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San Marino, riforma fiscale: cosa cambia nella busta paga dei dipendenti

da Redazione

Oltre 100 aziende hanno preso parte all’incontro organizzato dall’ANIS per fare chiarezza sulle tante novità introdotte dalla riforma IGR.

 

di Loris Pironi

 

Sono tanti e importanti i chiarimenti indispensabili dopo l’entrata in vigore della riforma IGR. Come spesso accade si tratta infatti di un work in progress, con le domande e i casi specifici che sgorgano copiosi non appena ci si cimenta da un punto di vista pratico con il testo. Ad alcuni quesiti le risposte sono già arrivate, tante altre le delucidazioni necessarie. Nei giorni scorsi l’ANIS ha organizzato un incontro con gli associati per spiegare i punti salienti nello specifico del trattamento da reddito dipendente. Oltre 100 i partecipanti: la slavina di punti interrogativi sbocciati durante l’incontro conferma la necessità di fare un po’ di chiarezza.

La riforma tributaria (L. 166/2013) ha introdotto importanti novità riguardo al trattamento dei redditi da lavoro dipendente. Novità che riguardano direttamente i lavoratori, che già a partire dal mese di gennaio si sono trovati le buste paga un po’ più “leggere” per via degli effetti dell’entrata in vigore della riforma stessa (cambia anche il modo di leggerla), ma che tocca di riflesso anche i loro datori di lavoro. Le imprese sammarinesi infatti, in qualità di sostituto d’imposta, sono chiamate a provvedere a gestire queste novità, informando i propri lavoratori dipendenti e andando inoltre a modificare i cedolini paga per adeguarli alle nuove esigenze.

Tornando alla domanda chiave, ovvero quanto sarà più leggera la busta paga, naturalmente ci sono troppe variabili da considerare (scaglione di reddito, familiari a carico, eccetera). Generalizzando molto, indicativamente per un reddito medio e una situazione familiare tipo si può ragionare su una cifra che si avvicina di molto (e in alcuni casi può superare abbondantemente) il centinaio di euro mensile.

Va detto anche che in percentuale, tra deduzioni e detrazioni, il carico fiscale sul lavoratore dipendente resta ancora piuttosto basso, soprattutto in riferimento alla fiscalità di altri Paesi (a partire, naturalmente, dall’Italia).

 

Autocertificazione


I lavoratori sono chiamati a produrre quanto prima due differenti comunicazioni, ai propri datori di lavoro, che poi dovranno a loro volta trasmetterle all’Ufficio Tributario.

In estrema sintesi è prevista una dead-line piuttosto stringente, fissata per il 30 aprile, entro il quale i lavoratori devono dichiarare al proprio datore di lavoro se intendono utilizzare oppure no le deduzioni variabili della SMaC Card introdotte con la riforma. L’altra comunicazione invece è un’autocertificazione con cui i lavoratori dipendenti sono tenuti a dichiarare l’eventuale presenza di familiari a carico, per poter giovare delle relative detrazioni. Compito del datore di lavoro è comunicare ai propri dipendenti questa scadenza. C’è chi si è già mobilitato per facilitare questo compito: ANIS ad esempio ha già predisposto la modulistica apposita, a disposizione delle aziende associate.

A loro volta i lavoratori devono dichiarare se vogliono o meno la SMaC (ma poi possono anche cambiare idea: se inizialmente non accettano e poi si rendono conto di avere spese sufficienti da dedurre possono accedere alle deduzioni in fase di dichiarazione dei redditi). I primi quattro mesi dell’anno sono la scadenza prevista per questa comunicazione. Prima viene prodotta e meglio è invece l’autocertificazione legata ai familiari a carico: anche in questo caso è prevista l’eventualità di comunicare eventuali variazioni (l’esempio migliore è la nascita di un figlio) ad anno in corso. Non è ancora stato chiarito se la nuova detrazione sarà divisa in dodicesimi (a seconda del mese in cui sopraggiunge) oppure se si sceglierà la condizione di miglior favore per il contribuente e varrà per tutto l’anno.Nota a margine: per quanto concerne in particolare i figli a carico, sono considerati tali, qualora maggiorenni, solo fino ai 26 anni di età e solo se iscritti all’Università. Se le imposte sono aumentate, sono aumentate anche le detrazioni per le persone a carico: si tratta di 250 euro a testa per ciascun figlio a carico e per il coniuge, mentre prima erano 100 euro a testa; se le persone a carico sono più di 3, è previsto un 20% in più.

Parte fissa e variabile

Le novità della Legge Tributaria per i redditi da lavoro dipendente prevedono a partire dal 1 gennaio 2014 alcuni punti chiave. Innanzitutto per giungere all’imposta netta, dal reddito lordo del lavoratore dipendente si deve scalare un abbattimento forfettario della base imponibile nella misura del 7% (fino ad un ammontare massimo di 2.800,00 euro). In seconda battuta è prevista la deduzione dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del lavoratore pari al 6,30% (questa aliquota è composta da un 4,80% che è il contributo pensione, di un ulteriore 0,50% contributo per l’assistenza, a cui va aggiunto eventualmente l’ulteriore 1% del Fondiss per i lavoratori obbligati – cioè coloro che al momento della sua entrata in vigore avevano una età inferiore a 50 anni. Quindi è prevista la deducibilità delle spese effettuate in territorio sammarinese per l’acquisto di beni e servizi certificati mediante la SMaC Card, purché documentati, fino ad un massimo di 9 mila euro, secondo quanto prevedono l’allegato C della riforma e il Decreto delegato 180/2013, appena ratificato.

A questo punto, per stabilire qual è in proporzione la parte fissa e quale quella variabile (ossia quella legata alla SMaC) delle deduzioni, il metodo di calcolo è una formuletta matematica così sintetizzata: (40.000,00 € – reddito imponibile / 31.000,00) € x 9.000,00 €. Come spiegato sopra, per reddito imponibile si intende il reddito lordo da cui è sottratto l’abbattimento del 7% (con un tetto di 2.800,00 €) e i contributi obbligatori. Per un reddito superiore ai 40 mila euro in buona sostanza è tutto legato alle spese che possono essere dimostrate con la San Marino Card.

Conviene usufruire delle deduzioni SMaC? In linea generale sì, per tutti. Anche la CSU consiglia a tutti quanti, lavoratori residenti e non residenti, pensionati residenti, di dichiarare di voler utilizzare tale beneficio. Sempre la CSU annuncia che si sta predisponendo per offrire un servizio di informazione e assistenza ai lavoratori e ai pensionati.

 

Un esempio


Facciamo un rapido esempio. Per un lavoratore dipendente con una busta paga mensile di 1.800 euro (reddito lordo annuale: 23.400 euro), tolte le deduzioni fisse si giunge alla cifra di 5.722,90 euro, che porta a 20.287,80 euro l’imponibile. La differenza tra i 9 mila euro previsti e gli oltre 5 mila e 700 euro di deduzione regressiva ci porta a stabilire la parte legata alle spese da portare in deduzione certificandole con la SMaC, ovvero 3.277,10 euro.

Fatti tutti i calcoli il reddito imponibile scende a 11.521,80 euro, su cui si calcola l’imposta lorda annua, che è di 1.097,83 euro. Attenzione: nel nostro esempio non abbiamo considerato eventuali carichi familiari da detrarre dal reddito del nostro lavoratore… questa volta evidentemente single.

 

Fase transitoria


Per tutta una serie di motivi molto evidenti il 2014 è considerato un anno di transizione. Soprattutto considerato il grande nodo della SMaC, finora adottata solo da una parte minoritaria di esercenti del territorio. La prima versione del decreto prevedeva una deduzione forfetaria valida solo per quest’anno, del 15%, senza necessità di pezze giustificative. La buona notizia per i contribuenti giunta proprio questa settimana è che la percentuale di deduzione forfettaria calcolata sulla quota da documentare passa al 30%; tutte le altre novità del decreto le trovate nel box relativo. Poi c’è il discorso della SMaC. Commercianti e artigiani sono saliti sulle barricate perché in molti non sono intenzionati a concedere sconti “costretti” dallo Stato: l’ipotesi allo studio è quella di consentire l’impiego di SMaC Card “neutre”, o “passive”, utilizzabili solo per dimostrare l’avvenuto pagamento, senza sconti né la possibilità di pagare utilizzando il credito accumulato sulla carta stessa. Ma anche in questo caso la partita è ancora aperta.

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