Home FixingFixing Questione di num3ri di venerdì 31 gennaio 2014

Questione di num3ri di venerdì 31 gennaio 2014

da Redazione

Si spazia dalla musica alle grandi invenzioni, oggi. A farla da padrone di casa (il 31 è per la smorfia semplicemente questo) è però il calendario.

 

Si spazia dalla musica alle grandi invenzioni, in questo 31 gennaio. A farla da padrone di casa (il 31 è per la smorfia semplicemente questo) è però il calendario. La scadenza di oggi, per l’Italia, è lo speso metro. Le comunicazioni relative all’anno 2012 per i soggetti passivi ai fini di Iva, erano inizialmente previste entro lo scorso mese di novembre, ma poi sono state posticipate alla fine del primo mese dell’anno. E il pagamento del canone Rai.

Non se la passa meglio la Cina, che oggi – secondo gli esperti – potrebbe venire a conoscenza di un termine che sino a poco tempo fa sembrava appannaggio solo degli USA e dell’Europa. La bolla del credito potrebbe scoppiare oggi, quando il fondo d’investimento CEQ1 ha annunciato che non sarà in grado di pagare agli investitori il prodotto in scadenza per 3 miliardi di yuan, pari a 496 milioni di dollari.

Ma oggi ci sono anche notizie più leggere. Il 31 gennaio è nata Malika Ayane, che qualche anno fa iniziò, non senza qualche polemica per lo show, la sua tournèe dal teatro Nuovo di Dogana, a San Marino. Notizia poco interessante? Ci rifacciamo subito: il 31 gennaio del 1776 Alessandro Volta scoprì il gas metano. Ma sempre oggi ricorre una data importante per chi lavora: era il 1930 quando la 3M mise sui mercati lo scotch, ovvero il nastro adesivo.

Al 31 poi sono legate altri due fatti. La Sardegna è una terra a rischio spopolamento? Se ne parla da decenni, ma ora le conferme arrivano da uno studio: 31 paesi sardi su 377 comuni totali rischiano di rimanere senza abitanti.

La metà di questi piccoli centri si trova nell’oristanese, mentre una decina sono nel sassarese.

Trentuno generali e ammiragli americani in pensione hanno chiesto al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, di fare il possibile per chiudere il centro di detenzione di Guantanamo, a Cuba, in una lettera pubblicata dall’organizzazione Human Rights First, che ha sede a New York.

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