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Edizione straordinaria: a lezione da San Pietro

da Redazione

Con Fixing alcuni studenti del Liceo Economico Aziendale hanno incontrato a SMTV Enzo Romeo. Le differenze tra Benedetto XVI e Papa Francesco, le affinità tra il Vaticano e il Titano.

 

di Edoardo Giorgetti, Luca Giuliani, Beatrice Ghiotti

 

Il 22 gennaio il giornalista Alessandro Carli e i ragazzi del corso di giornalismo offerto da Fixing hanno partecipato all’incontro con Enzo Romeo, famoso scrittore e giornalista accreditato dal Vaticano; incontro organizzato da San Marino Rtv per il programma “Edizione Straordinaria”. I giovani reporter hanno avuto la possibilità di porgere alcune domande a Enzo Romeo per avere risposte alle proprie curiosità riguardo il Vaticano e il grande settore dell’informazione.

 

Il Vaticano è uno Stato piccolo come San Marino. Come tratta la comunicazione?


“Il Vaticano è vero che è piccolo, ma essendo il punto di riferimento della religione cristiana mondiale, ha numerosi di contatti nel mondo basti pensare i numerosissimi ambasciatori accreditati (Nunzi) fa sì che ci sia sempre un confronto con gli altri paesi. Il numero dei vaticanisti è in aumento, giornalisti accreditati dalla Chiesa, che hanno il dovere di comprendere il mondo apparentemente chiuso del Vaticano, ma che racchiude un universo, specialmente adesso che si va in una situazione in cui la periferia si converge verso il centro. Comunque la comunicazione si sta dirigendo verso il digitale, infatti da diversi anni le informazioni ufficiali o di carattere storico come i discorsi ufficiali del Papa vengono pubblicate sul sito del Vaticano, in modo da avvicinare più persone possibili a questa realtà”.

 

Ha consigli da darci a chi come noi, giornalisti in erba, vorrebbe fare questo lavoro?


“Stiamo vivendo una crisi del settore legata alla crisi globale, ma è anche di passaggio e di cambiamento, infatti grazie al web si hanno molte più possibilità di diventare giornalisti, basti pensare che è sufficiente connettersi con il proprio computer e inviare le nostre idee su internet; anche se nel momento in cui tutti possono diventare giornalisti si inizia a pensare che non serva più il giornalista professionista. Il giornalista è importante, perché deve offrire una chiave di lettura, un punto di riferimento, a questo mare di informazioni che rischia di far affondare chi cerca informazioni. Saper fare tutto, ma non diventare poi dei generici manovratori di notizie”.

 

Cosa l’ha portata a scegliere questa specializzazione di vaticanista?


“Sono cresciuto in un ambito parrocchiale e questo mondo mi incuriosiva e volevo capire cosa stava dietro a tutto ciò. Nel mondo del Vaticano c’è un apertura mondiale che è molto stimolante da trattare. La specializzazione va comunque al di là della religione, poiché ho amici giornalisti laici che però si occupano della chiesa, quindi ci deve essere la curiosità alla base”.

 

Che differenze ha notato tra Papa Benedetto XVI e Papa Francesco?


“Per raccontare la vita di ogni Papa bisogna sintonizzarsi in modi differenti per riuscire a cogliere ogni lato positivo e negativo della persona. L’uomo dell’emergenza nasce dall’emergenza, infatti nel 2001 dopo l’11 settembre è servito un Papa teologo (Papa Giovanni Paolo II, già in carica dal 1978) per ristabilire il senso religioso della cristianità. Durante il degrado della chiesa – tra cui la pedofilia di alcuni preti – è servito Papa Francesco per ridare slancio e autenticità alla chiesa grazie alla sua mentalità di amare e conoscere per riuscire ad abbattere la lontananza”.

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