’apprendistato sia necessario, ma che non possa essere abusato. Abbiamo presentato degli emendamenti per modificare la tempistica di questa fase di lavoro e per la sua retribuzione, bisogna evitare infatti distorsioni. In questo momento nel sistema non c’è equilibrio, è vero che bisogna valorizzare chi dà lavoro, ma anche tutelare il lavoratore. I nostri emendamenti mettono dei paletti in questo senso. Auspichiamo che il segretario di Stato e la maggioranza abbiano un atteggiamento e un’impostazione di condivisione con l’opposizione. E’ infatti un argomento che va a toccare la maggioranza dei lavoratori che si trovano in difficoltà e c’è il rischio che nei prossimi mesi e anni aumentino”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Ringrazio il segretario di Stato Belluzzi per il metodo di confronto avuto con la minoranza. Però ricordo che la legge è stata totalmente modificata, oggi ci sono ulteriori emendamenti, cercheremo di lavorare nel miglior modo possibile, ma c’è da chiedersi se un testo, che viene modificato radicalmente più volte in un anno, sia frutto dell’improvvisazione o quale sia la reale impostazione. Sono meno ottimista del collega Margiotta, se non possiamo non riconoscere che la legge fa dei passi in avanti per chi deve essere reinserito, bisogna riconoscere che ha comunque carenza di coraggio, resta nel campo del palliativo. Andiamo in sostanza a stabilire che il contratto di lavoro non ha più validità, difficilmente nell’arco della vita del lavoratore si recepirà il 100% dello stipendio. Anche chi esce da un istituto professionale, come l’alberghiero, potrebbe lavorare subito in cucina, ma qui diciamo che deve fare 3 anni di apprendistato. Si rimane nell’alveo del ricatto del datore di lavoro che mette il lavoratore di fronte l’atto compiuto, perché è lui che deve dichiarare che l’apprendistato sia andato a buon fine e potrebbe fare pressioni. Anche i controlli mi paiono aleatori. Ribadisco i passi in avanti rispetto al decreto Mussoni, ma metto in discussione il continuo di una logica che consente sempre di ‘scantonare a lato’. Sugli emendamenti ci confronteremo. Ringrazio ancora il segretario Belluzzi per il metodo adottato per il confronto sulle sue leggi”.

 

Paolo Crescentini, Ps: “Mi associo al ringraziamento al segretario di Stato per il metodo con cui è stato affrontato il lavoro. E’ importante, su una materia delicata in questo momento di difficoltà, e alla luce che la fine della black list possa contribuire alla ripresa del Paese anche sotto l’aspetto occupazionale. Sicuramente l’ultima legge sul lavoro, il decreto Mussoni in particolare, andava modificata. I lavoratori risultano fortemente penalizzati. Oggi ci troviamo in un progetto di legge che prevede costantemente il parere e le valutazioni del Cfp: un istituto importante per il Paese, però non vorrei passassimo a una fase di troppa burocrazia. Non vorrei che quello che l’ufficio del lavoro ha fortemente burocratizzato in questi anni passasse al Cfp e rallentasse le procedure di assunzione. Concordo con quanto detto dal collega Ciavatta, tre anni di apprendistato sono troppo lunghi per certe attività. Viene spesso citata la figura del tutor, chiedo se sarà a carico dello Stato o delle aziende. Chiedo poi se la legge porta o meno a un vantaggio economico o a un costo per lo Stato, visto che parla di incentivi e sgravi, e a quanto ammontano”.

 

Massimo Cenci, Ns: “E’ una legge che si cala in una situazione imprenditoriale sammarinese composta da piccole e piccolissime imprese. Il rapporto tra datore di lavoro e dipendente va oltre il rapporto puro e semplice contrattuale di lavoro. Lo specifico perché non vorrei passasse il concetto datore di lavoro, ergo sfruttatore, lavoratore, quindi sfruttato. Faccio un appunto sul Cfp, l’impressione che ho io è che è stato uno strumento spesso sottovalutato e male utilizzato dal nostro sistema. Una riflessione bisogna farla, una riflessione e un potenziamento deve essere valutato per dare a un istituto fondamentale anche dignità superiore all’attuale. In questo senso va il coinvolgimento delle associazioni di categoria. La ricollocazione dei lavoratori non più giovanissimi, in stato di disoccupazione, che stanno finendo ammortizzatori sociali, è l’urgenza maggiore su cui la legge dà risposte”.

 

Andrea Zafferani, C10: “In premessa dico anche io che il segretario ha tenuto un atteggiamento positivo in termini di confronto che va rimarcato. E’ merce rara in questa legislatura da parte di alcuni segretari. In questi giorni come Civico 10 abbiamo presentato un nostro progetto sul lavoro che si basa sul meccanismo della flex security e che cambia radicalmente le regole del gioco. Questo progetto di legge invece si inserisce nel vecchio, attuale meccanismo e dobbiamo confrontarci sulla base dei meccanismi oggi in vigore. Tra questi, quello che il mercato del lavoro è duale, chi è assunto a tempo indeterminato ha una forte protezione sociale, chi invece non lo è, chi cerca di entrare nel mercato del lavoro, e chi è disoccupato da lungo tempo, è lasciato a sé stesso da un meccanismo di ammortizzatori sociali e di questo va tenuto conto. Si guadagnano tutele solo se si è stati assunti a tempo indeterminato, cosa discutibile. Il progetto di legge di prima lettura presentava norme per assunzioni a basso costo, incentivate dallo Stato con costi significativi per la Cassa ammortizzatori sociali, a fronte di neanche una richiesta a tempo indeterminato. Rispetto il decreto Mussoni è comunque migliorativo, anche se resta la possibilità del turn over di tre mesi con incentivi, seppur ridotti. Ci sono comunque aspetti che non mi piacciono, anche se si è cercato di migliorare il testo, agganciando incentivi ad assunzioni a tempo indeterminato. Resta una filosofia che non condivido, gli incentivi che non sempre richiedono una contropartita di assunzione a tempo indeterminato. Dal mio punto di vista è necessario riformare il sistema delle regole che non funzionano più e non raggiungono lo scopo di dare lavoro e tutele. Nell’ambito delle regole di oggi riconosco un miglioramento nel testo in prima lettura”.

 

Andrea Belluzzi, Psd: “Colgo negli interventi precedenti la parte buona e la volontà di affrontare il lavoro in modo costruttivo. La base su cui fare interventi è che si parte da un contesto drammatico delle imprese e del mercato di lavoro. Sulla base di questo elemento vorrei sentire considerazioni dei colleghi. Sottolineo anche quello che ho letto ieri da parte di C10, ovvero che non si può creare occupazione per legge. E’ vero assolutamente, ma possiamo fare leggi che possono rendere più smart, per chi vuole fare nascere un’impresa, questo Paese. E accoppiare questo con le tutele ai lavoratori. Una legge deve mediare tra questi due aspetti e darsi delle priorità”.

 

Iro Belluzzi, replica: “Ringrazio gli interventi e prendo in modo positivo le parole espresse anche dai consiglieri dell’altra metà. Mi sono comportato in maniera forse poco politica, ma con la volontà di affrontare un problema, di qui il testo molto modificato portato in Commissione. Se dopo il confronto avuto con tutti i partiti non fosse stata presente una modifica del testo, avremmo solo perso tempo. E’ una conseguenza logica agli incontri. Vorrei spezzare una lancia a favore del decreto Mussoni, l’elemento che ha portato a modificare il decreto stesso è che ha funzionato troppo. Poteva essere assunto solo chi era entrato in mobilità. L’intento del testo attuale è di riequilibrare la possibilità di accesso al mercato del lavoro per tutti i disoccupati. Attenzione importante quindi è stata data all’inserimento dei giovani fino a 35 anni, che rappresentano più del 60% dei disoccupati totali nelle liste di collocamento, ma anche agli over 50. Per rendere moderno il collocamento era stata ipotizzata quella struttura che ha cercato di far propria C10, l’agenzia della formazione, un luogo in cui Stato, categorie e Cfp si trovano per cui facilitare il matching tra impresa, formazione e collocamento. Ma non vedo al momento la necessità che si inseriscano nella nostra realtà agenzie private. E’ un tema comunque di forte confronto. Al consigliere Crescentini rispondo che ho cercato in tutti i modi di avere una nozione dei costi della riforma, ma è difficile, in funzione del percorso all’accesso al lavoro. Tenendo conto delle risorse dello Stato, del Fondo ammortizzatori sociali e dei costi di una crisi che perdura, si è cercato di intervenire su vari fronti perché il sistema funzionasse. Lo spirito e l’obiettivo resta il raggiungimento della collocazione a tempo indeterminato”.

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