Home FixingFixing Questione di num3ri del 13 dicembre

Questione di num3ri del 13 dicembre

da Redazione

Chissà come l’ha vissuta la propria solitudine, Papa Celestino V: oggi, ma nel 1294, abdicò, compiendo quello che Dante Alighieri definì, meravigliosamente “Il grande rifiuto”.


Lo abbiamo aspettato, e alla fine è arrivato. Il 13 dicembre è il giorno di Santa Lucia, e la mente non può che volare alla versione live dell’omonima canzone che Francesco De Gregori ha voluto dedicare alla martire cristiana che non vedeva: “Santa Lucia, il violino dei poveri è una barca sfondata / e un ragazzino al secondo piano che canta / ride e stona perché vada lontano / fa che gli sia dolce anche la pioggia delle scarpe / anche la solitudine”.

Chissà come l’ha vissuta la propria solitudine, Papa Celestino V: oggi, ma nel 1294, abdicò, compiendo quello che Dante Alighieri definì, meravigliosamente “Il grande rifiuto”.

Di certo oggi i più scaramantici saranno preoccupati: la triscaidecafobia è la paura irragionevole del numero 13, principalmente legata alla cultura popolare e alla superstizione. In alcune culture, specie quelle anglosassoni, esistono varie credenze riguardanti il venerdì 13. Nel dubbio gli statunitensi hanno optato per una scelta bizzarra: l’aeroporto internazionale di Memphis è privo dei gate A13, B13 e C13.

Meglio tornare sulla terra. Oggi è nato Mario Tozzi (1959), geologo, divulgatore scientifico e giornalista italiano che di recente è salito a San Marino in occasione del taglio del nastro della mostra su Leonardo Da Vinci. “La suggestione della mostra di Leonardo a San Marino è straordinaria fino dall’ingresso: si entra in un mondo di applicazione dell’ingegno umano che sembra conosciuto fino dai tempi della scuola e che, invece, scopriamo di conoscere molto poco. Macchine, modelli e interpretazione scientifica dell’arte di Leonardo permettono di toccare con mano (e di lavorare su suoi progetti) le molteplici applicazioni di un genio che era soprattutto un grande studioso, un recuperatore della sapienza passata, prima ancora che un innovatore. Ma la mostra è anche il luogo del sogno degli uomini di convivere armonicamente con un mondo naturale che imitiamo continuamente e di cui siamo debitori”.

In 13 erano anche i presenti all’ultima cena. Di Leonardo.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento