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La Provincia di Rimini sblocca pagamenti alle imprese per oltre 10 milioni di euro

da Redazione

Nel 2013, grazie all’allentamento dei rigidi vincoli posti dal patto di stabilità, la Provincia di Rimini si è allineata ai tempi di pagamento previsti dal decreto legislativo 192/2012 di recepimento della Direttiva 2011/7/UE.

 

Nel 2013, grazie all’allentamento dei rigidi vincoli posti dal patto di stabilità, la Provincia di Rimini si è allineata ai tempi di pagamento previsti dal decreto legislativo 192/2012 di recepimento della Direttiva 2011/7/UE. Questo decreto ha modificato il precedente 231/2002 che aveva recepito la prima direttiva emanata in materia di lotta ai ritardi nei pagamenti nelle transazioni commerciali (Direttiva 2000/35/CE), stabilendo rigorosi e precisi termini che le Imprese e le Pubbliche Amministrazioni devono rispettare per i pagamenti; in genere 30, massimo 60 giorni dalla data di emissione della fattura.

La possibilità concessa dallo Stato attraverso il Decreto Legge 8 aprile 2013, n. 35 di derogare ai vincoli del patto di stabilità nazionale e pagare le fatture ferme da tempo sulle scrivanie delle ragionerie degli enti locali si è concretizzata per la Provincia di Rimini in ben 7milioni di euro erogati alle imprese. A questi si sono aggiunti altri tre milioni concessi dalla Regione quale ulteriore allentamento dell’obiettivo del patto di stabilità.

Complessivamente la Provincia è stata pertanto in grado di sbloccare pagamenti per oltre dieci milioni di euro e allineare i propri tempi medi di pagamento a quelli previsti dalla normativa richiamata. Una boccata d’ossigeno preziosa per le imprese, specie locali. Complessivamente, nel corso del 2013 la Provincia di Rimini ha effettuato pagamenti per spese d’investimento per 14 milioni e mezzo di euro.

Va detto che per il 2014 sono state previste nuove modifiche delle modalità di concessione degli spazi finanziari da parte dello Stato agli enti locali con il fine, sulla carta, di consentire pagamenti altrimenti bloccati dai vincoli del patto di stabilità. Si tratta di modifiche che, almeno a una prima valutazione, rischiano però di determinare- attraverso il meccanismo della ‘ri-centralizzazione’- una importante riduzione degli aiuti sia statali che regionali, con conseguenti rinnovate difficoltà nella gestione dei pagamenti.

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