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San Marino, Consiglio Grande e Generale: esercizio finanziario 2014

da Redazione

Il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, ha avviato il dibattito: 62 gli interventi previsti in totale. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

I lavori del Consiglio grande e generale riprendono dal comma 5 “Provvedimenti in esecuzione della Legge 18 febbraio 1998 n.30 Norme Generali sull’Ordinamento Contabile dello Stato: Rendiconto Generale dello Stato e Relazioni della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica previste dagli articoli 106 e 108 della Legge 18 febbraio 1998 n.30, nonché Bilanci Consuntivi degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2012 (II lettura); b) Bilanci di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2014 e Bilanci Pluriennali 2014/2016 (II lettura)”.

 

Il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, ha avviato il dibattito: 62 gli interventi previsti in totale.

 

Di seguito una sintesi degli interventi di questa mattina.

 

Comma 5.

 

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Il mio intervento è in continuità con il confronto di questi ultimi mesi e giorni. Dobbiamo attraversare un collo di bottiglia, iniziato nel 2008 con l’approvazione della legge sul Moneyval. Ci sono state evoluzioni positive nella produzione legislativa, che hanno costretto un ripensamento radicale del modo di funzionare del nostro sistema. Il superamento del segreto bancario ha portato a rinunciare a una serie di risorse. Anche un certo interscambio commerciale non c’è più. C’è poi il contenzioso con l’Italia, che però è all’ultimo miglio. L’equilibrio di bilancio si è sostanzialmente modificato sulle entrate. Il nostro stato sociale è ancora invidiabile e lo vogliamo mantenere. Il sistema sanitario è gratuito e continuerà ad esserlo. Un elemento distinguente per la sovranità. Abbiamo anche un sistema invidiabile di formazione. Guarderemo con attenzione agli spunti dell’opposizione. Sulla riforma tributaria era difficile trovare spazi di confronto in Aula. Sul bilancio c’è maggiore possibilità. Ci disponiamo a un confronto vero. Ma dato che le entrate sono diminuite e il sistema sociale va mantenuto, occorre capire quali sono gli elementi urgenti, strutturali, e programmatici da mettere in campo. Non abbiamo nascosto nulla, dobbiamo svilupparci lungo tre coordinate: dare forza alle politiche di sviluppo, e abbiamo fatto passi importanti con la legge e il decreto; attuare la revisione della spesa, e ci sono atti di governo e Consiglio; razionalizzare il sistema fiscale e tributario. Era di 33 milioni di euro il disavanzo dell’anno scorso e c’era l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014. Abbiamo messo in atto un lavoro importante nell’assestamento, con 10 milioni di euro di spesa in meno. Sulla patrimoniale c’è stata incoerenza da parte di qualcuno. Abbiamo abrogato tutte le tasse straordinarie, ma occorre impegno per la riduzione della spesa. Non siamo allenati a farlo. Questo è il punto su cui dobbiamo confrontarci. Siamo arrivati a un disavanzo di 25 milioni di euro in prima lettura dicendo che avremmo lavorato per un traguardo, che non è quello del pareggio di bilancio per minori entrate rispetto al preventivato e soprattutto perché c’è una serie di impegni di natura finanziaria che abbiamo deciso di accollarci: 2 milioni per la prima tranche della remunerazione di emissioni di titoli che entro l’anno ci saranno e 6 da riconoscere a Banca centrale per il prestito a Fondazione Cassa di risparmio – Sums. Poi 8,4 mln sono il finanziamento della fiscalità generale per il sistema previdenziale, che è in evoluzione e va mantenuto in equilibrio. Tra i vari emendamenti c’è un rimando di legge per una revisione del sistema previdenziale sull’autonomia dei fondi. Ci sono alcuni provvedimenti sul settore finanziario per 2,2 milioni di euro per la rivalutazione delle quote di Bcsm. Con il nuovo sistema di accertamento, occorre partire con i nuovi meccanismi. Per cui c’è una norma transitoria per produrre un introito interessante tra vecchio e nuovo sistema. Portiamo così il disavanzo a 16 milioni di euro. Altri interventi: ci sono modifiche sul prepensionamento, norme per la parificazione di alcuni trattamenti pensionistici, interventi sul privato, una soglia alle sostituzioni, la riduzione della spesa per alcune società partecipate. Per Bcsm, Gdt e San Marino Rtv sono definiti obiettivi di riduzione dei costi e trattamento del personale. Ci sono politiche sociali come il riordino del sistema scolastico. C’è anche la proposta per la trasparenza degli assetti proprietari delle banche”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato Affari esteri: “Il provvedimento si collega strettamente al percorso compiuto la scorsa settimana, quello della riforma fiscale. Vista la delicatezza del passaggio, il nemico da affrontare in questo luogo è la demagogia. Bisogna guardare la situazione con realismo ed esplicitare con coerenza gli obiettivi da perseguire, la coesione sociale e quella politica in questo caso sono fondamentali. Nessuno è esente da questo, siamo tutti coinvolti. Dal 2008 ad oggi è evidente il calo delle entrate avuto nel nostro Paese e più in generale del Pil. Il Fmi ci ha indicato tra i Paesi con la più alta riduzione del Pil, superiore al 25%. Abbiamo quindi dovuto fare interventi forti di riduzione della spesa. Dal 2008 ad oggi si è quindi ridotta l’uscita del bilancio e si è cercato di incrementare le entrate, i due percorsi sono andati avanti insieme. Lo dicono i numeri. Il problema è che la riduzione della spesa e l’incremento delle entrate sono avvenuti con interventi straordinari. Da più parti sono quindi state sollevate richieste per interventi non straordinari e all’insegna dell’equità. Noi siamo stati costretti alla riduzioni delle indennità, all’addizionale, alla tassa immobili, alla non detrazione per i lavoratori frontalieri, etc., provvedimenti che hanno conseguito un obiettivo importante, quello di fare in modo che il deficit del bilancio fosse sostenibile. Fino al 2010 è stato possibile coprirlo con avanzi precedenti, dal 2010 non c’è stata più questa possibilità e l’obbligo del pareggio è diventato improcrastinabile. Dall’Fmi ci è stato indicato come necessario perseguire il pareggio con politiche di riduzione più consistenti e soprattutto con riforme strutturali, oltre quella pensionistica, quella della Pa e quella fiscale. Oggi il bilancio si trova in condizioni diverse perchè la riforma fiscale è stata attuata e quella della Pa è in fase di implementazione. Molti provvedimenti straordinari sono decaduti. Avremo ancora un 2014 particolare, perchè gli effetti delle riforme strutturali daranno un risultato graduale, dall’altro, il venir meno di interventi straordinari ci mette a rischio di non poter garantire quella riduzione deficit necessaria. Credo che alcuni interventi straordinari siano ancora necessari. Sul settore di mia responsabilità, gli Esteri: la riduzione della spesa del mio dipartimento, su un monte spesa intorno ai 6 milioni e 500 mila euro al 2009, è stata di quasi il 10%. Questo percorso non è finito ancora: contiamo di ridurre ancora attraverso una revisione sulle nostre sedi strategiche. Ma dobbiamo pensare a che cosa è chiamato il settore della politica estera. Ho incontrato di recente l’ambasciatore accreditato a San Marino di Malta e ci ha comunicato gli impegni presi dal suo Paese a fronte dell’adesione all’Ue. Malta ha oggi 70 funzionari altamente specializzati che ha dovuto formare, ha costituito un corso di laurea ad hoc. E’ un impegno che va considerato. E’ impossibile pensare di poter fare quel passaggio senza investire, al di là della razionalizzazione della spesa. In conclusione, riportare il deficit di quest’anno almeno a 16 milioni è un elemento indispensabile per dare stabilità al Paese e per poter sviluppare politiche che possono riportarci al rilancio dell’economia”.

 

Gian Carlo Venturini, segretario Affari interni: “Il punto di partenza del bilancio di previsione 2014 è stata la flessione delle entrate tributarie, a fronte di queste problematiche si è reso necessario approvare la riforma fiscale e prevedere alcune entrate straordinare, oltre i tagli nella spesa corrente della Pa. Si prevedete un disavanzo di circa 16 mln di euro con questo provvedimento. La messa in sicurezza dei conti pubblici e il pareggio di bilancio è una delle priorità del governo, va perseguita con rigore ed è necessario continuare economie rispetto agli esercizi precedenti. Pur nella certezza degli interventi compiuti nell’ottica della riorganizzazione della Pa, non possiamo non constatare come non sia ancora strutturata in modo efficiente, funzionale e nella massima economia. In questa direzione, la legge di bilancio contiene indicazioni sulla razionalizzazione della spesa del personale pubblico, interventi utili al raggiungimento degli obiettivi di contenimento, attraverso l’introduzione di alcuni articoli che riguardano la gestione del personale di tutta la Pa. Questi provvedimenti consentiranno maggior rigore in materia di sostituzioni, indennità, turn over, e sono contenuti al capo “Disposizioni di contenimento della spesa”, anche se è ancora in corso il confronto con i sindacati sugli emendamenti. Ricordo l’articolo 35 sulle indennità che conferma i tagli del 10%, allo stesso modo l’articolo 36 che va a definire la riduzione del 10% del monte ore straordinari e maggiorazioni. Nell’ottica degli interventi strutturali rientra la ridefinizione del fabbisogno. I pensionamenti obbligatori saranno intorno alle 150-160 unità e dovranno essere sostituiti al massimo al 25% solo in settori essenziali per garantire continuità servizi, sono previste delle deroghe per legge. All’articolo 39 si vanno a ridefinire alcuni tagli. Sono sempre stato contrario ai tagli lineari, ma si sta valutando con i sindacati- oggi ci sarà proprio un incontro su questo, la decurtazione dell’1,5% su tutte le voci di spesa corrente. Riguarderà non solo le retribuzioni, ma anche altre voci di spesa significative nel bilancio stato. In attuazione all’Odg approvato il luglio scorso in Consiglio, era prevista anche una fascia di esenzione ai redditi più bassi, quelli fino a 1800 euro mensili. Questo intervento non è previsto in modo semplice e viene demandato a un decreto discusso con i sindacati. Quanto prima si raggiungerà l’accordo, quanto prima si definiranno interventi a risparmio complessivo di oltre 2 mln di euro solo con questa voce. Questi interventi sono inevitabili, anche se attuati in misura minore rispetto quelli posti in essere in Paesi vicini a noi”.

 

Giuseppe Maria Morganti, Segretario di Stato per la Cultura: “C’è stato un lavoro del governo difficilissimo per definire una situazione economica drammatica. Il primo grande obiettivo doveva essere quello di mettere in equilibrio i conti pubblici e direi che ci siamo riusciti. Per quanto riguarda il mio settore posso dire che abbiamo sempre cercato di dare la massima collaborazione. Strutturalmente abbiamo limitati i costi relativi alla gestione di tutti i comparti che ci competono, per una cifra sopra il milione e mezzo di euro. Non interventi spot, ma strutturali che dunque varranno anche per il futuro. Per il prossimo anno grosso modo si parla di mettere a regime una riorganizzazione della spesa per ottenere risparmi superiori ai due milioni di euro. Una delle questioni forti che stiamo affrontando riguarda lo status delle insegnanti e, in tal senso, stiamo pensando a come intervenire sulle indennità del periodo estivo. Interventi importanti anche sull’Università che vede una spesa ridotta di 300 mila euro, mentre sulla cultura gli accorpamenti- eliminati due dirigenti con risparmi stimati piuttosto importanti- stanno portando benefici. Tra gli elementi di sviluppo segnalo il Centro della cultura intergenerazionale: nessuna voce di spesa in più, ma solo spostamenti di fondi. L’accorpamento dell’archivio cartaceo in un’unica sede: dal primo gennaio 2014 partirà il protocollo informatico e sarebbe importante se lo Stato si ponesse l’obiettivo di trovare un luogo dove realizzare l’archivio. Abbiamo scatoloni dispersi nei nostri uffici, mentre eliminando tutti questi spazi e investendo in una nuova struttura avremmo indubbi benefici. Infine annuncio l’avvio del progetto di studio di villa Domagnano: potrà diventare una delle attrazioni turistiche più rilevanti del territorio”.

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Abbiamo portato all’attenzione dell’Aula provvedimenti difficili. C’è stata una forte e progressiva riduzione delle entrate dello Stato e del Pil a cui è seguito un processo di revisione della macchina statale. Credo però che un po’ di autocritica debba essere fatta e l’autocritica che voglio fare è sui tempi di elaborazione delle decisioni. Da molti mesi stiamo lavorando su spending review, sulla legislazione, sullo sviluppo e nel rapporto bilaterale con Roma per l’uscita dalla black list. Sul fronte dello sviluppo economico però di risultati ne abbiamo ottenuti pochi. Non si può gestire il Paese solo tagliando i costi, senza prevedere un aumento delle entrate. Di fronte alla riduzione del Pil non possiamo pensare di non ridurre i costi di gestione dello Stato, ma la riduzione fine a se stessa porta alla scomparsa dello stato sociale. Insieme al lavoro per rimuovere gli ostacoli bilaterali allo sviluppo dell’economia dobbiamo essere più operativi nei settori che possono essere implementati. Dobbiamo essere più decisi, più aperti e più pragmatici. Serve più tenacia e convinzione. Quattro sfide per il futuro. 1) Tra pubblica amministrazione e privato c’è una forbice troppo ampia. Retribuzione del pubblico superiore del 15% circa rispetto al privato. Oltre a una serie di garanzie che il privato non ha. Insomma non c’è equità tra pubblico e privato. Sui costi di funzionamento della P.A. vogliamo arrivare ad una riduzione ulteriore dell’1,5%, ma ancora non è sufficiente perché il divario è troppo ampio. Nei prossimi anni dovremo creare un percorso che ci porti a cambiare le regole del gioco e far si che la Pa funzioni come il settore privato. Dobbiamo cercare di rendere orari, retribuzioni e garanzie simili nei due settori: lo Stato deve essere un datore di lavoro come un altro. Abbiamo però bisogno di una classe dirigente nuova che interagisca con l’Europa alla pari, perciò dico “si” alla riduzione della spesa e degli sprechi, ma dobbiamo avere il coraggio di intervenire per riorganizzare la P.A. puntando su modernità ed equità con privato. 2) Ricreare condizioni per rilanciare l’economia. Al momento troppa burocrazia e troppe difficoltà amministrative nel rapporto bilaterale con l’Italia bloccano l’insediarsi di nuove attività economiche. Non possiamo più dire va bene così e dobbiamo creare condizioni di inserimento di nuove aziende. Quando c’è un progetto di impresa, dobbiamo creare le condizioni affinché in due giorni l’impresa si insidi. Siamo un po’ indietro su questo fronte. Dobbiamo lavorare insieme con più decisione. 3) La difesa dello Stato sociale. Non nascondo all’Aula una certa difficoltà anche personale: il bilancio dell’Iss è passato da 69 milioni di euro a 63 milioni di euro. E’ una sfida. E nostro compito è mantenere l’obiettivo di bilancio da 63 milioni, ma sono molto preoccupato. Il Comitato esecutivo ha detto che riuscirà a gestire quel bilancio a patto che ci siano una serie di interventi. I nostri obiettivi sono quelli di ridurre gli sprechi, di salvaguardare l’Istituto per la sicurezza sociale, una rete di ambulatori diffusi nel territorio e un efficiente servizio di diagnostica per la prevenzione. Insomma garantire funzioni e competenze. Importante anche mantenere l’autonomia dei Fondi pensione. Dobbiamo mantenerli guardando alle nuove generazioni che sono quelle che rischiano di rimetterci di più. 4) Riforme costituzionali. In quest’Aula ci sono temi che dobbiamo affrontare insieme per garantire il funzionamento delle istituzioni e le loro tempistiche di risposta alle necessità del Paese. C’è consapevolezza del fatto che la crisi si affronta con maggior stabilità, ma se le regole di funzionamento non ci aiutano rischiamo di non essere nelle migliori condizioni per governare il paese. Ecco alcuni interventi che andremo a fare su pensioni e sanità. Equipareremo le pensioni Iss a quelle del settore pubblico dal 2014 e introdurremo un tetto massimo delle pensioni a 4 mila euro. Introduciamo la norma che prevede un privilegio per gli investimenti che il Fondo pensione fa sul sistema bancario. Un meccanismo di contribuzione per le pensioni più vantaggiose a favore del resto del sistema pensionistico. Questi sono alcuni interventi. Sulla sanità invece cure odontoiatriche e termali non saranno più sostenuti interamente dal pubblico: metteremo un tetto”.

 

Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Il perdurare della crisi internazionale e italiana ha impattato duramente sull’economia sammarinese. A ciò si aggiungono le conseguenze per la necessità e la volontà della Repubblica di San Marino di ridisegnare la propria economia in linea con le convenzioni internazionali, per dotarsi di norme riconosciute in modo da inserirsi tra le economie considerate sane. I passi compiuti sono stati considerati e l’uscita dalla black list sarà fondamentale. Negli ultimi anni quindi si è registrata una forte contrazione nelle entrate, ci sono stati molti interventi a sostegno dei comparti economici e la conseguente riduzione della liquidità. Questi passaggi, pur se a tutti noti, vanno sottolineati per ricordare gli sforzi profusi dal Paese, e dall’amministrazione. Il passaggio che stiamo affrontando con la legge di bilancio rappresenta la condizione essenziale perché non venga vanificato quanto fatto per ridare prospettiva ai cittadini. Con la legge in esame si è cercato di creare le condizioni per continuare a garantire servizi sociosanitari, il diritto all’istruzione, agli ammortizzatori sociali, per confermare il sostegno alle imprese, garanzie prime per l’occupazione e la ripresa economica della Repubblica. Si sottoporranno all’Aula strumenti che si traducono in elementi di protezione per chi potrebbe perdere il lavoro nella fase finale della vita lavorativa. Cercherò di spiegare gli interventi relativi alla mia segreteria: grazie agli ammortizzatori sociali e alle forme di protezione, si garantisce oggi una vita dignitosa a chi ha perso il lavoro. Ma ciò ha costi importanti. Per questo è prevista una norma perché il fondo ammortizzatori sociali possa essere ricoperto, se in sofferenza, dal fondo di compensazione. Nel 2012 il suo disavanzo è stato di 9 mln e mezzo, a fronte di 12 mln di entrate nel fondo stesso. Le uscite sono state di 3 milioni e 100 mila euro per la disoccupazione, 6 milioni e mezzo per la mobilità, 10 milioni impiegati dalla Cig. Al 30 novembre 2013, la disoccupazione ha impegnato un milione 347 mila euro, 3 milioni 980 mila per la mobilità. A questo dato va aggiunta la disoccupazione per i frontalieri la cui uscita prevista per il 2013 è di 2 mln e 200 mila euro. Le previsioni per il 2014: 3 mln e 800 mila per la disoccupazione, 12 milioni per la Cig, 550 mila per la mobilità. All’articolo 51 si permette alla commissione lavoro di non svolgere la funzione prevista per non inserire nel lavoro chi è portatore di invalidità superiore 50-55%, in funzione all’età. Si davano infatti false aspettative a chi non poteva essere impiegato. Presenterò inoltre all’Aula, a protezione delle piccole attività commerciali e artigianali, un emendamento che rende possibile l’impiego di familiari disoccupati, previa comunicazione. Si è parlato di revisione della spesa pubblica e di riforme strutturali, voglio ricordare, riguardo alla segreteria al Lavoro, una delle riforme che entro gennaio mi auguro sia approvata, ovvero la legge sugli incentivi per l’occupazione, che metterà in uguali condizioni tutti i cittadini e influirà positivamente sul fondo ammortizzatori sociali. A breve poi presenterò in aula la riforma dell’edilizia sovvenzionata, da depositare entro gennaio, che diminuirà gli oneri per lo Stato”.

 

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Con questo provvedimento è stata fatta una scelta importante per governo e maggioranza, quella di andare a diminuire il più possibile il disavanzo di bilancio, ridimensionamento a 16 mln di euro. E’ un obiettivo possibile. Sappiamo bene che il momento del Paese è difficile, da oltre tre anni di permanenza in Black list, Quest’anno si continua ad avere una trend negativo delle entrate, siamo consapevoli della chiusura delle aziende e della perdita di lavoro di tanti sammarinesi, con la conseguente difficoltà di ricollocamento. E’ una consapevolezza che il governo ha e che non ci rendere minimamente sereni per dare risposte. All’interno di numeri negativi ci sono anche numeri, nascono nuove aziende e cooperative, la stessa legge sull’imprenditoria giovanile e femminile, che viene riconfermata in legge bilancio, dà risposte a 30-35 nuove imprese ogni anno. Non perseguiamo la strada del debito, ma affrontiamo un momento per noi temporaneo. Andare ad indebitare i cittadini con politiche di bilancio di questo tipo avrebbe condannato la Repubblica a situazioni che pregiudicherebbero il suo futuro. Abbiamo un obiettivo: ridare prospettive al Paese, per questo non guardiamo più a un mercato unico Italia- San Marino, ma a un mercato globale, internazionale. E’ una questione di sistema Paese. La classifica Doing Business della Banca mondiale ci colloca all’81 posto su 189 paesi. E’ un risultato non ottimale, ma un buon inizio per migliorarci. Avremo bisogno di essere più veloci a legiferare, il sottoscritto ha dovuto aspettare mesi per portare in Aula provvedimenti che davano risposte all’ economia. E’ necessario essere celeri. E’ la sfida del 2014. L’apertura del mercato è fondamentale, su questo è necessario fare delle scelte. Con il bilancio 2014 si è continuato a confermare strumenti a sostengo dell’impresa, come il credito agevolato, per cui sono confermate le cifre stanziate negli anni precedenti. Sarebbe stato facile fare tagli lineari, ma la sfida è quella di ridare prospettive. Negli emendamenti della mia segreteria ci sono importanti azioni per il 2014, come quella del finanziamento per la costituzione due società, quella di gestione del parco scientifico tecnologico, e quella che gestirà le aree destinate al nostro Paese dell’aeroporto internazionale Rimini-San Marino. Quindi il rafforzamento dell’ufficio marchi e brevetti, che continua a confermare ed aumentare introiti per la registrazione dei brevetti”.

 

Teodoro Lonfernini, segretario di Stato al Turismo: “Prima di entrare nel merito, mi soffermo su due premesse. 1) In questa fase dovremmo ragionare su una modifica della Legge di bilancio per farla diventare una Legge finanziaria, che oltre al conto economico preveda anche un’attività legata agli investimenti. 2) Avevamo un Pil che garantiva la nostra sopravvivenza ed anche un importante stato sociale, mentre oggi non è più così e dunque occorre prenderne atto. E mettere in campo una serie di provvedimenti come patrimoniale e riforma fiscale. Bisogna continuare anche sul fronte della revisione della spesa pubblica per mettere in protezione il paese. Revisione, rigore e sviluppo sono tre elementi non più rinviabili, che però possono proiettarci verso un futuro virtuoso. La revisione è necessaria anche se prevede scelte impopolari. Scelte impopolari che vanno prese a patto che siano accompagnate dal rigore, ovvero l’elemento intorno al quale giustificare la revisione della spesa. Da questi elementi poi partirà lo sviluppo. Abbiamo di fronte una grande sfida e dobbiamo riuscire a metterci tutti in gioco, diversamente perderemo tutti come singoli. Altrimenti sarà stato vano, sia chiedere sacrifici ai cittadini, sia attuare misure che possono sembrare una riduzione dello stato sociale sia, infine, predisporre interventi per il contenimento della spesa pubblica. Dobbiamo trovare la forma di compromesso migliore tra le parti: tra governo e maggioranza, tra maggioranza e opposizione, tra istituzioni e cittadini. Dobbiamo trovare un equilibrio che ci assicuri serenità nel lavorare perché il Paese ha bisogno di serenità. Io non ho dubbi in relazione a quello che dobbiamo fare per mettere a frutto la volontà indicata nella delibera che prevede la revisione della spesa pubblica: non ho dubbi perché quello che abbiamo introdotto nella delibera è già in atto. Il direttore della Funzione pubblica ha già precisi obiettivi da dover raggiungere, indicati dal Congresso di Stato, che ci permetteranno di ottenere una maggiore efficienza”.

 

Simone Celli, Ps: “Gli indicatori economici del 2013 dovrebbero confermare tendenza negativa e le previsioni per il 2014 sono tutt’altro che incoraggianti. I dati sul tasso di disoccupazione (1.500 persone) si allineano aI dati dell’eurozona. Si tratta di numeri impressionanti per la realtà sammarinese. Il nostro sistema economico genera 2 mila posti di lavoro in meno rispetto alla fase pre-crisi. Serve UN intervento organico che affronti ad ampio raggio il problema del rilancio economico ed occupazionale. Al 30 giugno 2013 il debito pubblico in chiaro ammonta a oltre 95 milioni di euro ma è destinato ad aumentare in quanto la politica dell’indebitamento pubblico continua senza sosta. Le previsioni per il 2014 indicano un disavanzo di amministrazione da 25 milioni di euro ed anche per il 2015/2016 si ipotizza un saldo negativo. Manca un progetto complessivo di revisione dei conti pubblici. Occorre proseguire sulla strada della riduzione della spesa pubblica corrente e dell’incremento delle entrate. Il Governo però non ha una precisa linea di indirizzo politico in ambito economico. L’incidenza della spesa corrente sui conti pubblici continua ad aumentare mentre diminuisce l’incidenza della spesa corrente ovvero gli investimenti: sconcertante. La riduzione della spesa pubblica corrente deve attuarsi non con tagli lineari, senza dubbio la strada più semplice da seguire ma anche più iniqua, ma con una politica precisa che colpisca sprechi ed inefficienze. Serve un Piano pluriennale di diminuzione della spesa. Serve coraggio. Anche per rivedere il modello organizzativo della P.A. perché l’impostazione basata su una denigrante politica burocratica non è più accettabile. La pubblica amministrazione può e deve diventare la locomotiva del nuovo modello si sviluppo. Si deve rivedere anche il modello di assegnazione degli appalti pubblici dato che sono anni che la commissione di controllo della Finanza pubblica segnala le inefficienze nell’assegnazione di appalti pubblici: si riveda l’impianto normativo per ridurre discrezionalità e burocrazia. Di sola revisione di spesa però si muove. Si aumentino anche le entrate passando dall’imposta monofase all’imposta sul valore aggiunto. Invito il Governo inoltre a riformare il sistema delle imposte indirette. Sul tema della crescita il Governo ha speso tante parole a cui però non sono seguiti fatti concreti. L’uscita dalla black list rappresenta un passaggio di fondamentale importanza e su questo tema non sono più accettabili rinvii. La passività mostrata fino ad oggi è inaccettabile. Il silenzio del Segretario di Stato Affari esteri nella sua relazione sul rapporto bilaterale italo-sammarinese è vergognoso. Non una parola sul rapporto bilaterale italo sammarinese. Serve un netto cambiamento culturale nella gestione dello Stato se vogliamo tornare competitivi. Gravissimo quanto avvenuto con l’articolo 5 della legge 85 18 luglio 2012: si sono violate le normative vigenti sui residui per garantire investimenti di oltre 18 milioni di euro a fini squisitamente elettorali. Vergogna. Anche il disavanzo del 2012 è stato ridotto in maniera irregolare avvalendosi di artifici fiscali. Esprimo forte perplessità sulla proposta del bilancio di previsione 2014. Manca una visione d’insieme e sono debolissimi gli investimenti per garantire rilancio economico ed occupazionale del paese”.

 

Mariella Mularoni, Pdcs: “La volontà del governo è di intervenire su aspetti di maggiore distorsione della spesa. Le difficoltà del bilancio impongono azioni forti condivise dall’ intero Consiglio Grande e Generale. Occorre ridurre il deficit del bilancio pubblico per eliminare spese superflue, sprechi e privilegi. Si richieda un maggior rigore nella gestione dei dipendenti pubblici. Chiediamo a tutti sammarinesi un piccolo sacrificio. Scuola e Iss: sono i due capitoli di spesa maggiori ma anche fondamentali. La scuola è il settore più colpito da spending review perché si è assunto l’onere gravoso di razionalizzare le proprie spese. Provvedimenti che si sono manifestati con un aumento del numero di studenti per classe e con tagli al personale. La scuola sammarinese è scuola d’eccellenza sia per qualità didattica che per quella dei servizi. Un alunno delle elementari costa 9 mila euro all’anno e dunque credo che occorra ripartire da questi dati per riflettere su come indirizzare al meglio le risorse. E’ arrivato il momento di abbandonare ogni interesse personale per il bene comune. Una politica che non investe nell’educazione è miope. Non si proceda con tagli orizzontali ma con interventi strutturali. Condivido pienamente la necessità di internazionalizzazione del nostro tessuto socio economico espressa nel provvedimento di legge. Dobbiamo aprirci a esperienze internazionali. Meritevole d’attenzione è anche l’articolo 61 che promuove la formazione culturale a tutti i livelli: dobbiamo riconoscere il primato della cultura in tutti i settori. Il governo lesina risorse per finanziare la spesa per l’innovazione, la ricerca e la formazione ma a nostro parere questo capitolo di spesa non può essere tagliato perché lo sviluppo passa proprio per quei fattori. Il vero risparmio non è tagliare ma investire bene. La Finanziaria 2014 presenta buoni obiettivi soprattutto per quanto riguarda la revisione della spesa pubblica”.

 

Andrea Belluzzi, Psd: “Il futuro del nostro Paese passa attraverso la crescita e il contenimento del costo di esercizio della macchina pubblica. Non si gioca tutto su un unico intervento o legge, ma attraverso un’attitudine di governo e di tutta la legislatura. Quello che andiamo a interpretare come maggioranza è un cambiamento grandissimo di tutto il Paese. Ma anziché strada della rivoluzione si è scelto di attuare la strada della riforma progressiva e costante. Quello che è importante è non fare passi indietro e mai lasciare indietro nessuno. E’ quello che con questo bilancio si sta attuando”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Qualcuno ci dica con chiarezza quanto è il disavanzo, quanti debiti abbiamo, quanto è costata la macchina pubblica nel 2012. Perché in alcuni settori della Pa costa più fatica il lavoro e la burocrazia per avviare un’iniziativa piuttosto che avviare l’iniziativa stessa? Perché, negli appalti, uno stato spende più per opere pubbliche di un padre di famiglia? Perché si dà un milione di euro alla Moto Gp di Misano, se gli spettatori non vengono a San Marino? Perché i fondi pensione hanno rendimenti di solo di 2 punti percentuali? I tassi sono irrisori, si perdono 10 mln di euro l’anno di rendimento e questo è uno spericolato provvedimento che pregiudica il futuro di centinaia di famiglie. Perché si prevedono prepensionamenti per 200 dipendenti del settore pubblico? E’ un ben poco nobile stratagemma che imputerà quei costi sui fondi pensioni, sollevandolo dal bilancio di Stato, ma sono comunque ricorse comuni. Il tema dei fondi pensioni e del loro rendimento introduce poi la questione delle questioni, ovvero l’appoggio che maggioranza e governo hanno deciso di dare al sistema bancario sammarinese”.

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