Home FixingFixing Retribuzioni più alte: si agisca su altre leve

Retribuzioni più alte: si agisca su altre leve

da Redazione

Il costo del lavoro è al centro del dibattito italiano e internazionale. E sul Titano? I dati forniti da San Marino al FMI indicano una forbice molto ampia.

 

di Loris Pironi

 

Ridurre il costo del lavoro può essere la panacea di tutti i mali per l’economia, in Italia quanto a San Marino? Sicuramente no. La competitività si conquista in tanti altri modi, con l’ottimizzazione dei processi, con una concreta attenzione alla formazione dei dipendenti, in generale mettendo in campo buone pratiche aziendali mirate a recuperare efficienza.

In un’economia “ideale”, quale naturalmente quella di San Marino non è, non ci si dovrebbe preoccupare dell’incidenza del peso del costo del lavoro, perché i clienti e i partner decidono di puntare su di te per la qualità del prodotto, per i servizi offerti.

In Repubblica tuttavia in questa fase il dibattito si sta svolgendo su un altro piano. Sì perché se il costo del lavoro per gli imprenditori è un problema (è stato ribadito anche durante la conferenza stampa di un paio di settimane fa voluta dall’ANIS per presentare gli obiettivi del 2014), è vero anche che per gli industriali, aver sottoscritto un contratto che ha previsto aumenti ben al di sopra di quanto ci si sarebbe aspettato, significa aver compiuto una scelta che va oltre l’appiattimento del momento. Un altro modo di pensare, rispetto a Electrolux, insomma, anche se le problematiche di base sono le stesse.

Il Fondo Monetario nel corso della visita ufficiale di questi giorni sul Titano ha chiesto di fornire un riepilogo sul confronto retributivo tra il costo del lavoro in Italia e a San Marino.

San Marino Fixing può anticipare questi dati che indicano come sul Titano la differenza è notevole, tra il 6 e l’8%, con un picco addirittura del doppio nel comparto abbigliamento. A sfavore del Titano. E questo malgrado il cuneo fiscale sia decisamente sbilanciato invece dalla parte dell’Italia. Come è possibile tutto questo? La risposta è semplice: le retribuzioni sono sensibilmente più alte a San Marino rispetto ai vicini d’oltre confine. Le retribuzioni sono più alte e l’orario mensile è più basso, senza contare poi le festività che riducono ulteriormente l’orario annuale.

 

Costo del lavoro a confronto


Il riepilogo presentato agli esperti del FMI ha preso in esame le differenze tra dipendenti di quattro settori: meccanico, abbigliamento, chimico e legno. È stato compilato sul salario di un generico e ipotetico dipendente con un’anzianità di 8 anni, di quarto livello (tranne che per l’abbigliamento, dove l’esempio è su un terzo livello). Come si evince dalla tabella qui a fianco, a San Marino l’orario è ridotto rispetto ai colleghi italiani di una decina di ore al mese. Ora, grazie alla nuova flessibilità introdotta con il contratto industria sottoscritto da ANIS e CSU è stato possibile recuperare diverse ore, riducendo la forbice e aumentando la competitività. Tra retribuzione e scatti di anzianità, il totale mensile sul Titano è sempre più alto rispetto alle imprese d’oltre confine. Di quasi 300 euro nel settore meccanico, di oltre 400 nell’abbigliamento e nel legno, di 180 euro nel settore chimico.

Tutto questo non per dire che anche sul Titano si deve cominciare una battaglia al ribasso sui salari, sarebbe la scelta peggiore, e non porterebbe a nulla. Detto questo non si può ignorare il problema: occorre aprire gli occhi, fare attenzione a quanto avviene oltre confine e agire su tutte le leve della competitività.

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