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San Marino, dal Tavolo per lo Sviluppo a un vero Piano Strategico

da Redazione

Le indicazioni dell’ANIS per rendere proficuo il 2014. Individuati sette “obiettivi concreti”. Colombini: “Un percorso è iniziato. Ora misuriamo i risultati in termini di recupero di PIL”.

 

di Loris Pironi

 

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese ha fatto il punto, a inizio d’anno, per il rilancio dell’economia sammarinese. In un incontro con la stampa, il Presidente Emanuel Colombini e alcuni altri esponenti del Direttivo ANIS hanno parlato delle priorità assolute per il 2014.

“Il nostro Paese – ha affermato il Emanuel Colombini – negli ultimi 5 anni ha perso una quantità di PIL non paragonabile ad alcun altro Paese europeo. Malgrado gli sforzi siamo ancora in black list, e dobbiamo cercare di capire quali sono le azioni per creare nuova economia”.


Da dove ripartire allora per il 2014?

 

“Noi vogliamo ripartire mettendo a frutto, come base, il Progetto San Marino, nato da Anis e condiviso con tutte le categorie economiche. Partendo da questo lavoro, noi desideriamo ridare centralità al Tavolo per lo Sviluppo, a sua volta indispensabile per riuscire a trovare una visione d’insieme. E il Tavolo per lo Sviluppo può essere lo strumento necessario per giungere alla stesura di un Piano Strategico, che è indispensabile per riuscire a progettare il nostro futuro su una scala di almeno 10 anni”.


La Legge Sviluppo è il risultato principale del Tavolo per lo Sviluppo, ma sembra ancora ferma al palo.

 

“Concretamente, la Legge Sviluppo è stata varata ma ci sembra che siano state fatte aperture un po’ troppo timide, e non ci pare ci sia un’idea chiara di come promuoverla fuori dal Paese. A questo proposito la traduzione nelle lingue estere potrebbe essere un’idea, ma vanno anche trovati i giusti canali di promozione, di questa legge. Diciamo che in questi mesi non ci sembra questa legge abbia smosso l’interesse che potrebbe invece meritare”.


Poi c’è tutta una serie di altre iniziative che possono essere portate avanti.

 

“Con l’uscita dalla black list auspicabile a breve il 2014 si pone come priorità assoluta per quest’anno la riforma del mercato del lavoro. Dobbiamo dare l’idea all’investitore estero di essere un Paese avanzato per la semplificazione delle norme e delle forme contrattuali, un collocamento più moderno. Unitamente a ciò l’introduzione del Sistema IVA è aspetto fondamentale soprattutto per le imprese industriali oltre che per il riequilibrio dei conti pubblici. Poi ci sono alcune iniziative che da subito potrebbero generare economia, ad esempio nel settore del commercio. Come? Facendo azioni che non costano, come ad esempio liberare le aree di confine per lo sviluppo commerciale, modificando le normative per agevolare questo tipo di imprese in certe aree ben definite del territorio. Ma c’è tutta una serie di azioni possibili che non costano ma che possono portare risultati”.


Che voto date alla politica?

 

“Va dato atto alla politica di aver iniziato il percorso, quindi non ci sentiamo di parlare di bocciatura. La nostra è un’analisi fredda, una radiografia, che prende in esame quello che è stato fatto ma anche tutto quello che rimane da fare. Alla politica ANIS chiede di essere operativa e di accelerare i tempi, non limitandosi a portare avanti solo 2-3 iniziative (riforma tributaria e legge Sviluppo sono i due risultati del 2013, ndr), sia pure importanti e complesse. Chiediamo una maggiore velocità, perché il tempo costa, alle imprese e al Paese. E pesa sulla pelle delle persone, portando disoccupazione e tutta una serie di disagi. Noi chiediamo di misurare le azioni concrete, con i risultati. Abbiamo individuato un sistema di misurazione molto semplice di questa auspicata ripresa: ci attendiamo di capire quanto recupero ci sarà già da quest’anno e poi con una pianificazione triennale, sul PIL. Ma senza trovare nuovi investitori e nuovi investimenti non ci sono altre possibilità, dobbiamo trovare fuori nuova economia, altrimenti si resta fermi o si continua a regredire. E per questo ci vuole coraggio, non c’è altra strada”.

 

 

I contratti in scadenza

A margine del contenuto generale dell’incontro con i media è scaturita una domanda relativa ai contratti scaduti e a quelli in scadenza. Il Segretario Generale Carlo Giorgi ha risposto così alla questione: “Abbiamo avuto un coraggio da leone a firmare il contratto industria in queste condizioni. È stato un grosso sacrificio considerando lo stato di grande difficoltà di tutte le imprese, ma era doveroso da parte nostra: i costi che abbiamo accettato e condiviso sono infatti decisamente molto alti rispetto al contesto. Per quanto riguarda tutti i contratti scaduti e quelli in scadenza, compreso il ‘nostro’ il Contratto Industria che scadrà a fine anno ci siamo confrontati con le altre associazioni di categoria e naturalmente anche con il sindacato. Al momento siamo in una fase di stand-by, però tutti quanti sappiamo che dovremo presto affrontare la situazione con senso di responsabilità. E posso assicurare che con molto buon senso cercheremo intese che ci permettano di guardare al futuro”.

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