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San Marino, Asset Banca celebra il giorno della memoria

da Redazione

Il 23 gennaio 2014 a partire dalle 20,30 presso la sala convegni, uno spettacolo dedicato al racconto di una comunità valorosa, quella sammarinese.

 

SAN MARINO – Il 23 gennaio 2014 a partire dalle 20,30 la sala convegni di Asset Banca celebrerà il giorno della memoria con uno spettacolo dedicato al racconto di una comunità valorosa, quella sammarinese, dove in tanti ebbero il coraggio di salvare vite umane mettendo eroicamente a repentaglio le proprie e dimostrando che non soltanto gli eroi divinizzati, ma chiunque di noi, è chiamato a scegliere tra il bene e il male. Nessuno ormai più ignora che durante il secondo conflitto mondiale la comunità e il governo sammarinese non rimasero indifferenti alla tragedia degli ebrei: essi misero la propria forza e il proprio coraggio a disposizione degli altri, portando luce laddove altrimenti ci sarebbe stato solo il buio. E tuttavia gesta così eroiche non hanno trovato altrettanti cantori ed esse rischiavano di essere sepolte dal tempo e dall’oblio. Non è infatti trascorso molto tempo da quando l’incredibile storia della piccola Repubblica ha cominciato a diffondersi anche grazie alle ricerche finanziate dalla Fondazione Valori Tattili di Asset Banca, nel solco della convinzione che la memoria è una necessità dell’esistenza, la conoscenza della storia un viaggio che ognuno di noi ha l’obbligo di compiere. Ed ecco, a distanza di quasi settant’anni, l’inattesa, insperata epifania di una storia che si credeva perduta, il racconto dell’opposizione al nazismo e le testimonianze al di là del silenzio in un simposio con musica e canti della tradizione sefardita patrocinato dalla Segreteria alla Cultura. Ciò che emerge è una lezione perenne d’umanità, un messaggio di speranza che ci dice che non esiste angoscia nella vita senza possibilità di risarcimento. Del resto liberarsi dei dolori del passato con aria spavalda non rende giustizia alla triste eredità dell’Olocausto: “Ogni mattina – scriveva Roth – quando aprivamo gli occhi, ogni notte quando ci mettevamo a dormire imprecavamo alla morte che invano ci aveva attirato alla sua festa grandiosa. E ognuno di noi invidiava i caduti. Riposavano sotto terra e la primavera ventura dalle loro ossa sarebbero nate le violette. Noi invece eravamo tornati a casa disperatamente sterili, coi lombi fiaccati, una generazione votata alla morte, che la morte aveva sdegnato. Il reperto della commissione di arruolamento era irrevocabile. Diceva: «Giudicati inabili alla morte».

Alla “grandiosa festa della morte” i Sammarinesi non vollero partecipare, fecero anzi di tutto per mettere al riparo vite umane. E ancora oggi la comunità svolge un’importante opera di divulgazione della memoria, affinché quella lontana storia insegni alle giovani generazioni che l’unico modo per curare le ferite del passato è non lasciare che cadano nell’oblio.

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