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San Marino, Consiglio Grande e Generale: la riforma fiscale

da Redazione

Il dibattito quindi si è avviato con gli interventi dei relatori di maggioranza e minoranza, rispettivamente Luca Beccari, Pdcs, e Andrea Zafferani, C10. La parola è passata quindi al segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – In seduta notturna si conclude il dibattito sul Conto Mazzini e si passa alla risposte dei segretari di Stato alle interpellanze all’ordine del giorno. Il Consiglio grande e generale ha preso atto quindi della conferma di magistrato della legge, dott. Luca Morsani, prima di aprire il comma sulla riforma fiscale. Il dibattito quindi si è avviato con gli interventi dei relatori di maggioranza e minoranza, rispettivamente Luca Beccari, Pdcs, e Andrea Zafferani, C10. La parola è passata quindi al segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici.

 

Il dibattito sulla riforma fiscale riprenderà nella giornata di domani.

 

Di seguito un riassunto dei lavori.

 

Comunicazioni.


Federico Pedini Amati, Ps: “Quello che viene percepito dall’opinione pubblica non è un quadro edificante. Non si capisce se le notizie che appaiono sui giornali corrispondano o meno alla realtà. L’opinione pubblica in ogni caso è colpita dall’ennesimo terremoto che la fa ancora di più piombare in situazione di incertezza assoluta. L’economia è in stallo, non ci sono segnali di ripresa concreti in nessun settore, non ci sono proposte del governo per il rilancio dell’economia, ma continuano le schermaglie della politica. Non lo so se sono legate alla prima repubblica, a vecchi protagonisti che tentano la resa dei conti. Cito il caso del segretario del Pdcs: una settimana prima dalla sua conferma, è balzato agli onori della cronaca per essere coinvolto in un’inchiesta, casualmente a pochi giorni dal congresso del partito. Sono da sette anni in Consiglio e non lo ritengo un caso, come non è un caso che i nomi saltati fuori dal conto Mazzini sono emersi poco dopo la conferma di Gatti alla segreteria del Pdcs. Non sono sicuramente una casualità, lo dicono i fatti che è in atto una guerra fra bande che non aiuterà nessuno, tanto meno il Paese. Non ho memoria di un’inchiesta arrivata alla sua definizione conclusiva con i colpevoli legati alla politica. Assistiamo a inchieste mai arrivate a compimento, al massimo all’archiviazione. E’ un dato di fatto. Gli atti della vecchia commissione antimafia, passati al tribunale, non ci è dato sapere dove sono finiti. Sulla caso Mazzini rimango sconcertato. Vi chiedo se è lecito prendere soldi a fronte di un non-lavoro. C’è chi ha avuto modo di dire che ha ricevuto un compenso a fronte di un lavoro. Ma per gli altri? Voglio sapere se possiamo avere dei soldi da chiunque senza dimostrare il perché li recepiamo. Fino a prova contraria nessuno è colpevole. Ma vi chiedo a fronte di che cosa sei milioni di euro sono stati distribuiti a più persone. Poi questi soldi sono stati dichiarati nella dichiarazione dei redditi? Come cittadino chiedo chiarezza”.

 

Paride Andreoli, Ps: “Per raggiungere potere a volte si usa qualsiasi forma anche poco politica. Nel 1986 grazie a una commissione inchiesta ci fu il cambio dell’esecutivo e della maggioranza, una serie di politici non furono condannati e furono risarciti a livello pecuniario. Condivido quanto detto dal collega Pedini, perché è necessario ci sia maggiore chiarezza, ma mi auguro non sia quella dell’ultima commissione d’inchiesta. Sono tra quelli marginalmente citati, non mi sono neanche offeso, solo perché mi è stato presentato Vallefuoco da Zavoli. Non mi piacciono le commissioni d’inchiesta perché hanno potere politico non penale. Al di là del ritardo, non metto in dubbio la serietà del tribunale. Ho visto nell’ambito tutti i gruppi una certa cautela ad affrontare un così delicato argomento e mi fa piacere”.

 

Risposte ad alcune interpellanze all’ordine del giorno


Interpellanza presentata dai Gruppi Consiliari di Opposizione sulle dichiarazioni, recentemente apparse sull’inserto Affari e Finanza del quotidiano Repubblica, rilasciate dal Presidente di Banca Centrale.


Il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, risponde: “Riferirò per quanto di competenza, dato che non riguarda un’iniziativa del governo. Le dichiarazioni si riferiscono, visto i precedenti accadimenti, in cui si erano verificati casi di condizionamenti della politica su Bcsm, la situazione doveva delineare un nuovo clima per far in modo che Bcsm potesse agire in autonomia e raggiungere i risultati conseguiti. Le intenzioni del presidente derivavano da questo. Se gli interpellanti hanno questioni da sottoporre al presidente credo si possano trovare modalità per farlo. Il governo si rapporta con Bcsm come con tutte le istituzioni, ciò non significa che tutti dobbiamo parlare lo stesso linguaggio. Sull’ ultimo punto, rispetto alla crescita delle risorse sammarinesi, rinvio al futuro comma dedicato allo sviluppo del comparto finanziario”.



Interpellanza presentata dai Consiglieri Franco Santi e Luca Santolini per conoscere come il Governo intenda appurare le responsabilità attinenti le diseconomie che sarebbero intervenute nella recente ristrutturazione del reparto di Ostetricia-Ginecologia, con particolare riferimento all’operata installazione di una vasca per il parto in acqua nonché per conoscere i motivi della sopravvenuta impossibilità di utilizzo di tale vasca.


Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “In merito all’interpellanza si precisa che l’acquisto della vasca-travaglio è stata finalizzata alla possibilità di affrontare parti senza l’utilizzo di anestetici. Il piano di investimento del 2013 è stato deciso il 4 aprile 2013, quindi l’avvio delle procedure dell’acquisto si è avuto con gara autorizzata nella seduta del 23 maggio 2013, nel contempo gli istituti tecnici si erano già attivati per la messa in sicurezza della pavimentazione. Quindi si autorizzata la fornitura della vasca-parto per 24 mila 460 euro, a seguito di una trattativa privata con 4 ditte. I costi da sostenere per l’installazione sono stati di 1.500 euro, i tempi tecnici dei servizi sono quelli di consegna, una volta avvenuto il collaudo. Il sito internet è stato autorizzato per donazione al reparto”.

 

Interpellanza presentata dal Consigliere Elena Tonnini, Rete, in merito alle modalità di nomina dei Segretari Particolari.


Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “La nomina dei segretari particolari è avvenuta secondo la legge, le motivazioni richieste al secondo punto sono personali. Nei casi in oggetto i distacchi politici sono stati effettuati nel rispetto della normativa vigente”.

 

Elena Tonnini, Rete, replica: “Nell’interpellanza mettevamo in dubbio l’opportunità di questi distacchi, non chiedevamo se erano leciti o meno. Non ci sembra una spiegazione sufficiente relativamente al metodo. Ci piacerebbe questi escamotage fossero trovati per far fronte a problemi di disoccupazione del Paese, ma questo non è. Resta da vedere se in futuro questo modo continuerà. Trasformiamo interpellanza in mozione”.

Interpellanza presentata dai Consiglieri Andrea Zafferani e Franco Santi sugli incentivi erogati alle aziende per l’occupazione di lavoratori che usufruiscono di ammortizzatori sociali, nonché sull’aggiornamento dei dati relativi alla disoccupazione.



Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “In riferimento alla Vostra interrogazione presentata in data 21 ottobre 2013 prot.488006, la Segreteria di Stato per il Lavoro fornisce i dati richiesti in allegato. Certo di aver fornito al vostro Gruppo Consigliare quanto necessario ad approfondire il delicato tema della incentivazione all’occupazione, ritengo utile rammentare che da tempo lo scrivente ha elaborato un progetto di legge incentrato su tale problematica che è stato depositato nel luglio scorso e avviato all’iter legislativo nelle seduta consigliare del mese di ottobre. E’ stato preannunciato in più di una occasione che la Segreteria per il Lavoro, di concerto con la maggioranza, sta predisponendo una proposta di Legge che riforma e snellisce le norme che governano il mercato del lavoro. Ringrazio gli Uffici della Pubblica Amministrazione che hanno elaborato i dati oggetto della vostra interrogazione, consapevole dell’impegnativo lavoro svolto. Mi sono confrontato con il gruppo di C10 a fronte della mole di dati forniti e acconsentono sul fatto che possono essere considerati per letti”.


Interpellanza presentata dalla Coalizione di Cittadinanza Attiva in merito alle ultime vicende legate all’aeroporto di Rimini e al fallimento di Aeradria e sui rapporti tra la Repubblica di San Marino e Aeradria.


Risponde il segretario di Stato per l’Industria, Marco Arzilli: “Le somme investite in Aeradria: la Repubblica di San Marino ha sempre tenuto di rilevanza strategica lo scalo riminese e ha dato il suo contributo alla società di gestione dal 2002 al 2013. A tuttora non c’è alcun impegno di spesa, aspetteremo di vedere gli sviluppi del processo di fallimento di Aeradria. L’impegno preso era di un milione di euro, con apertura del procedimento di fallimento della società sono venuti meno gli accordi e i soldi non sono stati versati. Quanto avvenuto non inficia il lavoro del tavolo tecnico. Abbiamo quaranta anni di gestione davanti a noi e le nostre scelte sul futuro non devono essere intaccate dalla vicenda”.

 

Andrea Zafferani, C10, replica: “La risposta mi sembra abbastanza completa. Devo fare una riflessione più generale sulla nostra presenza nell’aeroporto che non è stata chiarita al Paese. Forse occorrerebbe più dettaglio, c’è da chiedersi cosa potrebbe avvenire se l’aeroporto di Rimini finisca come quello di Forlì. E’ un asset importante per il Paese ma va capito e gestito bene, anche in maniera condivisa, che sviluppo vede San Marino nell’aeroporto. Trasformo in mozione solo per mantenere attenzione e approfondire tema”.

 

Interrogazione presentata da Sinistra Unita sulla casa dell’acqua di Acquaviva.

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “L’installazione di una casa dell’acqua nel castello di Acquaviva risponde a una precisa istanza d’Arengo accolta dal Consiglio grande e generale alcuni anni or sono. Il progetto è stato condiviso con la Giunta di Castello. Per quanto attiene ai dettagli dei costi, allo stato attuale quelli sostenuti sono di circa 11.750 euro per le apparecchiature, di 2.500 euro per lavori elettrici e 16 mila euro per le necessarie opere edili e di allaccio servizi. A questi costi si aggiungono 9.300 euro per fornitura e posa in opera di acciaio trattato corten. I progettisti sono stati scelti fra professionisti sammarinesi e non hanno avuto alcun compenso. Le aziende appaltatrici sono state scelte con i criteri previsti da normativa vigente in materia. Allo stato attuale non è stata avviata la costruzione di altre case dell’acqua e nessuno progetto ci è stato trasmesso per la realizzazione. Altre Giunte di Castello si stanno muovendo per richiedere all’Aass la progettazione e realizzazione di ulteriori case dell’acqua. L’acqua erogata ad Aquaviva e prelevata da rete pubblica”.

 

 

Comma 4. Imposta generale sui Redditi.

 

Luca Beccari, Pdcs, relatore di maggioranza: “Il pdl rappresenta la prima riforma fiscale dal 1984. Negli ultimi 30 anni il contesto economico e sociale sammarinese è profondamente mutato, mentre l’impianto fiscale dell’imposta generale dei redditi ha mantenuto sostanzialmente la sua impostazione originaria ormai non più adeguata alle esigenze di questi tempi. Inoltre, l’attuale contesto di crisi economica in cui versa il Paese ha determinato l’emergere di ulteriori esigenze di riforma dell’impianto tributario improntate sulla necessità di nuove regole capaci di garantire un sistema fiscale maggiormente equo sia sotto il profilo del prelievo che sotto quello dei controlli. La sfida che si trova ad affrontare il legislatore nell’elaborare un pdl con tali finalità è senza dubbio complessa ed articolata: l’esigenza da una parte di assicurare maggiori entrati e garantire l’equilibrio tra la finanza pubblica e il mantenimento dello Stato sociale, e quella dall’altra di accentuare i profili di competitività, equità ed efficienza del sistema. Il progetto che ci accingiamo ad esaminare, ampiamente basato su quello che nella scorsa legislatura non ha visto il completamento del proprio iter legislativo, è il risultato di un lavoro fondato su di un lungo confornto che parte dai primi mesi del 2011 e che in questi tre anni ha beneficiato di un ampio contributo di idee da parte del mondo politico, economico e sociale. Nella fase tra il deposito in prima lettura e l’esame in Commissione, il governo e la maggioranza hanno modificato alcune impostazioni iniziali che nella riformulazione scaturita dalla Commissione coniugano le esigenze di ridefinizione del prelievo con quelle di rafforzamento dell’equità e della protezione delle fasce reddituali deboli. Mi riferisco alle modifiche apportate alle regole di definizione della base imponibile e applicazione dell’imposta contenute nel Titolo II riferite alle persone fisiche e in particolare agli emendamenti apportati: definiscono nuovi scaglioni e aliquote d’imposta che determinano un incremento della tassazione effettiva più sostenibile e una progressività maggiormente regolare; incrementano l’ammontare delle deducibilità qualificate, costituite dagli acquisti in territorio di beni e servizi certificati dalla Smac card; introducono una no-tax area regressiva sino alla soglia di 40 mila euro a protezione delle fasce più deboli; superano il sistema di tassazione su base familiare tenuto conto dell’incremento delle vigenti detrazioni per familiari. Sotto il profilo del regime impositivo per i lavoratori autonomi e le imprese individuali, la nuova impostazione prevede a decorrere dall’esercizio fiscale 2018 l’uniformità con il sistema progressivo di base previsto per tutte le persone fisiche e di contro, il mantenimento di un sistema di tassazione proporzionale al 17% per il periodo 2014-2017. Il maggior gettito derivante dall’applicazione delle nuove norme assicurerà il superamento delle disposizioni straordinarie adottate nel corso degli ultimi anni senza gravare in misura non sostenibile su imprese e famiglie. Mi auguro che il presente provvedimento possa essere approvato dall’aula nella consapevolezza che questo passaggio legislativo rappresenta un valido strumento a supporto del più complesso processo di ridisegno del sistema economico sammarinese in un contesto caratterizzato dalla difficile sfida nell’armonizzazione di esigenze di equità sul fronte interno con quelle di competitività e trasparenza sul piano dei rapporti internazionali”.

 

Andrea Zafferani, C10, relatore di minoranza: “Quando si parla di riforma fiscale servirebbe molta attenzione, condivisione, ponderazione. Servirebbero studi precisi sugli effetti di ogni scelta a livello di sistema economico di bilancio dello Stato, di attrattività del Paese. Servirebbe fare scelte sulla base di proiezioni e analisi precise. Ma non abbiamo visto nulla di tutto questo. La segreteria di Stato per le Finanze ha presentato infatti in prima lettura un testo basato semplicemente sulla volontà di fare cassa, di aumentare significativamente la tassazione sui lavoratori dipendenti e sui pensionati per avere la certezza dell’incremento del gettito, senza alcuna considerazione degli effetti. Il testo infatti prevedeva un aumento della tassazione sui redditi certi per un reddito medio era fra le 4 e le 5 volte. Il tutto senza un contemporaneo impegno sul fronte dell’accertamento dei redditi e della lotta all’evasione fiscale. Quanto al tema della competitività e dello sviluppo la legge in prima lettura non prevedeva granché. Il bilancio era quindi quello di un testo sbilanciato, tutto spalle dei lavoratori e dei pensionati, tanto che molti consiglieri della stessa maggioranza si sono dissociati nel dibattito consigliare in prima lettura, chiedendone modifiche. Ma non sono stati gli unici a protestare. Non si può sottacere che contro questa riforma si sono verificate manifestazioni di piazza di proporzioni immense rispetto quello cui era abituato il nostro Paese: lo sciopero generale del 24 settembre 2013, che ha portato in piazza migliaia e migliaia di persone, è solo la più evidente di queste. I cittadini chiedevano il ritiro del testo. La Csu, con la forza dei numeri datagli dallo sciopero generale, si era fatta capofila e portavoce di quelle richieste, predisponendo un documento con una serie di istanze “prendere o lasciare”, le forze di minoranza a loro volta avevano chiesto con un ordine del giorno il ritiro della legge e l’avvio di un confronto preliminare a tutto campo. Richiesta bocciata dalla maggioranza. Le forze di opposizione sono state completamente estromesse da tutto l’iter che ha portato alla modifica del testo presentato in prima lettura, non vi è stata alcuna possibilità di confronto, se si eccettua la convocazione per un incontro a una sola settimana dall’apertura della commissione Finanze, cui si è scelto di non partecipare perché non sarebbe stato un confronto serio ma una ratifica. Stesso discorso per la maggior parte delle categorie economiche e per l’Usl, le cui istanze non sono state praticamente per nulla considerate. Diverso invece il discorso per la Csu, coinvolta a più riprese nel confronto vero con il governo. In un primo tempo con esiti apparentemente insoddisfacenti, ma in una notte tutto è cambiato grazie a due sole mosse: l’abbassamento di 3 punti delle aliquote su gran parte degli scaglioni e la costituzione di un tavolo permanente di confronto costituito da forze politiche, economiche e sindacali con il compito di monitorare l’andamento della riforma, dei controlli e degli accertamenti, dare parere preventivo sull’emissione dei tanti decreti delegati previsti. Queste sono due tra le novità del testo portato in Commissione Finanze, la terza è la previsione della tassazione progressiva in capo a imprese e autonomi, con l’utilizzo di parte delle deduzioni previste per i dipendenti e i pensionati, il tutto a partire dal 2018, quando finirà la fase transitoria della legge e cesserà la tassazione proporzionale al 17%. Quarta novità è l’introduzione di una no tax area non fissa ma crescente al calare del reddito. Quinta novità, la reintroduzione della minimum tax fino al 2018. Queste cinque modifiche non cambiano certamente la sostanza del testo, non ne migliorano i difetti e anzi in alcuni casi lo peggiorano. La riforma continua a caricare il peso dell’aggiustamento fiscale sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati e ad essere debole sugli accertamenti. L’opposizione ha tentato di porre rimedio a tutte le mancanze presentando tantissimi emendamenti in Commissione finanze, cercando di impostare una riforma più equa, attenta ai deboli, capace di incentivare sviluppo, più efficace nel contrastare l’evasione fiscale. Purtroppo la quasi totalità degli emendamenti proposti è stata respinta. Ne esce una riforma che non riforma, un semplice aggiustamento fiscale per racimolare entrate sulle spalle dei redditi certi, un testo tra l’altro commissariato dal tavolo permanente di monitoraggio della riforma, precario, a causa dei tantissimi decreti delegati previsti, insufficiente sotto l’aspetto del gettito perchè si avrà un ammontare di nuove entrate pari a poco più di 5 mln di euro. Un testo blindato dall’accordo più o meno esplicito raggiunto con la Csu sulla base di pochissime, irrilevanti modifiche introdotte tra la prima e la seconda lettura. L’opposizione, dopo aver tentato di intervenire con proposte ed emendamenti, ha manifestato la sua totale contrarietà al testo con l’abbandono della Commissione. La maggioranza, insieme a chi ha di fatto accettato le sue scelte, si è presa, si prende e si prenderà la totale responsabilità di una riforma iniqua, incapace di raggiungere gli obiettivi nobili di accertamento e competitività e che pesa tutta sulle spalle dei redditi certi”.

 

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Le due relazioni hanno definito bene il confronto politico su una riforma che è la più importante della legislazione presente. Su una materia come questa, trovare un effettivo dialogo produttivo risulta difficile, sulle tasse l’opposizione non può rischiare la propria posizione. Apprezzo il ruolo quindi anche del consigliere Zafferani. E’ falso però quando dice che il confronto non c’è stato con tutte le rappresentanze, politiche, economiche e sociali, a dimostrarlo cinque giri di incontri prima della commissione Finanze. E’ stato sicuramente meno impegnativo per chi ha rifiutato il confronto perché ‘era troppo tardi’. All’inizio della commissione Finanze tutti eravamo d’accordo sulla necessità della riforma fiscale, ma poi abbiamo aperto i lavori con un Odg che chiedeva il ritiro della riforma. Diversamente, le tensioni aspre sono poi diventate confronto e disponibilità al dialogo con tutte le organizzazioni di categoria per arrivare a un testo condiviso. Abbiamo portato quel testo in Commissione. Non c’è stata completa disponibilità al dialogo ma difficoltà a mettersi in campo in un provvedimento impopolare. Questa è la verità. Non la faccio lunga sui contenuti perché la relazione di Beccari è stata molto chiara. Obiettivo non è fare cassa, ma il raggiungimento di un sistema moderno di imposizione sui redditi. Il decreto che attiverà il rilevamento con la Smac è già stato presentato ai sindacati ed è oggetto di confronto in maggioranza, il termine proposto è di sei mesi. Sarebbe il caso di riconoscere che questo confronto ha comunque portato risultati che non erano prevedibili. Il punto vero della mediazione e di snodo è stato come far corrispondere tra loro redditi di natura diversa in un medesimo sistema di imposta e quindi realizzare una verifica e avere uno storico minimo della capacità accertativa del nuovo sistema. Abbiamo voluto prevedere un momento di passaggio, per paragonare la capacità accertativa del reddito autonomo e dipendente con il nuovo sistema. Ci sarà un passaggio coerente, progressivo e continuo. Diversi saranno gli strumenti di accertamento dell’ufficio tributario, si cambierà segno nel rapporto tra fiscalità e contribuenti. Ci sarà l’obbligo di dichiarazione delle proprietà all’estero, per le imprese medie la contabilità di magazzino, oltre a questo, la possibilità di acquisire dati sulla capacità di spesa e l’attivazione di procedure per accesso ai conti correnti, sono tutt’altro che banalità. Non ritengo questa riforma un passaggio scontato, capisco che è impossibile l’omogeneità di posizioni. Rispondo alle 98 mail ricevute dalla mail-bombing di Sottomarino: li ringrazio per il dissenso legittimo, ma le responsabilità che stanno al governo e all’Aula sono quelle di riequilibrare la nostra economia, nel pensare, realizzare e approvare iniziative che vadano in questa direzione”.

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