“E’ politicamente e democraticamente tollerabile che si possa continuare a disattendere, senza che sia fornita alcuna motivazione, i deliberati convergenti di diversi organismi istituzionali e l’opinione comune di una larghissima maggioranza della società civile?”.
SAN MARINO – Era il 24 gennaio dell’anno scorso, quando dalle colonne di un quotidiano locale venne sollevata la questione della mancata firma da parte della nostra Repubblica della Convenzione di Istanbul. Da allora moltissime sono state le pronunce a sostegno che sono venute dalla società civile, dalle forze politiche e dalle associazioni. Sul piano strettamente istituzionale era il 4 aprile quando tutti abbiamo letto che all’Avvocatura dello Stato era stato dato incarico da parte della Segreteria degli Esteri di effettuare una verifica della Convenzione, prima di procedere alla firma. Nel frattempo hanno preso ufficialmente posizione a favore della firma della Convenzione l’Authority per le Pari Opportunità, la Commissione per le Pari Opportunità, la rappresentanza parlamentare sammarinese al Consiglio d’Europa in occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne lo scorso 25 novembre e anche il Consiglio Grande e Generale, che il 26 settembre scorso ha approvato un ordine del giorno, presentato congiuntamente da tutti i Gruppi Consiliari il 22 luglio, che così recita: “invita il Governo a sottoscrivere quanto prima la Convenzione di Istanbul ovvero la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, aperta alla firma dall’11 maggio 2011”.
Consultando il sito ufficiale del Consiglio d’Europa, risulta, però, che San Marino non ha ancora sottoscritto la Convenzione.
E’ trascorso un anno. Il tempo per la riflessione e per le verifiche c’è stato, per tutti.
La domanda allora è: “Gli ordini del giorno del Consiglio G. e G., i deliberati di Commissioni ed altre sedi istituzionali hanno un valore o sono parole al vento?”
E ancora: “Quanto contano, se contano, le prese di posizione a sostegno, condivise da opinione pubblica, associazioni, partiti e democraticamente espresse?”
Accanto alla questione di merito relativa alla mancata firma della Convenzione, si apre quindi una questione di metodo democratico: è, politicamente e democraticamente, tollerabile che si possa continuare a disattendere, senza che sia fornita alcuna motivazione, i deliberati convergenti di diversi organismi istituzionali e l’opinione comune di una larghissima maggioranza della società civile?
Io credo di no.
E se non è tollerabile non basta dirlo, occorre che ognuno si prenda le sue responsabilità e faccia la sua parte, in altre parole che eserciti appieno le facoltà previste dalla legge e dalla pratica democratica.
Mi appello, pertanto, ai Capi-Gruppo perché pongano la questione del rispetto della deliberazione consiliare del 26 settembre scorso.
Mi appello anche ai singoli Consiglieri che hanno il dovere di esigere che quanto approvato dal Consiglio G. e G. sia attuato e di interrogare il Governo sul perché non lo abbia ancora fatto.
Mi appello alla Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri che ha una competenza specifica sulla materia perché si attivi e non resti a guardare.
Mi appello alla nostra Rappresentanza Consiliare presso il Consiglio d’Europa, perché denunci a Strasburgo questo colpevole immobilismo del Governo.
Mi appello infine al Governo perché si assuma la responsabilità di una decisione che non è più solo del Segretario degli Esteri, ma è una decisione collegiale.
L’augurio è che la somma di queste responsabilità e di queste azioni faccia sì che San Marino aggiunga finalmente la sua firma ai 24 Paesi che già hanno sottoscritto la Convenzione e che possa essere San Marino il 10° Stato a ratificarla, cosi che la Convenzione possa entrare finalmente in vigore.
Patrizia Busignani