Ridotti i trasferimenti all’ISS e ad altri enti pubblici. Acceso un mutuo a pareggio da quasi 26 milioni di euro.
di Loris Pironi e Alessandro Carli
Comunemente viene definita “Finanziaria 2014”, anche se il suo nome esatto è “Bilanci di previsione dello Stato e degli enti pubblici per l’esercizio finanziario 2013 e bilanci pluriennali 2013/2015”, e – in questi giorni – è in discussione in prima lettura in Consiglio Grande e Generale.
Nel documento troviamo molte voci importanti, a partire dai bilanci di previsione sino ad arrivare alla spending review e all’introduzione dell’IVA che, di fatto, slitta ulteriormente di quasi un anno. Ricordiamo a proposito che nella Finanziaria 2013 (Legge di Bilancio, la n. 150 del 21 dicembre 2012), l’articolo 35 stabiliva che “entro il 30 settembre 2013 una proposta normativa dovrà essere presentata dall’esecutivo per introdurre il sistema di imposta indiretta sul valore aggiunto in linea con gli standard internazionali e le direttive comunitarie”. Adesso la data di scadenza è stata posticipata al 31 luglio 2014.
Prima di andare a vedere, dettagliatamente, i singoli articoli dell’esercizio finanziario 2014 previsionale, mettendoli a specchio con il consuntivo dell’anno precedente, possiamo anticipare che bilancio dello Stato non è in salute, anzi: l’economia è ancora in contrazione, anche perché il sistema bancario, anche per legge, non dà più il proprio contributo come in passato. La conferma della “malattia” del bilancio ci viene confermata dai dati macroeconomici: meno entrate (ma anche meno uscite). Ma mettiamo a specchio la Finanziaria 2013 e quella del 2014. Si contraggono sia le entrate tributarie (da 408 milioni a 388 milioni) che quelle extratributarie (da 71 milioni a 64 milioni). In uscita, si passa dai 478 milioni di spesa corrente a 443 milioni. Si schiacciano anche l spese in conto capitale, che passano da 26 milioni a 23 milioni. Nella Finanziaria 2014 si autorizza (art. 19) l’accensione di un mutuo a pareggio del disavanzo di bilancio sino all’importo di 25 milioni e 800 mila euro.
Le aziende di Stato
La prima novità è che l’Azienda Autonoma di Stato Filatelica e Numismatica, dal 1° gennaio 2014, verrà trasformata in Ufficio Filatelico e Numismatico. Il suo “peso” era di 25.749.698 euro (consuntivo 2012). Complessivamente i “tagli” hanno riguardato il CONS e l’Ente di Stato dei Giochi. Cresce invece l’AASS, di quasi 45 milioni.
Art. 2. Bilancio AASLP. Per il 2014 è stata prevista una cifra di 31 milioni e 174 mila euro. Nel consuntivo 2012 l’importo è stato lievemente più alto: 31 milioni e 319 mila euro.
Art. 3. Bilancio AASS. Lo stato previsionale dell’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici è di 251 milioni, in crescita rispetto al consuntivo 2012, che si è attestato a 204 milioni. Nel previsionale scopriamo che il Congresso di Stato è autorizzato a erogare un milione di euro per il servizio fognature e 250 mila euro per gli investimenti. L’azienda inoltre è autorizzata a utilizzare “le proprie riserve” sino a 7.350.000 euro da “destinare a copertura finanziaria delle previste opere di investimento”.
Art. 4. Bilancio CONS. In contrazione il Comitato Olimpico Nazionale Sammarinese: il consuntivo 2012 si era attestato a 5.532.000 euro. Nel previsionale è poco al di sotto dei 5 milioni (4.915.000 euro).
Art. 5. ISS. L’Istituto per la Sicurezza Sociale ha un previsionale di 327 milioni di euro, di poco inferiore al consuntivo 2012 (328 milioni e.800 mila euro).
Art. 6. Università degli Studi. Il previsionale dell’ateneo del Titano è di 6 milioni e 600 mila euro, di poco inferiore al consuntivo 2012 (6 milioni e 700 mila euro).
Art. 7. Centrale del Latte. Oscillazione pressoché minima per l’Azienda Autonoma di Stato Centrale del Latte: nel consuntivo 2012 ci sono stati 2.678.478 di ricavi e 2.652.124 euro di costi, per un utile di esercizio di 26.354 euro. Nel previsionale si parla di 2.621.059 euro di ricavi, 2.594.644 euro di costi e un utile di esercizio di 26 mila e 415 euro.
Art. 9. Ente di Stato dei Giochi. Anche qui, un segno meno: si passa da 259.800 euro a 241 mila euro.
Spending review
Con l’art. 35 si apre il grande capitolo della riduzione della spesa. Sul personale dirigente del settore pubblico allargato che gode del trattamento retributivo “nuovo regime” verrà applicata una decurtazione del 10% sull’importo della retribuzione di posizione. Stessa percentuale per i dipendenti del settore pubblico allargato e per gli arruolati nel Corpo della Gendarmeria e nelle Guardie di Rocca. Tagli per i gettoni di presenza e per i vertici di BCSM (10% dell’ammontare complessivo dei costi amministrativi e dei compensi del CdA).
L’art. 37 affronta il pensionamento d’ufficio personale alle dipendenze dello Stato: dal 1° febbraio 2014 il dipendente che abbia maturato un’anzianità contributiva pari almeno a 40 anni e un’età di almeno 58 anni verrà collocato a riposo o dimessi dal servizio. Per le posizioni dirigenziali, si può arrivare sino a 65 anni. All’art. 38 le disposizioni per il pensionamento facoltativo: Guardie di Rocca, gendarmi e Settore pubblico allargato possono far richiesta se hanno compiuto 57 anni e, testuale, “abbiano maturato 40 anni di contribuzione ovvero almeno 35 anni”.
L’art. 42 è dedicato alla ritenuta di solidarietà. Dal 1° gennaio le aliquote sono modificate in aumento per scaglioni (da 1.500 euro e 4 mila euro) dell’1,5%.
Imprese e lavoro
La Finanziaria così com’è oggi contiene diverse misure importanti e anche qualche leggina inserita nel contesto più ampio, forse per farla passare senza troppi intoppi dall’Aula.
L’Art. 22 dà mandato al Congresso di Stato per convenzionarsi con gli istituti di credito del territorio disponibili all’erogazione di prestiti a tasso agevolato, fino alla concorrenza dell’importo complessivo di due milioni di euro per l’agricoltura, 155 mila per gli studenti, 15 milioni per l’edilizia sovvenzionata, 5 milioni alle imprese che fanno ricerca, 10 milioni per il sostegno alle attività economiche, 650 mila per l’imprenditoria giovanile e femminile. Altro capitolo importante riguarda gli ammortizzatori sociali. La buona notizia per le imprese – così come per i lavoratori, sta nel fatto che per finanziare gli ammortizzatori sociali anche per il 2014 sarà previsto il prelievo dalla Cassa Compensazione, ovvero dal denaro accumulato nel corso degli anni, senza andare ad aumentare la quota a carico di lavoratori e imprese come invece si temeva. Una buona notizia che fa felice anche ANIS, che aveva chiesto a più riprese un intervento di questo genere. E questo è scritto nell’art. 32.
Interessante anche l’art. 34, che modifica la Commissione Permanente Conciliativa, aumentandone il numero dei rappresentanti. Oltre al Dirigente dell’Ufficio del Lavoro, che la presiede, i delegati delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei lavoratori del lavoro passano da 2 a 3 per ciascun fronte. Si fa così spazio anche ai delegati dell’USL, che finora erano esclusi.
L’art. 45 prevede un intervento in deroga da parte dello Stato sui Fondi Pensione. Dall’esercizio 2014 l’intervento a titolo di contributo a carico dello Stato è fissato nella misura del 5%, quando invece prima era del 10%. Un dimezzamento netto, quindi, di cui si è lamentata anche la CSU.
L’art. 50 è importante perché prende in esame gli strumenti di protezione sociale. Viene specificato che i 600 mila euro stanziati per la politica dei redditi sono finalizzati al rimborso all’ISS per le minori entrate contributive per l’assistenza domiciliare e agli interventi di sostegno alle persone in condizioni economiche e sociali svantaggiate.
Chiudiamo con l’art. 52 che prevede alcune restrizioni nell’accesso all’erogazione della Cassa Integrazione Guadagni: l’argomento è importante per le imprese, per cui ci torneremo sopra quando ci sarà qualcosa di più concreto.
In sintesi, la Finanziaria 2013 presenta buoni obiettivi, soprattutto in relazione alla revisione della spesa, ma dovremo vedere se saranno messi in pratica. Altri spunti interessanti invece nati dalle parti sociali non sono stati colti. Ad esempio il contributo agli ammortizzatori sociali che equiparasse i dipendenti pubblici (che oggi non pagano) a quelli privati, oppure il taglio di un paio di festività su cui già ANIS e CSU hanno trovato l’accordo nel 2012. Su tanti altri punti infine le indicazioni sono invece molto generiche e fumose in riferimento ai tempi di applicazione.