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Il gestore immobiliare entra all’università

da Redazione

San Marino è al lavoro per creare un’offerta formativa molto innovativa. Gino Ferretti (Parma): “E’ una figura molto richiesta dai mercati”.

 

di Alessandro Carli

 

Al momento è solo un’idea – anche se crediamo sia ad uno stato avanzato -, però si sta stagliando all’orizzonte un nuovo corso di laurea a San Marino. O meglio, un processo formativo, focalizzato su una figura che sta assumendo sempre più importanza: quello del gestore immobiliare. Un corso che in Italia è solamente in una fase embrionale – il politecnico di Milano lo prevede come “specialistica”, quindi due anni, mentre l’ateneo di Firenze ci sta lavorando – e che quindi potrebbe rappresentare, per il Monte, una sorta di “primo caso”. All’interno del convegno sui “Nuovi percorsi formativi per gestori immobiliari evoluti”, ospitata a fine gennaio al Grand Hotel in collaborazione con Ecorea better living, Sinteg, Manager Immobiliari e Consorzio Convalido, si è anche parlato anche e soprattutto di Università.

Sull’evoluzione della figura (e sull’importanza di attivare un percorso universitario) è intervenuto il professor Gino Ferretti, Rettore emerito della cattedra di ingegneria gestionale dell’università degli studi di Parma, che ha sottolineato come il gestore immobiliare sia una professionalità particolarmente richiesta, e che fa convogliare diverse conoscenze. Ma soprattutto che si rivolge, sempre con maggior insistenza, al mercato del lavoro. “Non può non esistere coerenza tra i portatori di interessi, ovvero tra i soggetti che hanno i soldi, e il sistema formativo del Paese. Tra la finanza e il sistema formativo. In Italia è in essere una grande discrepanza tra la formazione tecnica e le esigenze, spesso più basse, del sistema produttivo. Ma, lo voglio ricordare, non è colpa delle università. L’innovazione non viene fatta dalle piccole e medie imprese, bensì da quelle più grandi, strutturate, che – individuate le esigenze – prestano grandi attenzioni alla R&S”.

Per Ferretti la figura del gestore immobiliare “abbraccia diversi campi e diverse competenze: l’architettura, l’ingegneria e i settori tecnico/economici. Ricordo che a Parma abbiamo circa 30 mila studenti. E i corsi professionalizzanti – ingegneria, farmacia, eccetera – non conoscono il fenomeno della disoccupazione. E’ importante creare una formazione che consenta l’assorbimento nel mondo del lavoro”.

Interessato e, crediamo, anche possibilista, è il segretario di Stato alla Cultura e all’istruzione, Giuseppe Maria Morganti. “Si sta delineando, in Italia e anche a San Marino, una nuove professione, quella di amministratore condominiale che, superato il solo aspetto giuridico, oggi deve avere caratteristiche che spaziano tra diversi ambiti. E’ certamente legato all’edilizia – e quindi parliamo di gestione dell’efficientamento energetico, di restauro, di green economy, di sostenibilità – ma anche alle telecomunicazioni. E al processo di smart city. L’amministratore, nella nuova concezione, deve anche avere uno sguardo attento sull’estetica, sulla funzionalità dell’edificio, sull’impianto fognario. Non dimentichiamo poi gli aspetti più medici e psicologici. Oggi stiamo assistendo al problema della solitudine, specie nelle persone più anziane. Un tempo il condominio era una realtà piuttosto frammentata, in cui la comunicazione tra le persone era limitata. Oggi si deve iniziare a pensare anche all’aspetto sociale”.  

Sembra che il segretario abbia letto il libro di George Perec, che alla fine degli anni Settanta uscì con un volume intitolato “La vita, istruzioni per l’uso”. Perec indagava gli aspetti sociali ed umani della convivenza. Oggi quel condominio è diventato sostenibile. E il ruolo degli amministratori, in questo senso, diventa fondamentale e strategico: possono farsi promotori di interventi orientati a rendere i condomini sostenibili, facendo risparmiare i propri amministrati.

L’auspicio è il Titano possa essere il primo Paese (e la prima università) a far partire questo processo formativo che delineerà la nuova figura professionale.  

 

Marco Gatti: “Oggi sull’antiriciclaggio siamo un Paese all’avanguardia”


A “Nuovi percorsi formativi per gestori immobiliari evoluti” anche Marco Gatti. Il segretario del PDCS ha parlato della stretta attualità: rapporti con l’Italia, fiscalità, SMaC. “La black list e la crisi dei mercati ci hanno messo davanti a un bivio. Soprattutto la prima. Abbiamo dovuto quindi studiare un modello economico diverso. Dal 2009 abbiamo iniziato un percorso non facile, che però è arrivato a compimento. Scegliere la trasparenza non è stato indolore, sia dal punto di vista economico che legislativo. Oggi, per quel che concerne l’antiriciclaggio, siamo all’avanguardia”.

Gatti poi si è soffermato sulla recente riforma fiscale, approvata agli sgoccioli del 2013. “Per le imprese non cambia nulla: tutti i costi sono deducibili”. Il segretario è entrato anche nel delicato tema dei rapporti con l’Italia. “L’accordo contro le doppie imposizioni è entrato in vigore il 1° gennaio del 2014”. E la melina di Roma, ha rimarcato Gatti, “viola le normative europee”.

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