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Eron si mette in mostra: storie poetiche per immagini oniriche

da Redazione

“La Sala SUMS è un piccolo sipario nel centro storico – spiega Giovanni Nicolini, Presidente della Fondazione San Marino, sponsor principale della mostra – che rimarrà aperto sino al 12 gennaio.

 

di Alessandro Carli

 

Miscela di stili – astrattismo e realismo – ma anche miscela di istituzioni pubbliche e private. Scorre su questi due binari, su queste due chiavi di lettura “Blending”, la mostra di Eron che ha aperto a il 15 novembre. Una panoramica sul celebre street artist, con 20 opere che abbracciano il sogno. Che parte dal mare e ritorna al mare, come in un ciclo ripetuto e infinito.

“Per quanto riguarda questa serie di lavori – racconta lo stesso Eron -, non mi servo del mare semplicemente come sfondo paesaggistico ma lo utilizzo come elemento che mi permette di riflettere il ‘disegno’ all’interno del mondo reale rappresentato per creare una sorta di consistenza fisica del pensiero. Le persone hanno sempre più la consapevolezza che lo scopo dell’arte sia anche quello di smuovere le coscienze della società e del mondo aiutandoci a riflettere sulla vita e sulla direzione che l’umanità sta prendendo. Attualmente è proprio la street art ad avere questo ruolo; più di ogni altra forma d’arte contemporanea”.

 

Miscela di istituzioni


“La Sala SUMS è un piccolo sipario nel centro storico – spiega Giovanni Nicolini, Presidente della Fondazione San Marino, sponsor principale della mostra – che rimarrà aperto sino al 12 gennaio. Siamo convinti che l’arte e la cultura siano uno dei motori migliori per lo sviluppo di un Paese come San Marino, che ha una forte vocazione turistica. Come suggerisce il titolo della personale, ‘Blending’, per riuscire a organizzare un evento di spessore, è stata messa in campo una sinergia vincente tra il settore pubblico e quello privato”.

Per Tony Margiotta, Presidente dell’associazione culturale “Il Garage”, arte significa anche turismo. “Eron è un grandissimo artista contemporaneo che ha saputo portare la ‘strada’ sulla ‘tela’. Si tratta di un’operazione molto importante per il Monte: abbiamo scommesso sulla ‘destagionalizzazione’, sui flussi di appassionati. Un target che dobbiamo riuscire a raccogliere”.

Il segreto di Eron è racchiuso nelle parole del curatore del catalogo della mostra, Andrea Bruciati: “Un artista deve mirare all’obiettivo, suscitare emozioni, quando è bravo. Eron è uno di quegli artisti che indistintamente si sa muovere su vari fronti. Mi piace che la mostra si intitoli ‘miscela’ in quanto solo osservando in profondità si riesce a entrare nei quadri e scorgere che non ci troviamo dinanzi a acrilici o oli. L’importante è la resa finale. Le sue opere giocano sull’effetto della verosimiglianza: foto, frammenti, tratti desunti dalla Rete, un ‘luogo’ che spesso gli artisti giovani utilizzano come fonte di ispirazione. Tendenzialmente gli artisti di strada – quelli della street art – tendono a rivendicare qualcosa di politico, di violento. Devono esprimere il loro disagio. Per Eron il discorso è più sottile: la sua è una sorta di poesia raffinata della strada, dell’ambiente. Per queste seria di opere inserite sotto il titolo ‘Blending’, l’ho avvicinato a atmosfere felliniane perché per me è forte il senso di spiazzamento, la poesia, ma anche l’aurea metafisica che attraversa questi frammenti. L’artista offre uno sguardo diverso sulla realtà leggendola in maniera comunque critica”.

 

La mostra


L’ambiente che ospita “Blending” lascia addosso allo spettatore un senso di calore, ma anche di intimità tra l’opera e lo sguardo. Come ha sottolineato giustamente Bruciati, non c’è mai violenza nelle opere: c’è amore, forse qualche spleen sottile, lievemente malinconico, come per tutte le cose che si vivono e che diventano passato, un’impronta di memoria. Così si incontrano gabbiani, barchette di carta, paesaggi che non finiscono mai all’orizzonte, ma proseguono anche e soprattutto nella fantasia.

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