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San Marino, Leon Engineering. Mono oppure policristallino? Come scegliere tra le 2 opzioni

da Redazione

Quasi il 90% dei pannelli fotovoltaici del mondo si basa su questo tipo di variazione di silicio cristallino: vediamo di chiarirci le idee.

 

di Sara Benzi

 

Monocristallino e policristallino: quante volte abbiamo sentito questi due termini in relazione ai pannelli fotovoltaici. Ma sappiamo veramente scegliere la migliore tecnologia per il nostro impianto?

Quasi il 90% dei pannelli fotovoltaici del mondo si basa su questo tipo di variazione di silicio cristallino: vediamo di chiarirci le idee.

Nei pannelli formati da silicio monocristallo, le molecole di silicio sono disposte in un modo specifico per migliorare la conversione della luce solare a energia elettrica, e sono facilmente riconoscibili da un aspetto e colorazione esterna uniformi.

Nei pannelli solari monocristallini il tasso di rendimento (ovvero la quantità di energia sotto forma di luce solare che viene convertita in energia elettrica) di solito si aggira attorno al 14–17% e per produrre una potenza di 1 Kwp si ha bisogno di 6 metri quadrati di superficie.

Questo modulo attualmente risulta ancora il più costoso, tra quelli tradizionali, ed è utilizzato dove si vuole sfruttare al massimo la superficie netta disponibile, per via della sua maggiore efficienza in relazione allo spazio occupato. Invece i pannelli moncristallini sono molto sensibili alle zone d’ombra, alle situazioni di nuvolosità e nebbia che influenzano la produzione di energia elettrica e le sue prestazioni termiche si riducono mediamente dell’1% all’anno.

Confrontando le caratteristiche del pannello monocristallino con il policristallino notiamo subito alcune importanti differenze.

I pannelli di un modulo policristallino sono costituite da un insieme di più cristalli di silicio; il suo rendimento si aggira intorno al 12– 14% e le sue celle sono caratterizzate da un colore blu intenso.

Il pannello policristallino ha quindi un rendimento leggermente minore rispetto a uno monocristallino ed ha bisogno di una superficie leggermente maggiore per produrre 1 Kwp di potenza: necessita infatti di 8 metri quadrati di superficie.

Queste sono in sintesi le differenze più grandi ma la produttività delle due tipologie, ossia l’energia che sono in grado di produrre nell’unità di tempo è sostanzialmente uguale.

I moduli possono reagire in maniera diversa nelle varie situazioni di irraggiamento, ma considerando che durante l’anno le situazioni sono in continuo cambiamento, la produttività delle due tecnologie è grosso modo la stessa. Ecco perché i vari software per le simulazioni solari non fanno nessuna distinzione tra l’una e l’altra tipologia. Anche in merito al comportamento in funzione della temperatura, non è possibile a priori stabilire quale sia la tecnologia migliore. Il rendimento dei pannelli diminuisce con l’aumento della temperatura secondo determinati coefficienti che, tendenzialmente, sono migliori nella cella policristallina ma dipendono molto di più dalla bontà della cella stessa.

Concludendo, non ha senso effettuare la scelta di un modulo in funzione della tipologia mono o policristallino. E’ invece importante scegliere un modulo di qualità, in funzione delle caratteristiche tecniche. Affidarsi ad un produttore che abbia esperienza ed affidabilità, utilizzi materiali di qualità, con standard industriali elevati.

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