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San Marino, ecco le nuove regole per l’informazione e la stampa

da Redazione

Depositato (finalmente) il Progetto di Legge, che andrà in I° lettura in CGG. Codice deontologico, Press Card, provvidenze. Con qualche “neo”…

 

di Alessandro Carli

 

Un codice deontologico da rispettare, l’introduzione della Press Card, una serie di contributi all’editoria, l’istituzione di una Autorità Garante per l’Informazione (di natura politica), la parificazione tra giornali cartacei e quelli online e molto, molto altro. Il nome completo è “Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione”, ed è stata presentata, nei giorni scorsi, come progetto di legge.

La documentazione – 22 pagine in tutto – racchiude, in estrema sintesi, le linee-guida che la segreteria al lavoro, cooperazione e informazione dà a chi si occupa di media.

Lo diciamo subito, a scanso di equivoci: il progetto di legge, secondo noi, ha qualche elemento di criticità. Nessuna polemica, per carità: sappiamo che è stato oggetto di grandi attenzioni, e che il dicastero di competenza ci ha lavorato per quasi un anno.

Ma andiamo a leggerlo. Sorvolando sulle finalità – la legge “promuove e tutela il pluralismo dell’informazione” e detta norme volte “all’individuazione degli operatori” del settore -, concentriamoci su alcuni “Capi” che hanno attirato la nostra attenzione.

In primis (articolo 5) l’associazione degli operatori dell’informazione (non esiste già l’USGI? Sino ad ora che ruolo ha avuto? Prima del progetto di legge non era riconosciuto?), che deve essere registrata “presso l’Autorità Garante dell’Informazione”. Le associazioni (quindi anche più d’una) devono trasmettere annualmente l’elenco degli operatori associati all’Autorità.

L’art. 6 introduce la Consulta per l’Informazione, alla quale possono aderire tutti i giornalisti (quelli della carta stampata, quelli radio televisivi, i web journalist, gli addetti stampa, i fotoreporter, i radiocronisti, i montatori audiovisivi e i registi televisivi) in possesso della Press Card, sulla quale ci torniamo più avanti.

Verrà inoltre introdotta l’Autorità garante per l’Informazione (art. 7), che sarà composta da cinque membri, compreso il Presidente (che verrà nominato su proposta del Segretario di Stato con delega all’Informazione e che dovrà essere sammarinese) che verranno decisi dal Consiglio Grande e Generale. In estrema sintesi, i componenti dell’Autorità saranno dei tecnici con nomina politica. Come anticipato in apertura, la professione sarà condotta da un codice deontologico, un documento che conterrà le norme etiche, i diritti e i doveri dei giornalisti, e che verrà elaborato dalla Consulta e approvato dall’Autorità Garante. All’interno si parla di tutela dei minori e di soggetti fisicamente e socialmente svantaggiati, di privacy e di verifica della rispondenza delle informazioni divulgate, con una particolare attenzione alla distinzione tra fatti e opinioni.

Con il Capo III viene introdotta la professione di giornalista e i requisiti per l’abilitazione. Per essere ammessi all’esame (che avrà cadenza annuale o semestrale) l’aspirante (che per poter sostenere l’esame per diventare professionista dovrà svolgere l’attività di pratica per 12 mesi anche in Italia, purché l’impresa editrice sia riconosciuta dalla Consulta) dovrà avere almeno 21 anni, avere il diploma di scuola superiore, avere la cittadinanza sammarinese o la residenza sul Titano o un rapporto di collaborazione con una testata giornalista del Monte. Letta così, sembra una chiusura netta verso l’estero. Abbiamo avuto però rassicurazioni sul fatto che se un giornale individua in Italia una figura idonea al taglio dell’organo di informazione, può senza problemi “chiamarlo” a lavorare in Repubblica.  

Insomma, per poter scrivere a San Marino si dovrà essere in possesso della Press Card, che verrà rilasciata dall’Ufficio del Lavoro. Ancora mistero sul costo della tessera (in Italia è di 100 euro all’anno), così come non è ancora stato definito un passaggio che riteniamo fondamentale. Ai possessori della Press Card verrà applicato il contratto collettivo di lavoro dei giornalisti. Già, ma chi lo dovrà firmare? Al momento non è dato a sapere. Dovrebbe – usare il condizione è d’obbligo – rientrare nei “servizi”. E sempre utilizzando il condizionale, dovrebbe bastare una sola firma dei sindacati.

Altre sabbie mobili per il riconoscimento del Titano dell’iscrizione all’ordine italiano. La Press Card sarà automatica per i giornalisti professionisti italiani che risiedono a San Marino e per i pubblicisti iscritti all’Ordine italiano da almeno 15 anni. Ovvero nessuno… Sarebbe opportuno abbassare il tetto a 10 anni: un periodo di tempo che riteniamo ampiamente sufficiente per svolgere la professione, visto che per accedere al tesserino da pubblicista in Italia sono richiesti due anni di articoli firmati (e quindi la data dell’inizio dell’attività giornalistica, concretamente, viene anticipata di due anni) e che la formazione, un giornalista, la svolge tutti i giorni.

Verrà poi istituito un registro speciale per i corrispondenti che esercitano l’attività nelle sedi di corrispondenza o nelle redazioni della Rupe: sia i professionisti che i pubblicisti verranno assimilati ai professionisti sammarinesi.

Per arginare il problema delle fotocopie, l’art. 18 chiarisce che “la riproduzione del prodotto editoriale” è ammessa “per uso personale entro il limite del 15%.

Con l’articolo 20 il coltello entra nella piaga. La testata giornalistica – cartacea e online – deve avere un direttore responsabile in possesso dell’abilitazione (Press Card) e almeno un giornalista professionista in possesso sempre dalla Press Card. Verranno decapitate quindi alcune testate giornalistiche che da anni operano – tra mille fatiche – sul territorio?

Già, le difficoltà. Non è un mistero che i giornali non godano di ferrea salute. Con l’articolo 33 quindi parliamo del sostegno alle imprese giornalistiche e alle testate. Per promuovere “il pluralismo”, il progetto di legge prevede una serie di iniziative che andranno dalla formazione agli sgravi per la raccolta pubblicitaria. Su questo punto ci permettiamo di avanzare, se non suggerire, perlomeno alcune considerazioni. Sarebbe opportuno riflettere sugli sgravi dei dipendenti, visto che sono pochissimi e che quindi non andrebbero a pesare sull’equilibrio dell’economia del territorio. In questo modo l’azienda potrebbe risparmiare molti euro: il settore dell’editoria e dell’informazione – lo vogliamo ricordare – non produce utili.

Si fa un po’ di chiarezza sulle provvidenze sull’editoria con l’articolo 34: contributo sino a un massimo del 7% (ma non superiore a 10 mila euro) sul costo del prodotto editoriale documentato e un contributo sino al 30% (e non superiore a 5 mila euro) per i costi che derivano dalla fornitura dei notiziari da parte delle agenzie di informazione (per esempio l’abbonamento alla Dire o all’Ansa).

Per essere ammessi alle provvidenze le imprese editrici non devono avere una percentuale di pubblicità superiore al 40%. Per le aziende che sono proprietarie di più testate, può essere considerato solamente un prodotto. Le domande devono essere presentate entro il 31 dicembre di ogni anno.

Ora, è chiaro che il progetto di legge si deve confrontare con l’esistente. Una legge retroattiva ci sembra abbastanza anacronistica. Con l’articolo 36 vengono stabilite una serie di norme transitorie che dovranno essere seguite dagli operatori dell’informazione. I giornalisti sono tenuti ad acquisire la Press Card entro 18 mesi dall’entrata in vigore della Legge. Poiché il “praticantato” dura 12 mesi, l’aspirante giornalista ha a disposizione solo sei mesi per ottenere l’attestato? Nel caso non passasse l’esame, viene tagliato fuori dal mondo dell’informazione locale?

Il comma 2 spiega che chi opera nel settore dell’informazione a San Marino da almeno due anni ed è iscritto al registro dei giornalisti che lavorano sul Monte (e che è tenuto presso l’Ufficio del Lavoro), se non è iscritto all’ordine dei professionisti in Italia o se non è in possesso dell’abilitazione, viene assimilato al pubblicista. Che però non viene mai menzionato nel progetto di legge. Può lavorare sul Titano? Sembrerebbe di sì. Forse…

I giornalisti professionisti iscritti all’ordine in Italia e che operano sul territorio (e quindi anche non residenti), sono esonerati dall’esame di abilitazione ma sono tenuti, entro un anno dall’approvazione della Legge, ad iscriversi al registro dei giornalisti e a richiedere la Press Card.  

Infine, la reciprocità con l’Italia. Al momento non sono stati presi contatti. Certamente sarà un punto da approfondire.

Il progetto di legge sull’editoria verrà presentato in prima lettura in una delle prossime sedute del Consiglio Grande e Generale. Molti punti verranno discussi, cambiati, adattati alla realtà locale. Siamo assolutamente favorevoli a una Legge che faccia da timone all’informazione, che dia regole certe, e dignità alla professione.

Lo sforzo fatto dalla Segreteria al lavoro con delega all’informazione è stato encomiabile: sono riusciti a creare un progetto di legge ad hoc sul quel terreno scivoloso in cui, in passato, gli ex segretari di Stato si erano impaludati, o erano inciampati.

Crediamo, da addetti ai lavori, che vada un po’ sistemato.

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